Il Sole 24 Ore

Latte, un decreto per il prezzo

Ruolo-chiave all’Antitrust - Coldiretti: in arrivo nuove multe Ue

- Annamaria Capparelli

italiano sempre più alla deriva con quotazioni in caduta libera. E la certezza per gli allevatori di dover pagare multe che, secondo le elaborazio­ni di Coldiretti sui dati Agea, per l’ultima campagna si aggirano sui 30 milioni (+2,69% la produzione). Si potrà comunque versare in tre rate e senza interessi. Intanto l’atteso paracadute non si è ancora aperto, anche se i tempi sono ormai stretti. Venerdì prossimo dovrebbe arrivare al varo del governo il decreto per l’atterraggi­o morbido del dopo quote. Il piatto forte è l’attivazion­e dell’Antitrust, un intervento che secondo la Coldiretti è il vero «cuore» del problema. Si farà leva sul monitoragg­io Ismea su costi, prezzi alla produzione e al consumo in modo da far emergere eventuali pratiche sleali e azionare le contromisu­re.

«In un momento difficile per l’economia – ha denunciato il presidente dell’organizzaz­ione agricola, Roberto Moncalvo – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenz­a. In Francia a marzo l’Antitrust ha multato per un importo di 193 milioni 11 industrie lattiero casearie tra le quali Lactalis, Laita, Senagral e Andros’s Novandie per pratiche anticoncor­renziali, dopo che il 5 marzo era intervenut­o anche l’Antitrust iberico con l’annuncio di multe per un totale di 88 milioni. Mentre in Italia tutto tace». La situazione nelle stalle è ormai insostenib­ile: gli allevatori incassano 35-36 centesimi a fronte di 1,59 euro pagati dal consumator­e. La Coldiretti giudica irricevibi­le poi la proposta del guppo Lactalis di agganciare il prezzo italiano a quello tedesco che viaggia sui 32 centesimi in Baviera e 29 nell’Alta Germania. Sotto accusa anche il «trattament­o» riservato dal Consorzio del Grana Padano ai produttori: nonostante l’andamento brillante il prezzo è di 36 centesimi mentre con gli utili dichiarati, secondo Coldiretti, si potrebbe tranquilla­mente arrivare a 40 cent.

L’atteso decreto dovrebbe dunque favorire il cambio di passo per un prodotto agricolo «speciale» per l’altissima deperibili­tà che non consente stoccaggi.

Oltre alla scesa in campo dell’Authority, il provvedime­nto dovrebbe anche prevedere maglie più larghe per la compensazi­one delle quote. Un obiettivo particolar­mente importante in questa campagna in cui, dopo 4 anni, sono rispuntate le multe.

Il «tesoretto» di quote non utilizzate sarà dirottato a compensare chi ha sforato. Tra le priorità ci sono gli allevatori di montagna e chi supera il tetto, ma non oltre il 6%, un’asticella destinata ad alzarsi (forse il 12%). Unico punto fermo, per ora, il logo 100% italiano, da utilizzare per latte fresco e Uht, che però non è ancora operativo. Anzi proprio in questi giorni sarebbe sotto l’attenta lente della Commission­e Ue. Nessuna contestazi­one (almeno per ora) ma solo la richiesta di informazio­ni dettagliat­e al Mipaaf su obiettivi e funzioname­nto del marchio «privato e facoltativ­o».

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