Lo Zuccherificio del Molise a rischio-default
MOLISE
chiamata per il salvataggio dello zucchero al CentroSud. Anche se la situazione sembra ormai compromessa, visto che sul piano agronomico il calendario di semina delle barbabietole è scaduto. L'anno scorso, di questi tempi, 1.500 agricoltori in cinque regioni avevano già seminato circa 5.200 ettari.
Ieri i sindacati di categoria hanno inviato al ministero delle Politiche agricole una richiesta urgente «per ricercare ogni possibile soluzione circa la grave situazione in cui versa lo Zuccherificio del Molise». L'unico rimasto per la trasformazione delle barbabietole, ma che alle porte dellacampagna2015– esarebbela prima volta dopo 44 anni – rischia di non aprire i cancelli, decretando così il blocco della filiera.
Lo stabilimento di Termoli (Campobasso) è in stand-by. «Nuovo Zuccherificio del Molise», la società interamente controllata dalla regione che gestisce l'impianto, è sottoposta a procedura concorsuale, gravata da debiti accumulati negli anni che superano gli 80 milioni. E nei giorni scorsi l'amministratore unico, Enrico Cianciosi, ha fatto sapere di non poter avviare la campagna di lavorazione, se non a precise condizioni di sostenibilità economica. Diversamente, «si vedrà costretto» a mettere in liquidazione la società.
L'assessore all'Agricoltura, Vittorino Facciolla, nel tentativo di sbloccare la situazione, ha proposto una mini-campagna di lavorazione dello zuccherificio: un'apertura di una settimana che potrebbe dare un minimo di ossi- geno ai lavoratori, incentivando i bieticoltori ad avviare le semine.
Il quadro si complica anche sul fronte occupazionale. Per i 70 dipendenti dello zuccherificio sta per scadere anche l'ultimo ciclo di cassa integrazione. Da qui la comunicazione congiunta di FaiCisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, che «se dal ministero non dovesse arrivare alcuna convocazione, dal 29 aprile scatteranno manifestazioni a oltranza».
Al Nord la bieticoltura resiste. I due zuccherifici del Gruppo Coprob, a Minerbio (Bologna) e Pontelongo (Padova), trasformeranno le bietole seminate su quasi 32mila ettari, come nelle
LO SCENARIO L’impianto, gravato da 80 milioni di debiti, non è in grado di riaprire dopo 44 anni di attività L’allarme dei sindacati
previsioni. Eridania Sadam (Gruppo Maccaferri) a San Quirico di Parma lavorerà quelle in arrivo da 8mila ettari, un po' meno del previsto a causa delle piogge insistenti.
L'Italia, nel complesso, è uno degli 11 paesi Ue, su 19 produttori, che quest'anno riduce le superfici. A seguito di concentrazioni agroindustriali già in corso, in particolare in Francia e Germania, e di costi che la maggior parte dei partner non può più sostenere. E i bieticoltori europei riuniti nel Cibe, anche a seguito del crollo del 40% del prezzo dello zucchero, hanno chiesto alla Commissione Ue aiuti allo stoccaggio privato e il blocco per due anni delle autorizzazioni all'import aggiuntivo dai paesi terzi.