Agenzie fiscali, uffici al rallentatore
al rallentatore in attesa di una soluzione all’impasse sulle agenzie fiscali dopo la sentenza 37/2015 della Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittime le norme sui funzionari con incarichi dirigenziali nominati senza concorso. Le segnalazioni arrivate in questi ultimi giorni dai professionisti al Sole 24 Ore testimoniano come anche alcune attività di routine rischiano di essersi impantanate o fortemente frenate. Naturalmente si tratta di indicazioni a macchia di leopardo e per ora non si può arrivare alla conclusione che tutti gli uffici d’Italia siano in sofferenza. «Viene segnalato dal territorio – sottolinea Fulvio Morelli, com- ponente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e coordinatore della commissione fiscalità - un rallentamento delle attività che ci dicono essere riferite alle conseguenze della sentenza 37/2015». Resta il fatto, comunque, che in qualche caso sono saltati gli incontri fissati per la firma dell’adesione all’accertamento. Un posticipo a data da destinarsi per mancanza del delegato a firmare. Il problema, però, è che il tempo stringe e quindi se l’adesione non si perfezionerà (pur avendo già fisco e contribuente trovato un punto d’accordo) si rischia di finire in contenzioso, mettendo così in pericolo il recupero dalla contestazione avanzata.
Non è l’unico problema. Anche sui rimborsi ci sono le prime indicazioni che non tutto procede con il ritmo di prima della sentenza. Certo, bisognerà aspettare i primi dati per confermare indicazioni e preoccupazioni in tal senso ma il campanello d’allarme sta già suonando. Del resto, era stata la stessa commissione Finanze della Camera a mettere nero su bianco i rischi che si corrono senza una soluzione tempestiva al problema (si veda Il Sole 24 Ore del 23 aprile). Nell’esprimere parere favorevole al Def, i parlamentari hanno chiesto un intervento rilevando proprio i possibili ritardi nell’erogazione dei rimborsi Iva, soprattutto tenuto conto che sono già entrati in vigore lo split payment (ancora in attesa del via libera comunitario) e l’estensione del reverse charge in edilizia. Per non parlare poi degli altri delicati capitoli come il nuovo ravvedimento operoso e le procedure (che richiedono un lavoro sicuramente complesso in sede di lavorazione) per il rientro dei capitali.
A questo si aggiunge poi un’altra questione. I contrasti giurisprudenziali emersi negli ultimi giorni tra Commissioni tributarie (e puntualizzati anche da un comunicato dell’agenzia delle Entrate) sulla validità degli atti sottoscritti dai dirigenti decaduti sono una spia del possibile contenzioso che si potrebbe generare nei prossimi mesi. Nonostante fin da subito l’amministrazione finanziaria si sia mossa per precisare la totale validità degli atti forte anche dei precedenti di giurisprudenza di legittimità, resta molto fermento sull’opportunità di impugnare gli atti o addirittura di integrare i ricorsi sollevando l’illegittimità della firma. E qualche professionista, che preferisce rimanere anonimo, rimarca: «Sono i clienti stessi a chiederci di impugnare». Anche per questo tra le ipotesi circolate nei giorni scorsi c’era quella che un possibile intervento normativo destinato a risolvere tutta l’impasse potesse anche «blindare» gli atti emessi in passato. 7 La sentenza 37/2015 della Consulta ha dichiarato incostituzionali le norme che hanno consentito la nomina di 1.200 funzionari a incarichi dirigenziali nelle agenzie fiscali (di cui 800 alle Entrate) senza concorso. Anche la commissione Finanze della Camera nell’esprimere parere favorevole al Def ha chiesto un intervento urgente per non bloccare la funzionalità degli uffici sia alla luce dei nuovi impegni che delle attività a carattere ordinario
IL NODO CONTENZIOSO Si apre anche il fronte dei ricorsi contro gli atti firmati dai dirigenti decaduti: c’è il rischio di un aumento delle controversie