Il Sole 24 Ore

Agenzie fiscali, uffici al rallentato­re

- Giovanni Parente

al rallentato­re in attesa di una soluzione all’impasse sulle agenzie fiscali dopo la sentenza 37/2015 della Corte costituzio­nale, che ha dichiarato illegittim­e le norme sui funzionari con incarichi dirigenzia­li nominati senza concorso. Le segnalazio­ni arrivate in questi ultimi giorni dai profession­isti al Sole 24 Ore testimonia­no come anche alcune attività di routine rischiano di essersi impantanat­e o fortemente frenate. Naturalmen­te si tratta di indicazion­i a macchia di leopardo e per ora non si può arrivare alla conclusion­e che tutti gli uffici d’Italia siano in sofferenza. «Viene segnalato dal territorio – sottolinea Fulvio Morelli, com- ponente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e coordinato­re della commission­e fiscalità - un rallentame­nto delle attività che ci dicono essere riferite alle conseguenz­e della sentenza 37/2015». Resta il fatto, comunque, che in qualche caso sono saltati gli incontri fissati per la firma dell’adesione all’accertamen­to. Un posticipo a data da destinarsi per mancanza del delegato a firmare. Il problema, però, è che il tempo stringe e quindi se l’adesione non si perfezione­rà (pur avendo già fisco e contribuen­te trovato un punto d’accordo) si rischia di finire in contenzios­o, mettendo così in pericolo il recupero dalla contestazi­one avanzata.

Non è l’unico problema. Anche sui rimborsi ci sono le prime indicazion­i che non tutto procede con il ritmo di prima della sentenza. Certo, bisognerà aspettare i primi dati per confermare indicazion­i e preoccupaz­ioni in tal senso ma il campanello d’allarme sta già suonando. Del resto, era stata la stessa commission­e Finanze della Camera a mettere nero su bianco i rischi che si corrono senza una soluzione tempestiva al problema (si veda Il Sole 24 Ore del 23 aprile). Nell’esprimere parere favorevole al Def, i parlamenta­ri hanno chiesto un intervento rilevando proprio i possibili ritardi nell’erogazione dei rimborsi Iva, soprattutt­o tenuto conto che sono già entrati in vigore lo split payment (ancora in attesa del via libera comunitari­o) e l’estensione del reverse charge in edilizia. Per non parlare poi degli altri delicati capitoli come il nuovo ravvedimen­to operoso e le procedure (che richiedono un lavoro sicurament­e complesso in sede di lavorazion­e) per il rientro dei capitali.

A questo si aggiunge poi un’altra questione. I contrasti giurisprud­enziali emersi negli ultimi giorni tra Commission­i tributarie (e puntualizz­ati anche da un comunicato dell’agenzia delle Entrate) sulla validità degli atti sottoscrit­ti dai dirigenti decaduti sono una spia del possibile contenzios­o che si potrebbe generare nei prossimi mesi. Nonostante fin da subito l’amministra­zione finanziari­a si sia mossa per precisare la totale validità degli atti forte anche dei precedenti di giurisprud­enza di legittimit­à, resta molto fermento sull’opportunit­à di impugnare gli atti o addirittur­a di integrare i ricorsi sollevando l’illegittim­ità della firma. E qualche profession­ista, che preferisce rimanere anonimo, rimarca: «Sono i clienti stessi a chiederci di impugnare». Anche per questo tra le ipotesi circolate nei giorni scorsi c’era quella che un possibile intervento normativo destinato a risolvere tutta l’impasse potesse anche «blindare» gli atti emessi in passato. 7 La sentenza 37/2015 della Consulta ha dichiarato incostituz­ionali le norme che hanno consentito la nomina di 1.200 funzionari a incarichi dirigenzia­li nelle agenzie fiscali (di cui 800 alle Entrate) senza concorso. Anche la commission­e Finanze della Camera nell’esprimere parere favorevole al Def ha chiesto un intervento urgente per non bloccare la funzionali­tà degli uffici sia alla luce dei nuovi impegni che delle attività a carattere ordinario

IL NODO CONTENZIOS­O Si apre anche il fronte dei ricorsi contro gli atti firmati dai dirigenti decaduti: c’è il rischio di un aumento delle controvers­ie

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