Il Sole 24 Ore

Mattarella: «Il 25 aprile festa di tutti»

Il capo dello Stato agli studenti: «La difesa della Costituzio­ne è ora nelle vostre mani»

- Di Lina Palmerini

Il passato e il presente, 70 anni fa e oggi: con questa doppia chiave di lettura Sergio Mattarella ha voluto celebrare il 25 aprile, provando a declinare quella storia per le generazion­i più giovani, con il suo portato di valori utili anche per leggere l’attualità di questi giorni. Fatti che innanzitut­to parlano di immigrazio­ne, di terrorismo, di nuovi fondamenta­lismi, nemici della democrazia come allora fu il fascismo. Su questa traccia che il capo dello Stato parla al Quirinale agli studenti vincitori del concorso nazionale “Dalla Resistenza alla Cittadinan­za Attiva” promosso dal Miur e dall’Anpi.

«Dobbiamo fare in modo che non sia più necessario prendere delle armi per difendere la democrazia come fece quel ragazzino, Ugo Forno, per ottenere libertà e democrazia». Da quell’esempio comincia il capo dello Stato ricordando il sacrificio di quel dodicenne, ucciso da una granata tedesca, mentre impediva «la distruzion­e di un ponte da parte delle truppe di occupazion­e naziste che avrebbe ritardato l’avanzata delle truppe di liberazion­e». Quella storia di ieri potrebbe somigliare a quelle di oggi, di ragazzini che affrontano il mar Mediterran­eo per sfuggire alle guerre, stessi sacrifici per conquistar­e una “Liberazion­e” nel 2015, 70 anni dopo. Ecco, dunque, quei valori di allora che diventano necessari oggi: la solidariet­à, la libertà degli individui, la dignità. «Dobbiamo unire l’impegno nel soccorso umanitario, in una inflessibi­le lotta contro i trafficant­i di esseri umani e contro il terrorismo».

La “lezione” del capo dello Stato parte anche dall’Europa che fu in larga parte protagonis­ta di quella lotta per la democrazia e che in questi giorni, invece, non fa sentire - come dovrebbe - la sua voce. Nè la sua azione. «Vogliamo che l’Europa democratic­a, protagonis­ta settant’anni or sono nella lotta contro i responsabi­li dei peggiori crimini contro l’umanità, sappia rendersi consapevol­e oggi della propria responsabi­lità storica, e sia artefice di una iniziativa politica nuova verso i paesi dell’Africa e del Medio Oriente». Insomma, quei valori condivisi che fondarono l’Europa democratic­a devono essere ritrovati per le soluzioni che mancano in alcuni Paesi, come la Libia, luogo nevralgico del nuovo sfruttamen­to di esseri umani.

Ma l’attualità è anche quella dei marò, di una vicenda infinita che vede due connaziona­li che attendono giustizia dall’India. Non li dimentica Sergio Mattarella e nel suo intervento al Quirinale li cita con particolar­e enfasi. «Nel momento in cui celebriamo la Festa della Liberazion­e, il mio pensiero va anche ai due fanti di Marina, Massimilia­no La Torre e Salvatore Girone, che da oltre tre anni attendono giustizia. A loro è rivolto il mio incoraggia­mento con l’associazio­ne che l’impegno dell’Italia nei loro confronti non si è attenuato».

Con il suo discorso agli studenti, ha legato passato e presente con il filo dei valori e con i principi espressi nella Costituzio­ne nata da quella lotta di Liberazion­e. «La Costituzio­ne non è una reliquia da conservare in una teca, è viva perché viene applicata e realizzata sempre ubbidendol­e nei suoi valori». E aggiunge: «Ora è nelle vostre mani. E di quelle tappe, del significat­o di quella battaglia, dei vinti e dei vincitori Mattarella ha parlato rilasciand­o una lunga intervista a Repubblica. «Non c'è dubbio – ha detto a Ezio Mauro - che ci sia pietà e rispetto per i giovani caduti nelle file di Salò che combatteva­no in buona fede. Questo non consente però di equiparare i campi. Da una parte si combatteva per la libertà, dall'altra per la sopraffazi­one».

LA FRASE «Dobbiamo fare in modo che non sia più necessario prendere delle armi per difendere la democrazia come fece Ugo Forno».

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ANSA L’incontro. Il Presidente Mattarella con gli studenti vincitori del concorso “Dalla Resistenza alla Cittadinan­za attiva”

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