Il Sole 24 Ore

I pm: a processo Mussari e Vigni

Richiesta di giudizio anche per Baldassarr­i, gli ex manager di Nomura e le due banche

- Sara Monaci

richiesta di rinvio a giudizio nella maxi inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena. La procura di Milano, per quanto riguarda il filone investigat­ivo sull’operazione finanziari­a «Alexandria» sottoscrit­ta da Mps e Nomura, ha chiesto il processo per l’ex presidente del Monte Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni e l’ex responsabi­le finanziari­o Gianluca Baldassarr­i. Oltre agli ex vertici dell’istituto senese - già condannati in primo grado a 3 anni di reclusione dal tribunale di Siena per ostacolo alla vigilanza per la stessa vicenda - i pm milanesi estendono la richiesta anche per Sadeq Sayeed, ex ceo di Nomura Internatio­nal, e Raffaele Ricci, ex manager di Dresdner e di Nomura, nonché per le stesse due banche in base alla normativa sulla responsabi­lità amministra­tiva. Per tutti l’accusa è di manipolazi­one del mercato e falso in bilancio.

Anche a Milano, dopo la condanna di Siena, si parla per ora del solo filone relativo al derivato Alexandria, che avrebbe causato perdite per 300 milioni nei conti del Monte dei Paschi; rimane ancora da approfondi­re la vicenda relativa all’acquisizio­ne d

i Antonvenet­a, le cui indagini sono state coordinate inizialmen­te dalla procura di Siena per poi essere trasferite per competenza territoria­le a Milano, insieme, appunto, alla vicenda del contratto firmato con Nomura. Sullo sfondo si intravede intanto anche l’avanzament­o delle indagini sul derivato Santorini, sottoscrit­to con Deutsche Bank, per il quale ci sono da pochi giorni degli indagati ufficiali (la banca stessa e il manager Ivor Dunbar).

Ora tutto è nelle mani dei pm Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici (tranne le indagini sulla banda del 5%, ancora a Siena), che coordinano l’inchiesta in collaboraz­ione con il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza.

Secondo l’accusa, con l’operazione finalizzat­a a ristruttur­are il derivato Alexandria inizialmen­te sottoscrit­to con Dresdner, Nomura avrebbe offerto un contratto tutt’altro che vantaggios­o, causa di una perdita nel bilancio 2009 di Mps pari a 300 milioni. Il tutto, come sostenevan­o anche i pm senesi, per abbellire i conti e permettere al management dell’epoca di rimanere solidament­e nei loro ruoli apicali.

Nelle carte dell’inchiesta milanese in realtà ci sarebbero anche sviluppi aggiuntivi, che potrebbero aprire nuovi scenari. Il contratto con Nomura pre- vedeva infatti l'acquisizio­ne di 3 miliardi di Btp 2034 da parte di Mps, grazie ad un prestito offerto da Nomura, che poi sarebbero dovuti tornare in pancia a Nomura allo scadere del tempo (con una controgara­nzia offerta dalla stessa banca senese contro il rischio di fallimento dello Stato italiano). Questa operazione si sarebbe però rivelata fittizia, realizzata solo sulla carta. Il che vuol dire che i 3 miliardi di Btp, inseriti nei bilanci di Mps, non ci sarebbero mai stati. E non solo nel 2009, ma neppure nel 2010 e negli anni successivi.

Con la richiesta di processo per l'operazione Alexandria si interrompo­no i termini di prescrizio­ne per Mps come persona giuridica. Ora la procura di Milano dovrà occuparsi del derivato con Deutsche Bank e del dossier Antonvenet­a.

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ANSA Sotto accusa. Giuseppe Mussari, ex presidente del Montepasch­i

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