La Bce entra nei board delle banche italiane
La Bce “entra” nei Consigli di amministrazione delle banche italiane ed europee. Secondo le indicazioni di Francoforte, uno o più ispettori che compongono i Joint supervisory team (Jst) - le squadre che dallo scorso novembre vigilano le maggiori banche del Continente - potranno occasionalmente prendere parte alle riunioni dei Cda degli istituti. Sia chiaro: i funzionari europei non avranno alcun potere decisionale, ma parteciperanno agli incontri solo in qualità di uditori per finalità legate all’analisi e alla valutazione dei processi di governance interna.
La novità è già stata sperimentata da alcune banche italiane: è il caso di UniCredit, ad esempio, che lo scorso 9 aprile ha registrato la prima partecipazione degli uomini della Banca centrale nel tradizionale board mensile. A breve sarà il turno anche di Intesa Sanpaolo, il cui management è in contatto con gli ispettori per per definire il primo appuntamento utile.
Gli “ingressi” degli ispettori nei Cda verranno comunque valutati caso per caso, a insindacabile giudizio di Francoforte. Tuttavia, andando anche oltre i singoli casi dei due colossi italiani del credito, è possibile che la Bce estenda la mi- sura anche alle altre banche italiane che rientrano sotto il controllo della Vigilanza unica, il cosiddetto Single Supervisory Mechanism. Del resto quella di aprire i board alle banche centrali è una prassi già utilizzata in altri paesi del Vecchio Continente. Francoforte punta così a estendere le best practice presenti a livello nazionale a tutti i paesi europei, armonizzandole tra loro.
Gli ispettori, come detto, non potranno interferire con le decisioni prese nel corso delle riunioni, ma avranno il compi- to di analizzare nel dettaglio le dinamiche relative alla formazione dei processi decisionali all’interno del board. L’obiettivo di Francoforte è infatti quello di valutare, caso per caso, le eventuali criticità presenti nel processo di governo dei rischi dei singoli istituti. Sia rispetto alla valutazione del risk appetite (ovvero la propensione al rischio dell’azienda, elemento che influenza le strategie e il modello di business di ogni banca) che la risk governance interna, ovvero i meccanismi con cui le singole decisioni ven- gono prese in seno ai Cda.
In entrambi i casi, si tratta di valutazioni che rientrano nel quadro dello Srep , il processo di revisione e valutazione prudenziale attualmente in corso, al termine del quale alle banche potrebbero essere richiesti nuovi adeguamenti patrimoniali.
Per superare le barriere linguistiche (ed evitare possibili incomprensioni), a partecipare ai Cda saranno gli uomini dei Jst che parlano la lingua ufficiale del board. Per l a maggioranza delle banche i taliane, dunque, saranno coinvolti gli ispettori della Bce di lingua italiana presenti in ogni team di vigilanza.
LA NOVITÀ Previste visite occasionali con il coinvolgimento dei componenti del team ispettivo che parlano italiano