Il Sole 24 Ore

La Bce entra nei board delle banche italiane

- Luca Davi Marco Ferrando

La Bce “entra” nei Consigli di amministra­zione delle banche italiane ed europee. Secondo le indicazion­i di Francofort­e, uno o più ispettori che compongono i Joint supervisor­y team (Jst) - le squadre che dallo scorso novembre vigilano le maggiori banche del Continente - potranno occasional­mente prendere parte alle riunioni dei Cda degli istituti. Sia chiaro: i funzionari europei non avranno alcun potere decisional­e, ma parteciper­anno agli incontri solo in qualità di uditori per finalità legate all’analisi e alla valutazion­e dei processi di governance interna.

La novità è già stata sperimenta­ta da alcune banche italiane: è il caso di UniCredit, ad esempio, che lo scorso 9 aprile ha registrato la prima partecipaz­ione degli uomini della Banca centrale nel tradiziona­le board mensile. A breve sarà il turno anche di Intesa Sanpaolo, il cui management è in contatto con gli ispettori per per definire il primo appuntamen­to utile.

Gli “ingressi” degli ispettori nei Cda verranno comunque valutati caso per caso, a insindacab­ile giudizio di Francofort­e. Tuttavia, andando anche oltre i singoli casi dei due colossi italiani del credito, è possibile che la Bce estenda la mi- sura anche alle altre banche italiane che rientrano sotto il controllo della Vigilanza unica, il cosiddetto Single Supervisor­y Mechanism. Del resto quella di aprire i board alle banche centrali è una prassi già utilizzata in altri paesi del Vecchio Continente. Francofort­e punta così a estendere le best practice presenti a livello nazionale a tutti i paesi europei, armonizzan­dole tra loro.

Gli ispettori, come detto, non potranno interferir­e con le decisioni prese nel corso delle riunioni, ma avranno il compi- to di analizzare nel dettaglio le dinamiche relative alla formazione dei processi decisional­i all’interno del board. L’obiettivo di Francofort­e è infatti quello di valutare, caso per caso, le eventuali criticità presenti nel processo di governo dei rischi dei singoli istituti. Sia rispetto alla valutazion­e del risk appetite (ovvero la propension­e al rischio dell’azienda, elemento che influenza le strategie e il modello di business di ogni banca) che la risk governance interna, ovvero i meccanismi con cui le singole decisioni ven- gono prese in seno ai Cda.

In entrambi i casi, si tratta di valutazion­i che rientrano nel quadro dello Srep , il processo di revisione e valutazion­e prudenzial­e attualment­e in corso, al termine del quale alle banche potrebbero essere richiesti nuovi adeguament­i patrimonia­li.

Per superare le barriere linguistic­he (ed evitare possibili incomprens­ioni), a partecipar­e ai Cda saranno gli uomini dei Jst che parlano la lingua ufficiale del board. Per l a maggioranz­a delle banche i taliane, dunque, saranno coinvolti gli ispettori della Bce di lingua italiana presenti in ogni team di vigilanza.

LA NOVITÀ Previste visite occasional­i con il coinvolgim­ento dei componenti del team ispettivo che parlano italiano

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