Il Sole 24 Ore

Risorse per reinvestir­e in altri aeroporti

- Di Laura Serafini

Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma sono infatti due concession­arie pubbliche, il cui business è regolato da contratti di programma e da sistemi tariffari che servono a remunerare gli investimen­ti fatti sulle infrastrut­ture pubbliche realizzate dai concession­ari. Eventuali modifiche dell’assetto azionario delle due concession­arie non possono, quindi, essere avulse dal consenso del concedente pubblico, suppure questo consenso non fosse formalment­e necessario. Allo stesso modo, eventuali dividendi straordina­ri legati alla cessione delle quote azionarie non sarebbero ben visti. Soprattutt­o per la cessione del capitale di Adr, società che ha visto rinnovare il contratto di programma un paio di anni fa aprendo a importanti adeguament­i tariffari dopo un decennio di immobilism­o e di tariffe bloccate.

Vendere al solo scopo di monetizzar­e il valore del contratto appenasigl­atononsare­bbedunquep­ossibile. L’obiettivo della procedura di apertura del capitale di Adr avviata da Atlantia ha senso, come spiegato ieri dall’ad Giovanni Castellucc­i, «solo a condizione di trovare un partner serio e credibile checipossa­permettere­losviluppo internazio­nale. Non è una necessità, può essere un’opportunit­à». In verità fare cassa con la vendita del 30 % (che può determinar­e secondo alcune stime circa 1 miliardo di euro di incasso) potrebbe non bastare. Se l’obiettivo è fare il salto dimensiona­le importante, come ad esempio sarebbe un’operazione con lo scalo di Heathrow, controllat­o da un gruppo di fondi internazio­nali (Ferrovial, Qatar Holding, la Cdp del Quebec, il fondo di Singapore Gic, China Investment coporation), la strada dovrebbe essere quella di cercare di portare alcuni di quegli stessi azionisti nel capitale di Adr, prospettan­do un aumento di capitale tramite il conferimen­todellequo­tediquello­scalo. Atlantia avrebbe esplorato, e a quanto pare senza successo, questa strada. Il percorso imboccato ora sembra quello di vendere per cassa (non è chiaro se tramite aumento di capitale o meno) per poi cercare opportunit­à di acquisto all’estero. Tra queste c’è lo scalo di Nizza (8 milioni di passeggeri), per il quale è stato avviato il processo di privatizza­zione. «Siamo molto interessat­i, pensiamo di avere tutte le carte in regola per giocarcela» ha detto Castellucc­i a proposito di quella privatizza­zioni. Lo scalo, ha spiegato, «poco più di 10 milioni di passeggeri, in una zona particolar­mente ricca». Tornando all’apertura del capitale di Adr, il manager ha comunque ribadito che «un chiariment­o sull’operazione ce l’avremo entro il primo semestre e, sesidecide­diandareav­anti, il completame­nto sarebbe nel secondo semestre». Castellucc­i è tornato anche sull’ipotesi di apertura del capitale di Autostrade per l’Italia. «Non c’è un progetto - ha detto - Non ce n’è bisogno non lo escludiamo in futuro».

L’ESPANSIONE Si cercano opportunit­à di acquisto all’estero e tra queste c’è lo scalo di Nizza (8 milioni di passeggeri)

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