Risorse per reinvestire in altri aeroporti
Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma sono infatti due concessionarie pubbliche, il cui business è regolato da contratti di programma e da sistemi tariffari che servono a remunerare gli investimenti fatti sulle infrastrutture pubbliche realizzate dai concessionari. Eventuali modifiche dell’assetto azionario delle due concessionarie non possono, quindi, essere avulse dal consenso del concedente pubblico, suppure questo consenso non fosse formalmente necessario. Allo stesso modo, eventuali dividendi straordinari legati alla cessione delle quote azionarie non sarebbero ben visti. Soprattutto per la cessione del capitale di Adr, società che ha visto rinnovare il contratto di programma un paio di anni fa aprendo a importanti adeguamenti tariffari dopo un decennio di immobilismo e di tariffe bloccate.
Vendere al solo scopo di monetizzare il valore del contratto appenasiglatononsarebbedunquepossibile. L’obiettivo della procedura di apertura del capitale di Adr avviata da Atlantia ha senso, come spiegato ieri dall’ad Giovanni Castellucci, «solo a condizione di trovare un partner serio e credibile checipossapermetterelosviluppo internazionale. Non è una necessità, può essere un’opportunità». In verità fare cassa con la vendita del 30 % (che può determinare secondo alcune stime circa 1 miliardo di euro di incasso) potrebbe non bastare. Se l’obiettivo è fare il salto dimensionale importante, come ad esempio sarebbe un’operazione con lo scalo di Heathrow, controllato da un gruppo di fondi internazionali (Ferrovial, Qatar Holding, la Cdp del Quebec, il fondo di Singapore Gic, China Investment coporation), la strada dovrebbe essere quella di cercare di portare alcuni di quegli stessi azionisti nel capitale di Adr, prospettando un aumento di capitale tramite il conferimentodellequotediquelloscalo. Atlantia avrebbe esplorato, e a quanto pare senza successo, questa strada. Il percorso imboccato ora sembra quello di vendere per cassa (non è chiaro se tramite aumento di capitale o meno) per poi cercare opportunità di acquisto all’estero. Tra queste c’è lo scalo di Nizza (8 milioni di passeggeri), per il quale è stato avviato il processo di privatizzazione. «Siamo molto interessati, pensiamo di avere tutte le carte in regola per giocarcela» ha detto Castellucci a proposito di quella privatizzazioni. Lo scalo, ha spiegato, «poco più di 10 milioni di passeggeri, in una zona particolarmente ricca». Tornando all’apertura del capitale di Adr, il manager ha comunque ribadito che «un chiarimento sull’operazione ce l’avremo entro il primo semestre e, sesidecidediandareavanti, il completamento sarebbe nel secondo semestre». Castellucci è tornato anche sull’ipotesi di apertura del capitale di Autostrade per l’Italia. «Non c’è un progetto - ha detto - Non ce n’è bisogno non lo escludiamo in futuro».
L’ESPANSIONE Si cercano opportunità di acquisto all’estero e tra queste c’è lo scalo di Nizza (8 milioni di passeggeri)