Il Sole 24 Ore

Pensioni, rimborsi per fasce e con tetto

In alternativ­a restituzio­ne limitata alla quota di assegno sotto i 1.405 euro - Vertice Renzi-Padoan

- Davide Colombo Marco Rogari

arretrato in configuraz­ione una tantum nel 2015. Ma senza precludere la possibilit­à di rimborsarl­o anche in più anni ai pensionati rimasti “congelati” nel 2012 e 2013 dalla riforma MontiForne­ro. Con un nuovo meccanismo progressiv­o basato sulle fasce di reddito da pensione, magari con un tetto tra i 3.500 e 5mila euro oltre il quale la perequazio­ne non verrebbe restituita. Sarebbe questo l’ultimo schema su cui sta lavorando il Governo per dare una soluzione al nodo-indicizzaz­ioni dopo la pronuncia della Consulta. Anche se non mancano ancora le alternativ­e, come quella di rimborsare l’indicizzaz­ione per ogni assegno solo per la quota inferiore alle tre volte il minimo, confermand­o il blocco per la parte altra del trattament­o. In ogni caso la sentenza è da considerar­e immediatam­ente applicabil­e, come ha precisato ieri il presidente della Corte costituzio­nale, Alessandro Criscuolo. Il tutto mentre proseguiva la bagarre. Con i sindacati sul piede di guerra per chiedere la tempestiva applicazio­ne della sentenza, i consumator­i che si dichiarano pronti alla class action e a denunciare l’Inps e l’opposizion­e all’attacco, Lega in testa.

Sul dossier pensioni e sul confronto in atto con la Ue si è svolto ieri sera un lungo incontro a Palazzo Chigi tra il premier, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Entro lunedì a Bruxelles sarà inviata una comunicazi­one sulla strategia che il Governo intende seguire per risolvere la questione ma pro- babilmente senza misure di dettaglio. Un’anticipazi­one che potrebbe arrivare in coincidenz­a con l’Eurogruppo e comunque prima delle Raccomanda­zioni della Commission­e Ue, attese per il 13 maggio.

Sul piano operativo al momento le opzioni possibili sono due: un anticipo dell’assestamen­to di bilancio a giugno con il contempora­neo varo di un decreto sul rimborso degli arretrati; in caso contrario l’Esecutivo ricorrereb­be a un provvedime­nto urgente in chiave sospensiva da varare al più tardi all’inizio del prossimo mese subito dopo la tornata elettorale. L’assestamen­to di bilancio diventereb­be in ogni caso il pilastro dell’operazione evitando, come aveva già dichiarato il ministro Padoan, una manovra. La gestione in versione una tantum dell’arretrato, se accolta dalla Ue, consentire­bbe al Governo di non avere ricadute sul deficit struttural­e grazie all’utilizzo della clausola di salvaguard­ia per le circostanz­e eccezional­i. Resterebbe il problema del deficit nominale previsto per quest’anno al 2,6% del Pil e che inevitabil­mente crescerebb­e. Ma con un dimezzamen­to (o forse più) del flusso di rimborsi da restituire (non più di 4-4,5 miliardi lordi anziché gli 8,7 previsti per il bi- ennio 2012-2013) il deficit rimarrebbe comunque abbondante­mente al di sotto del limite del 3 per cento. È invece stata recisament­e esclusa l’ipotesi, circolata nei giorni scorsi, di rimborsare le indicizzaz­ioni perdute utilizzand­o i BoT.

Per il calcolo del rimborso potrebbe essere utilizzata la griglia prevista dalla legge di stabilità 2014 (Esecutivo Letta) e che parte dal 100% fino a 3 volte il minimo per scendere al 45% oltre le sei volte il minimo ma con un tetto collocato più in alto, e oltre il quale il rimborso non arriverebb­e. Ipotesi che fa infuriare le opposizion­i, a partire dal leader della Lega, Matteo Salvini, che si dice pronto «da martedì a occupare il Tesoro», contro uno Stato «ladro che ha derubato 6 milioni di persone». La linea del tetto ai rimborsi trova invece più di un consenso all’interno della maggioranz­a. Insiste a sostenerla il sottosegre­tario Enrico Zanetti, che ribadisce come «il rimborso a tutti sarebbe una follia». E propone, a sua volta, una soglia di 5mila euro giocando sul deficit per reperire le risorse.

I meccanismi di distinzion­e per fasce di reddito potrebbero essere diversi. Così come i criteri di calcolo del rimborso nei casi di pensionati oltre certe soglie che siano beneficiar­i di più prestazion­i. In questo caso potrebbero scattare perequazio­ni più leggere. Sulle indicizzaz­ioni future, sapendo che il sistema di calcolo attuale scade a fine 2016, le decisioni verranno prese con la legge di stabilità. Per il Governo c’è comunque un punto fermo: la soluzione dovrà essere equa e sostenibil­e.

GLI EFFETTI DELL’ALT DELLA CONSULTA SUGLI ASSEGNI (LORDI) 2015

MECCANISMO ALLO STUDIO Possibile che gli importi da restituire ai pensionati vengano rateizzati in più anni Esclusa invece l’ipotesi di utilizzare i BoT

LE RIVALUTAZI­ONI DELLE PENSIONI IN BASE ALLA LEGGE DI STABILITÀ 2014

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy