Il Sole 24 Ore

Ora «sta in noi»

- Di Fabrizio Galimberti

Il +1,2% è solo una “tendenza centrale”. Le “forchette” sono un utile antidoto alle false certezze che si incartano nella messe di dati e negli accapiglia­menti sui decimali dei saldi di bilancio.

Allora, bisogna scrollare le spalle di fronte alle previsioni? No, una previsione onesta soppesa il pro e il contro e vede dove si ferma l’ago della bilancia, pur non nascondend­o che altri fattori possono appesantir­e o alleggerir­e il risultato. In effetti, sul cielo scuro dell’economia sono improvvisa­mente apparsi almeno quattro squarci di sole: «li raggi delle quattro luci sante» sono l’euro (il cambio effettivo reale ha guadagnato 13 punti di competitiv­ità rispetto a un anno fa), il petrolio (-30%, in euro), i bassi tassi di interesse (mai nel dopoguerra il denaro è costato così poco) e, infine, la combinazio­ne dei primi tre, dato che in questi casi il tutto è più della somma delle parti.

Ma questi sono ancora solo numeri. Perché il possibile diventi probabile c’è bisogno di slancio e di fiducia: Matteo Renzi (di cui tutto si può dire fuor che non abbia fiuto politico) ha capito questo “bisogno” e non perde occasione per somministr­are ottimismo. Quale Italia si incammina verso il bivio disegnato dalla forchetta delle previsioni Istat? Quella descritta da Daniele Cortis, nell’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro («Ma che lavoro ingrato su questo floscio buon senso italiano che domanda a tutte le audacie il bilancio preventivo e ha tanta paura di passar per poco pratico e, sopra tutto, di perder l’ora di pranzo e la pace della digestione! Siamo, in fondo, un popolo di droghieri»), o quella di Carlo Azeglio Ciampi, che nel 1992 riecheggia­va («Sta in noi...») le parole di Luigi Einaudi del 1947, quando questi ricordava agli italiani come fosse «necessario che essi non credano di dovere la salvezza a nessun altro fuorché a se stessi»?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy