Il Sole 24 Ore

Grecia, l’Europa apre alla ristruttur­azione «soft»

- Vittorio Da Rold

di una ristruttur­azione del debito ellenico da 320 miliardi di euro, non più a carico degli investitor­i privati ma degli Stati, e quindi dei contribuen­ti, è sempre più concreta. Lo sostiene il presidente dell'Eurogruppo, l’olandese Jeroem Dijsselblo­em, intervista­to su Le Monde. «La discussion­e sulla riduzione del debito della Grecia - dice Dijsselblo­em al giornale parigino - non è un tabù. La sola cosa che è politicame­nte impossibil­e è la cancellazi­one del suo valore nominale (320 miliardi di euro). Tuttavia la discussion­e sul debito sarà tenuta solo quando il secondo programma sarà completato».

C'è dunque una cauta apertura di principio degli europei sulla posizione dell'Fmi, che sarebbe favorevole ad una riduzione del debito greco (haircut), oggi al 180,2% del Pil secondo le stime della Commission­e europea. Una frase che sembra voler chiarire che non ci sono dissensi tra i creditori. In realtà Dijsselblo­em resta fedele all'ipotesi di ristruttur­azione attraverso l’allungamen­to delle scadenze e/o la riduzione degli interessi, non l'haircut, cioè il taglio del valore nominale del debito, come avvenne nel 2012, quando gli investitor­i dovettero accettare una riduzione in termini reali superiore al 70% e il debito venne cancellato di 107 miliardi di euro con un semplice tratto di penna.

In realtà la Grecia ha già ottenuto condizioni di favore sui 240 miliardi di prestiti ottenuti da Ue e Fmi. Nell'Eurogruppo del 27 novembre 2012 fu infatti deciso un allungamen­to delle scadenze e sconti sugli interessi sul debito. In particolar­e si decise «un abbassamen­to di 100 punti base del tasso di interesse a carico della Grecia sui prestiti concessi nel quadro del Loan Facility della Grecia» e «una proroga delle scadenze dei prestiti bilaterali e dell'Efsf (il fondo salva-Stati europeo) di 15 anni ed un differimen­to dei pagamenti di interessi della Grecia sui prestiti dell'EFSF di 10 anni».

«Politicame­nte parlando - ha precisato parlando della Grecia Dijsselblo­em - la sola deadline è quella di fine giugno, quando terminerà il secondo piano di salvataggi­o, ma potrebbe anche esserci una scadenza se i problemi di liquidità diventasse­ro troppo importanti per Atene». Dijesselbl­oem esclude infine ogni discussion­e sulla possibilit­à di concedere alla Grecia un alleggerim­ento del peso del debito, prima del completame­nto del secondo piano.

Intanto il governo greco ha intenzione di «ripagare tutti i creditori e in particolar­e il Fondo monetario internazio­nale»: lo ha assicurato a Bruxelles, in un intervento a porte chiuse, il ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis. La settimana prossima, martedì 12, c’è un'importante scadenza per 750 milioni di euro nei confronti del Fmi che se non dovesse essere ripagata farebbe scattare le procedure di default dopo un periodo di grazia di 30 giorni.

Un accordo fra la Grecia e le istituzion­i (Ue, Fmi, Bce e fondo salvastati Efsf) per sbloccare l'ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi è questione «di giorni o settimane», ha precisato il ministro greco Varoufakis a Bruxelles durante un pranzo a porte chiuse a margine del Business Europe Forum

Sulla stessa lunghezza d’onda 7 L’Eurogruppo riunisce i ministri dell’Economia degli Stati che hanno adottato l’euro. Si tratta di una riunione informale, che si svolge alla vigilia dei Consigli dei ministri dell’Economia (Ecofin), per fare il punto sui temi di carattere economico e finanziari­o più caldi per l’Eurozona. Attualment­e il tema più importante è quello relativo alla crisi greca, dato che ormai la maggior parte dei debiti del paese ellenico non è più nei confronti del mercato ma degli Stati. L’attuale presidente dell’Eurogruppo è il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselblo­em. si è collocato il commissari­o Ue Pierre Moscovici, secondo cui le posizioni «sono molto più vicine» di prima. Moscovici si riferiva alle discussion­i tra creditori e autorità elleniche aggiungend­o di «sperare» in progressi verso un accordo e di «aspettarsi», appunto, dei passi avanti nella riunione dell'Eurogruppo lunedì prossimo a Bruxelles.

Il Cremlino intanto dopo una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras svoltasi ieri, ha reso noto di essere pronto a provvedere al finanziame­nto delle società greche coinvolte nella prevista estensione del Turkish stream, il gasdotto russo destinato a portare energia in Tuchia e in Grecia.

Si tratta di un ridimensio­namento delle offerte di aiuti da parte di Mosca rispetto alle iniziali proposte di anticipazi­oni di crediti sui futuri incassi per il passaggio del gas.

L’ALTRO FRONTE La Russia si dice pronta a finanziare le società greche coinvolte nella possibile estensione del gasdotto Turkish Stream

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EPA Rebus greco. Alexis Tsipras (a sinistra) e Jean-Claude Juncker

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