Grecia, l’Europa apre alla ristrutturazione «soft»
di una ristrutturazione del debito ellenico da 320 miliardi di euro, non più a carico degli investitori privati ma degli Stati, e quindi dei contribuenti, è sempre più concreta. Lo sostiene il presidente dell'Eurogruppo, l’olandese Jeroem Dijsselbloem, intervistato su Le Monde. «La discussione sulla riduzione del debito della Grecia - dice Dijsselbloem al giornale parigino - non è un tabù. La sola cosa che è politicamente impossibile è la cancellazione del suo valore nominale (320 miliardi di euro). Tuttavia la discussione sul debito sarà tenuta solo quando il secondo programma sarà completato».
C'è dunque una cauta apertura di principio degli europei sulla posizione dell'Fmi, che sarebbe favorevole ad una riduzione del debito greco (haircut), oggi al 180,2% del Pil secondo le stime della Commissione europea. Una frase che sembra voler chiarire che non ci sono dissensi tra i creditori. In realtà Dijsselbloem resta fedele all'ipotesi di ristrutturazione attraverso l’allungamento delle scadenze e/o la riduzione degli interessi, non l'haircut, cioè il taglio del valore nominale del debito, come avvenne nel 2012, quando gli investitori dovettero accettare una riduzione in termini reali superiore al 70% e il debito venne cancellato di 107 miliardi di euro con un semplice tratto di penna.
In realtà la Grecia ha già ottenuto condizioni di favore sui 240 miliardi di prestiti ottenuti da Ue e Fmi. Nell'Eurogruppo del 27 novembre 2012 fu infatti deciso un allungamento delle scadenze e sconti sugli interessi sul debito. In particolare si decise «un abbassamento di 100 punti base del tasso di interesse a carico della Grecia sui prestiti concessi nel quadro del Loan Facility della Grecia» e «una proroga delle scadenze dei prestiti bilaterali e dell'Efsf (il fondo salva-Stati europeo) di 15 anni ed un differimento dei pagamenti di interessi della Grecia sui prestiti dell'EFSF di 10 anni».
«Politicamente parlando - ha precisato parlando della Grecia Dijsselbloem - la sola deadline è quella di fine giugno, quando terminerà il secondo piano di salvataggio, ma potrebbe anche esserci una scadenza se i problemi di liquidità diventassero troppo importanti per Atene». Dijesselbloem esclude infine ogni discussione sulla possibilità di concedere alla Grecia un alleggerimento del peso del debito, prima del completamento del secondo piano.
Intanto il governo greco ha intenzione di «ripagare tutti i creditori e in particolare il Fondo monetario internazionale»: lo ha assicurato a Bruxelles, in un intervento a porte chiuse, il ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis. La settimana prossima, martedì 12, c’è un'importante scadenza per 750 milioni di euro nei confronti del Fmi che se non dovesse essere ripagata farebbe scattare le procedure di default dopo un periodo di grazia di 30 giorni.
Un accordo fra la Grecia e le istituzioni (Ue, Fmi, Bce e fondo salvastati Efsf) per sbloccare l'ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi è questione «di giorni o settimane», ha precisato il ministro greco Varoufakis a Bruxelles durante un pranzo a porte chiuse a margine del Business Europe Forum
Sulla stessa lunghezza d’onda 7 L’Eurogruppo riunisce i ministri dell’Economia degli Stati che hanno adottato l’euro. Si tratta di una riunione informale, che si svolge alla vigilia dei Consigli dei ministri dell’Economia (Ecofin), per fare il punto sui temi di carattere economico e finanziario più caldi per l’Eurozona. Attualmente il tema più importante è quello relativo alla crisi greca, dato che ormai la maggior parte dei debiti del paese ellenico non è più nei confronti del mercato ma degli Stati. L’attuale presidente dell’Eurogruppo è il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem. si è collocato il commissario Ue Pierre Moscovici, secondo cui le posizioni «sono molto più vicine» di prima. Moscovici si riferiva alle discussioni tra creditori e autorità elleniche aggiungendo di «sperare» in progressi verso un accordo e di «aspettarsi», appunto, dei passi avanti nella riunione dell'Eurogruppo lunedì prossimo a Bruxelles.
Il Cremlino intanto dopo una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras svoltasi ieri, ha reso noto di essere pronto a provvedere al finanziamento delle società greche coinvolte nella prevista estensione del Turkish stream, il gasdotto russo destinato a portare energia in Tuchia e in Grecia.
Si tratta di un ridimensionamento delle offerte di aiuti da parte di Mosca rispetto alle iniziali proposte di anticipazioni di crediti sui futuri incassi per il passaggio del gas.
L’ALTRO FRONTE La Russia si dice pronta a finanziare le società greche coinvolte nella possibile estensione del gasdotto Turkish Stream