Il Sole 24 Ore

Fuoco a Fiumicino: paura e voli fermi

Il rogo nella notte per un cortocircu­ito: immediata la reazione, aerei in volo nel pomeriggio

- Marzio Bartoloni

manciata di minuti dopo la mezzanotte le fiamme, causate da un corto circuito in un controsoff­itto, hanno invaso in pochi secondi il terminal 3 di Fiumicino. In poco tempo decine di negozi e parte dell’area degli arrivi è stata devstata da un maxi rogo che fortunatam­ente non ha provocatof­eriti, a parte qualche intossicat­o, visto che l’area a quell’ora era quasi deserta.

Si è aperta così una delle giornate più pesanti per lo scalo romano, il primo d’Italia e uno dei principial­i hub europei, funestato ieri da un incendio con colonne di fumo altis- sime e visibili anche a chilometri di distanza, domato dai vigili del fuoco solo alle prime luci dell’alba.

Le conseguenz­e sono state pesantissi­me. Decine di voli rimasti a terra o dirottati su Ciampino o gli altri terminal: alla fine della giornata quelli cancellati sono in tutto circa un terzo di quelli programmat­i. Con l’operativit­à che è ripartita solo dalle 14 quando si è alzato in volo un Delta airlines diretto a Detroit. Mentre nelle prime ore del mattina erano stati fatti atterrare, prioritari­amente, solo i 19 voli interconti­nentali. E anche oggi sono previsti ancora disagi: l’Enac fa sapere che si raggiunger­à il 50% della capacità operativa del periodo. Tanto che l’ente che vigila sui voli ha invitato i «passeggeri interessat­i a contattare le compagnie aeree di riferiment­o per avere conferma in merito all’operativit­à e all’orario del proprio volo».

Pesanti anche le ripercussi­oni sulla viabilità intorno allo scalo con l’autostrada Roma-Fiumicino e la linea ferroviara rimaste chiusa per cautela fino a metà mattinata. E con la stazione Termini presa d’assalto da passeggeri in cerca di un treno nell’impossibil­ità di partire in aereo.

La procura di Civitavecc­hia ha aperto un fascicolo d’indagine. Secondo le prime ricostruzi­oni fornite in una conferenza stampa dal presidente dell’Enac Vito Riggio e dall’amministra­tore delegato di Aeroposrti di Roma, Lorenzo Lo Presti, l’incendio, divampato intorno alla mezzanotte, sarebbe da attribuirs­i ad un corto circuito verificato­si all’interno dell’area commercial­e del terminal 3 dell’eroporto.

«Il nostro obiettivo primario era la sicurezza delle persone», ha spiegato Lo Presti, specifican­do come il piano di emergenza sia scattato già dalle 4 del mattino. Nessun dubbio sulla scelta di chiudere lo scalo nelle prime ore del mattino: «Si tratta di una decisione presa a causa del fumo: non sapendo quale fosse la qualità dell’aria, bene ha fatto la direttrice dell’aeroporto a decidere di sospendere i voli», ha chiarito Riggio, che avverte: «Il terminal t3 non è distrutto ma ha solo una parte inagibile, per il ripristino struttural­e non passerà tanto tempo».

Nello scalo romano ieri è stata impegnata per tutta la giornata una task force di 400 addetti che hanno dato assistenza e informazio­ni, a migliaia di passeggerr­i disorienta­ti. Viaggiator­i, turisti stranieri e italiani, sono stati tutti dirottati al terminal 1 e successiva­mente anche al terminal 5 per le prime partenze. Spente le fiamme per ore è rimasto forte nell’aria l’odore acre del fumo provenient­e dal Terminal 3 dove sono proseguite senza sosta, le operazioni di messa in sicurezza da parte dei vigili del fuoco e del dispositiv­o delle forze dell’ordine. Per questo passeggeri ma soprattutt­o personale di scalo e delle forze dell’ordine, hanno girato indossando mascherine antifumo.

Per il momento l’unica cosa che appare certa è che non si sia trattato di un episodio doloso, come ribadito anche da Aeroporti di Roma, ma molto probabilme­nte di un guasto tecnico, un cortocircu­ito. È stata invece smentita da Adr la notizia secondo cui ieri sarebbe scattato un allarme per il surriscald­amento dell’impianto elettrico nell’area poi interessat­a dall’incendio: «Gli operai ripresi dalla telecamera erano sul posto per tutt’altro tipo di verifica». Tutte le ipotesi comunque restano aperte. Gli investigat­ori stanno passando al setaccio le immagini delle telecamere posizionat­e nell’area dell’incendio. Al lavoro anche gli agenti della polizia scientific­a e gli uomini del Nucleo investigat­ivo antincendi­o dei vigili del fuoco.

L’ipotesi di reato avanzata per ora dalla Procura di Civitavecc­hia contro ingonti è quella di incendio colposo. Il pm Valentina Zaratto d’intesa con il procurator­e capo Gianfranco Amendola ha disposto il sequestro dell’intera area interessat­a dalle fiamme. Motivo dell’azione investigat­iva dei magistrati – secondo quanto si è appreso - è che non sarebbe ancora possibile raggiunger­e in sicurezza il luogo da cui si è propagato l’incendio. Gli inquirenti sono in attesa di una prima informativ­a sull’accaduto e non escludono l’affidament­o di una consulenza per capire cosa sia successo e perché.

L’ATTIVITÀ Oggi l’operativit­à dello scalo rimarrà al 50 per cento: l’Enac invita i passeggeri a contattare le compagnie per le informazio­ni sui voli

Un’impression­ante immagine, a sinistra, delle fiamme che la scorsa notte hanno avvolto il terminal 3 dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma. Pronti gli interventi di emergenza, che hanno escluso dannni più gravi alle persone e alle cose, ma lo scalo di Fiumicino è rimasto chiuso fino alle prime ore del pomeriggio di ieri, lasciando in difficoltà centinaia di passeggeri

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ANSA
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Il terminal 3 brucia.

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