Una capacità di risposta con standard adeguati
L’incidente che ha devastato un migliaio di metri quadrati e ha spezzato in due l’aeroporto romano, non è riuscito, stavolta, a mettere in ginocchio la Capitale e a paralizzare il suo scalo, come accaduto in passato. Ha evidenziato, al contrario, una buona capacità di risposta, sia pure dopo alcune ore di inevitabile caos e disagio per i passeggeri.
Le diciassette squadre di Vigili del fuoco impiegate a domare l’incendio sono state una risposta adeguata all’emergenza: il lavoro è stato svolto al meglio e in tempi accettabili. La task force di 400 dipendenti della società Aeroporti di Roma impiegata nell’assistenza dei passeggeri (con distribuzione di bottigliette d’acqua e compiti di informazione ai passeggeri anche con megafoni quando non funzionavano gli altoparlanti) è una prima assoluta per l’Italia forse: esempio di buona volontà e di consapevolezza via via maturata che i passeggeri non si possono più trattare come bestie e non si possono lasciare senza accoglienza e senza informazione. Si può e si deve migliorare ancora, sia chiaro, ma almeno non si sono viste l’inazione e la paralisi.
Doveroso, ma interessante, che a indossare il giubbotto e rimboccarsi le maniche sul luogo della crisi fossero scese stavolta, senza essersi attardate nelle stanze dei bottoni, anche le prime linee di Aeroporti di Roma, Alitalia, Enac. Segno che la necessità di risposta è avvertita, ormai, come una condizione necessaria per chi esercita queste attività di business o di vigilanza (e forse anche che per crisi di questo calibro non gestite in modo adeguato si rischia il posto).
Anche le decisioni di pianificazione urbana hanno superato una certa inerzia vista in passato. La tempestiva chiusura notturna delle arterie stradali e ferroviarie di accesso all’aeroporto ha evitato la congestione dell’area aeroportuale. Tutti i voli intercontinentali in arrivo sullo scalo (una trentina) sono stati fatti atterrare da Enav(in parte a Ciampino). Le compagnie hanno potuto decidere se riprogrammare i voli o annullarli, mentre da oggi riapriranno 18 gate del terminal 3 considerati sicuri. È stato cancellato il 30% dei voli programmati e lo scalo è rimasto chiuso per sole 10 ore.
Non si può dire che tutto sia andato bene e dovremo valutare nei prossimi giorni se il ritorno alla normalità proceda senza intoppi. Anche la riduzione dei voli del 50% imposta alle compagnie vuole evitare cancellazioni e ritardi ma deve essere una misura temporanea: è accettabile per oggi ma il rischio è che si protragga fino a domenica.
Soprattutto c’è da augurarsi che questa risposta non rappresenti un momento isolato ma dimostri la volontà di voltare pagina nel rapporto fra gestori della mobilità e utenti. Lo scalo romano non è in cima alle classifiche europee e molti investimenti sono necessari. I 170 milioni investiti da Adr lo scorso anno sono solo l’inizio e i 350 milioni previsti per quest’anno costituiscono una progressione necessaria da incrementare nei prossimi anni. Tutti gli attori in gioco devono avere la consapevolezza che tornare indietro non si può. E che il Paese, le città, i cittadini, gli utenti non potrebbero più tollerarlo.