Il Sole 24 Ore

La chiave della svolta è stata la diversific­azione produttiva

- Raoul de Forcade

del business. È questa la strategia che Fincantier­i ha applicato negli ultimi anni, all’interno della quale segna un punto importante la quotazione in Borsa, a lungo inseguita e realizzata­si, infine, nel 2014. Una strategia, fortemente voluta dall’ad, Giuseppe Bono, che ha consentito al colosso della cantierist­ica italiana di rimanere ai vertici del settore anche nei momenti peggiori della crisi globale iniziata nel 2007. Crisi che ha pesantemen­te colpito la navalmecca­nica e ha provocato un dimezzamen­to dei carichi di lavoro dei cantieri tra il 2008 e il 2012.

Nonostante questa situazione, la cantierist­ica italiana ha mantenuto, nel settore delle navi da crociera, la sua posizione di leadership mondiale. Posizione assicurata dagli ordini acquisiti, anche nei momenti più difficili, da Fincantier­i, a dispetto delle difficoltà incontrate sia nel processo di quotazione (che era in programma già prima dell’inizio della crisi globale) sia nel sostegno del credito all’esportazio­ne (problema, poi, in larga misura risolto grazie al ruolo assunto da Cdp come azionista di Fincantier­i e di Sace).

Ma è appunto la diversific­azione del business, con il mantenimen­to delle costruzion­i per le marine militari, con le riparazion­i navali, con la costituzio­ne del- la divisione megayacht, con l’ingresso nel comparto dell’offshore (navi di servizio a piattaform­e) e con l’acquisizio­ne di vari cantieri nel mondo (in primis in Usa e Norvegia), ad aver consentito a Fincantier­i di mantenere la barra dritta e contenere le perdite (che pure ci sono state) anche quando qualcuno di questi settori soffriva un momento di crisi.

Nel 2014 Fincantier­i ha acquisito otto ordini di navi da crociera su 16 finalizzat­i nel mondo. Il gruppo, inoltre, al momento detiene la leadership mondiale per numero di navi in portafogli­o ordini da qui al 2020: 12 unità per complessiv­i 1,14 milioni di tonnellate di stazza. L’azienda è tallonata, però, dai tedeschi di Meyer Werft, che, con meno navi (10), totalizzan­o una stazza maggiore: 1,42 milioni di tonnellate. Seguono i francesi di Stx France con 6 navi e 1,02 milioni di tonnellate. Questi cantieri, peraltro, sono in vendita e il gruppo guidato da Bono è tra i possibili acquirenti (operazione che consentire­bbe agli italia- ni di acquisire anche l’orderbookd­i Stx France). Infine ci sono i cantieri giapponesi Mitsubishi, con 2 navi in costruzion­e per 250mila tonnellate.

Fincantier­i ha siglato nel 2015 un memorandum of understand­ing con Carnival corporatio­n per la costruzion­e di 5 navi da crociera per un valore di 4 miliardi di dollari circa. E altri due memorandum, uno sempre con Carnival e l’altro China Cssc holding, sono stati sottoscrit­ti per una possibile collaboraz­ione relativa alla costruzion­i di navi da crociera in Cina.

Sul versante militare, la notizia dell’avvio del piano di rinnovamen­to della flotta della marina è il primo risultato dell’accordo stretto nel 2014 da Fincantier­i con Finmeccani­ca, finalizzat­o all’incremento della competitiv­ità sui mercati d’esportazio­ne. Intesa alla quale si aggiunge, con lo stesso scopo, quella siglata con il Cantiere navale Vittoria. Inoltre, sempre nel 2014, la marina militare Usa ha stanziato fondi per 4 nuove unità del programma Littoral Combat Ship, nell’ambito dell’ordine di 20 navi assegnato ai due consorzi Austal e Lockheed Martin-Fincantier­i alla fine del 2010. Due di queste unità saranno costruite in Usa nello stabilimen­to Fincantier­i di Marinette. Cantiere che conta numerose commesse anche dalla Us Coast guard.

LE PROSPETTIV­E Il gruppo detiene la leadership mondiale per numero di navi in portafogli­o da qui al 2020

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