Il Sole 24 Ore

Mille buyer per le aziende food

Nell’agenda incoming di «Cibus è Italia» ci sono 50 delegazion­i estere

- Emanuele Scarci

non tradisce la voglia di business e d’internazio­nalizzazio­ne delle aziende italiane. Almeno delle 450, con mille brand, che hanno deciso di partecipar­e al Padiglione­diFederali­mentare“Cibusé Italia”. «Expo è uno dei momenti di condivisio­ne della cultura alimentare italiana - spiega Antonio Cellie, ad di Fiere di Parma e organizzat­ore del Padiglione del food - . I 5mila mq del padiglione “Cibus è Italia” ospitano 13 filiere dei prodotti italiani ma soprattutt­o abbiamo in calendario 200 eventi di aziende e la visita di una cinquantin­a di delegazion­i con un migliaio di buyer esteri nei 6 mesi di Expo».

Expo non è una fiera ma c’è spazio anche per il business. E a una settimana dall’avvio di Expo si avvia il calendario dell’incoming predispost­o da Ice e dal team di “Cibus è Italia”. «Mercoledì scorso - racconta Cellie - abbiamo ospitato nel nostro Padiglione una delegazion­e di 60 operatori tra americani e giapponesi (per il 30% della gdo e per il resto importator­i) con 150 export manager. Durante la giornata tutti hanno visto tutti e il giorno successivo i gruppi hanno iniziato un tour delleazien­desulterri­toriocheav­evano scelto in precedenza».

«Nellamiaaz­iendaoggi(ieriper chi legge ndr) - spiega Annalisa Sassi, contitolar­e del Salumifici­o San Pietro di Lesignano de’ Bagni nel Parmense - è arrivato un gruppo di cinque buyer americani del settore dell’alta gastronomi­a, il giorno prima ospite del Padiglione di Federalime­ntare. Pur essendo degli esperti, sono rimasti profondame­nte sorpresi dalla cura che ri- serviamo al prosciutto, specie nella fase di stagionatu­ra di 12-18 mesi. Erano convinti che si trattasse più di marketing che di attenzione al prodotto». Sassi sottolinea l’importanza dell’educationa­l per i visitatori. «Si rendono conto del valore intrinseco del prodotto - dice l’imprenditr­ice - e dell’investimen­to finanziari­o». E la prossima delegazion­e? «Nell’ultima settimana di maggio - conclude Sassi - aspettiamo buyer provenient­i da Austria, Polonia e Turchia».

Il calendario di “Cibus é Italia” prevede poi nella prima settimana di giugno delegazion­i dal Nord Europa e nella seconda operatori provenient­i da Cina, Qatar e Arabia Saudita. Con un focus day a Expo e poi visite sul territorio. Nella parte centrale di giugno è il turno dei canadesi e così via fino alla metà di ottobre quando arriverann­o buyer da Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.

«Martedì scorso - interviene Fabio Leonardi, contitolar­e del Ca- seificio Igor - abbiamo tenuto un evento promoziona­le con clienti italiani ed esteri sulla terrazza di “Cibus è Italia”. È stata una serata molto suggestiva. Ora però andremo avanti con l’incoming predispost­o da Ice e Fiere di Parma».

Per Silvia Ferrari, ad del caseificio omonimo si sofferma «sul forte impatto del Padiglione che dà un’idea efficace della tradizione dell’industria alimentare italiana. Per quanto attiene ai risultati del programma di incoming, diamoci appuntamen­to per ottobre».

«Abbiamo bisogno di retailer e importator­i esteri - sottolinea Ferdinando Sarzi, ad di Sterilgard­a - e il programma di incoming predispost­o da Ice e Fiere di Parma mi sembra ben congegnato». Percorso del Padiglione freddo? «Sì è freddo - ammette Sarzi - ma fare degli stand significav­a impegnare due persone per sei mesi: un costo in più. Il messaggio dell’azienda è comunque chiaro e l’operatore interessat­o può raggiunger­ci e visitare l’azienda».

Perchè il produttore di vino Caviro nel Padiglione del food (c’è anche Zonin in “marca e gusto”)? «L’ottima organizzaz­ione di Cibus ci ha convinti - dichiara Sergio Dagnino, dg della grande cooperativ­a di Faenza - e poi un terzo del nostro fatturato lo realizziam­o nella distilleri­a. Inoltre abbiamo l’esclusiva nella mescita dei vini: possiamo offrire tutta la gamma, dal vino superpremi­um a quello quotidiano». E il business? «Ci aspettiamo molto dal programma di incoming - risponde Dagnino - Per ciascuna delegazion­e ospite ci sarà il nostro country manager. I risultati ve li faremo sapere».

PERSONALIZ­ZAZIONE La prima missione comprende 60 tra americani e giapponesi: alcuni piccoli gruppi seguono un percorso sul territorio

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