Il Sole 24 Ore

Fermo il piano alternativ­o alle vie d’acqua di Milano

- Sara Monaci

dell’Expo utile a riqualific­are la città di Milano. Ma ormai i vertici di Palazzo Marino, così come quelli della società di gestione dell’evento universale, ci hanno definitiva­mente messo una pietra sopra: le Vie d’acqua Sud non ci saranno più. Adesso però non sono neppure chiari i tempi e la fattibilit­à dell’iniziativa alternativ­a, la messa in sicurezza del fiume Seveso a Milano e nelle zone limitrofe, di cui si è cominciato a parlare a fine 2014. Comune e Expo si sono ufficiosam­entepresiu­nimpegno:prendere tutte le decisioni entro la fine della manifestaz­ione, a ottobre 2015, in modo che questa patata bollente non finisca sulla scrivania della prossima amministra­zione comunale e del prossimo sindaco.

Le vie d’acqua erano un progetto connesso all’Expo, del valore complessiv­o di 120 milioni. Si tratta, per quanto riguarda il primo tratto, del sistema di irrigazion­e con cui il sito espositivo ha preso acqua dal canale Villoresi, a Nord diMilano,perpoidefl­uirenelcan­ale del fiume Olona. Questa parte è stata realizzata, altrimenti l’Expo non avrebbe potuto avere acqua.

I problemi sono sorti invece con il secondo tratto, a Sud del sito espositivo, che sarebbe costato 42 milioni, di cui 24 per la pista ciclabile (consideran­do l’aggiudicaz­ione della gara avvenuta con un ribasso d’asta del 23%). Il progetto prevedeva inizialmen­te un grande canale all’aperto, costeggiat­o da piste ciclabili, da far passare all’interno di tre ampi parchi mila- nesi: quello di Trenno, il Pertini e parco delle Cave. Poi l’opposizion­e dei comitati cittadini ha costrettoi­lComuneari­vedereilpr­ogetto con un passaggio sotterrane­o nei primi due parchi, lasciando all’aperto solo il corso d’acqua nel parco delle Cave.

Infineilco­lpodigrazi­aèarrivato con l’inchiesta della procura di Milano, che ha messo sotto indagine sia gli ex vertici della società vincitrice dell’appalto, la Maltauro, sia il subcommiss­arioall’ExpoAntoni­o Acerbo (hanno già patteggiat­o). L’azienda è stata commissari­ata. Tutto questo ha inevitabil­mente comportato­deiritardi, acuipoison­oseguitenu­oveprotest­edellacitt­adinanza. Siamo a ottobre 2014.

Poco dopo, nella parte a Nord di Milano, il Seveso esonda di nuovo dopo le intense piogge autunnali, causandoda­nnipeggior­idelsolito. Ecco quindi che il commissari­o unico di Expo Giuseppe Sala, per uscire dall’impasse delle Vie d’acqua-eancheperm­ettereatac­erele critiche rivolte al Comune di non occuparsi abbastanza dei problemi più stringenti - dichiara a quel puntodiess­ereprontoa­rinunciare all’inarrivabi­le progetto delle Vie d’acqua Sud, mettendo a disposizio­ne il denaro non utilizzato. Escludendo­lepistecic­labili, siparla di almeno 18 milioni da “donare” alla causa del Seveso.

Seimesidop­oèancoratu­ttoallo studio. La società di ingegneria e servizi idrici del Comune di Milano, Metropolit­ana milanese, dovrà realizzare una relazione tecnica per esprimersi sulla fattibilit­à del nuovo investimen­to sul Seveso, ma per ora sta valutando delle bozze. Poi, una volta pronto il parere della partecipat­a pubblica, la società Expo dovrà fare una deliberape­rmodificar­el’usodeldena­ro. In più, parallelam­ente, dovrà essere trovato un accordo con la società Maltauro per la restituzio­ne di parte delle risorse. Per ora si procedeari­lento, perché lepriorità evidenteme­nte sono legate all’esposizion­e universale. Ma bisognerà chiudere nel giro di un semestre affinché la prossima amministra­zione non si ritrovi con questo regalo poco gradito.

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