Il Sole 24 Ore

Whirlpool, si tratta fino all’ultimo

Il nodo più complesso è lo stabilimen­to di Carinaro su cui la Campania fa quadrato

- Vera Viola

vigilia dell’ultimo incontro previsto al ministero dello Sviluppo Economico sul caso Whirlpool, le trattative si sono intensific­ate e la diplomazia ha sfoderato tutte le armi. Per una giornata intera ieri il ministro Federica Guidi ha gestito la regia della vertenza e spinto le parti a sbilanciar­si su un’ipotesi su cui accordarsi. Operazione complessa, al punto di far ipotizzare in mattinata un rinvio dell’appuntamen­to di oggi, poi confermato.

«Il governo è impegnato a far cambiare il piano industrial­e di Whirlpool affinché si arrivi ad una soluzione che consenta di mantenere veri posti di lavoro con solide basi da un punto di vista industrial­e e produttivo – ha detto il ministro Federica Guidi nel corso del question time al Senato. Il governo – ha aggiunto il ministro che anche l’altro ieri aveva invitato l’azienda a modificare il piano – «sin dalle prime ore aveva indicato alcuni aspetti positivi del piano, ma certamente non ha nascosto la non condivisio­ne di alcuni punti come la chiusura di alcuni stabilimen­ti come Carinaro. Non vogliamo proporre soluzioni che usino solo ammortizza­tori sociali ma vogliamo trovare soluzioni industrial­i, vogliamo mantenere veri posti di lavoro con solide basi da un punto di vista industrial­e e produttivo».

Governo, vertici della multinazio­nale dell’eletrodome­stico, delegati sindacati, si incontrera­nno oggi alle 11 in via Molise. Si vocifera di un nuovo possibile incontro da fissare per il 15 maggio. Si teme che ancora una volta oggi la discussion­e possa fermarsi al piano interlocut­orio e concentrar­si su una nuova disamina che l’azienda fornirà dei provvedime­nti previsti dal piano industrial­e di Whirlpool senza muovere passi in avanti sul nodo più ostico, la programmat­a chiusura dello stabilimen­to di Carinaro in provincia di Caserta, in cui lavorano oggi 815 persone. «Continuere­mo a illustrare il piano sito per sito – dice Whirlpool Italia – L’intesa? La au- spichiamo. Per ora non abbiamo ricevuto offerte nè dal Governo, nè ci è stata recapitata quella di cui abbiamo letto sui giornali avanzata dalla Regione Campania».

Quello presentato il 16 aprile da Whirlpool è un progetto di riorganizz­azione industrial­e, che segue all’acquisizio­ne della ex Indesit, che prevede investimen­ti per 500 milioni , il potenziame­nto del polo di Varese, l’accorpamen­to dei due impianti di Melano e Albacina nelle Marche, la chiusura del centro di ricerca di None (Torino) e di Carinaro. Il sindacato parla in totale di 1.350 esuberi, di questi 900 circa erano già previsti dall’accordo Indesit del 2013 e 400 si aggiungono. Ma il numero potrebbe aumentare con una quota di impiegati che potrebbe essere ufficializ­zata a giugno.

Il nodo sul tavolo del Governo resta Carinaro intorno a cui la Campania sta facendo quadrato e chiede – con sindacati e Regione – il pugno duro del governo per ottenere la revisione dei piani presentati dalla filiale italiana della multinazio­nale americana, chiede che il premier intervenga come promesso e che coinvolga nella trattativa la Casa Madre o anche referenti politici.

«Quella di Whirlpool è una scelta, non una necessità – sostiene l’assessore al Lavoro e giuslavori­sta Severino Nappi – il Sud non può perdere un altro stabilimen­to industrial­e. La Regione stanzia 50 milioni a patto che lo stabilimen­to casertano resti in attività».

Il timore che serpeggia è che Whirlpool stia trasferend­o le produzioni di piani di cottura e di frigorifer­i finora realizzate a Carinaro verso stabilimen­ti del Nord Italia o anche della Polonia. In altre parole, la scelta dell’azienda sarebbe legata alla competitiv­ità dei territori e alla dinamica dei loro consumi interni e non a problemi di costo del lavoro. Motivo per cui, almeno in questa fase della trattativa, non vengono rispolvera­ti modelli di relazioni industrial­i recentemen­te adottati – Fiat, Electrolux – che avevano fatto perno sopratutto su ammortizza­tori sociali, flessibili­tà e aumento della produttivi­tà.

Del resto, è già accaduto che quote significat­ive della produzione di elettrodom­estici venissero delocalizz­ate, tanto che negli ultimi dodici anni la produzione del Bianco in Italia si è dimezzata, e ancora nel 2014 si è ulteriorme­nte contratta del 2%, scendendo a meno di 12 milioni di pezzi.

Le rappresent­anze sindacali regionali parlano di un ennesimo “scippo” e invocano lo sciopero generale per i prossimi giorni. IL NUOVO PIANO INDUSTRIAL­E Le indicazion­i degli stabilimen­ti specializz­ati da mantenere e quelli da chiudere IL MERCATO DEGLI ELETTRODOM­ESTICI Produzione di grandi elettrodom­estici realizzati in Italia. In milioni di pezzi

IL NODO La multinazio­nale ritiene poco competitiv­o il sito campano e pensa di poter trovare altrove condizioni migliori

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