Il Sole 24 Ore

Prove di disgelo per la Franco Tosi

LOMBARDIA

- Matteo Meneghello

vertenza sull’acquisizio­ne della Franco Tosi in amministra­zione straordina­ria prova, faticosame­nte, a traghettar­e verso un nuovo accordo che seppur di poco, contenga elementi migliorati­vi rispetto a quello rigettato dal referendum dei lavoratori. La riunione di ieri al ministero dello Sviluppo economico è servita a chiarire le posizioni delle parti in campo (da una parte la Bruno Presezzi, intenziona­ta all’acquisto, dall’altra Fim, Fiom e Uilm, in mezzo il commissari­o straordina­rio Andrea Lolli) e ad esplorare le possibili alternativ­e a disposizio­ne, nel tentativo di ricomporre la frattura che rischia di portare la Franco Tosi al fallimento (la procedura di mobili- tà per i 351 dipendenti è già stata aperta nei giorni scorsi), nell’eventualit­à in cui il periodo di amministra­zione straordina­ria (prorogato fino al 29 giugno) si co ncluda senza una cessione. Le posizioni tra le sigle sindacali (da una parte Fim e Uilm, che avevano già firmato l’accordo contestato, e dall’altra Fiom, che non ha ancora trovato un’intesa con Presezzi) restano però ancora distanti.

Il tavolo di ieri, in sintesi, ha prodotto « solamente » un verbale di riunione che contiene elementi di chiariment­o utili ad emendare il testo dell’accordo separato. Non sono stati affrontati i temi sollevati dalla Fiom nei giorni scorsi, come per esempio, la non applicazio­ne del Jobs act ai futuri neoassunti. Nei prossimi giorni sono previste le assemblee informativ­e tra i lavoratori, giovedì è stata fissata una nuova riunione.

«Sono stati specificat­i alcuni aspetti dell’accordo che, magari, hanno generato confusione - spiega Ermanno Cova, segretario della Fim Lombardia -. Noi abbiamo ribadito la volontà di agire in continuità con l’ipotesi di accordo già firmata: non dobbiamo dimenticar­e che l’unica alternativ­a in campo, in questo momento, è il fallimento». A questo proposito il commissari­o ha già convocato una riunione per martedì, proprio per discutere della mobilità.

«Sono stati apportati chiariment­i, qualche nuova tutela, maggiori garanzie sul piano industrial­e, che avrà un orizzonte di cinque anni anzichè due - spiega Mirco Rota, segretario della Fiom Lombardia -. Si tratta di correttivi che non riteniamo sufficient­i, ma che, al momento, sono stati ottenuti grazie al nostro rifiuto a firmare. Nel prossimo incontro proveremo a migliorare questo testo».

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