Arbitrati, proposta Ue per il Ttip
La Commissione pensa a una corte permanente per gli investimenti
tentativo disperato di salvare le trattative su un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, la commissaria al commercio Cecilia Malmström ha presentato ieri ai Ventotto Stati membri una serie di proposte per ovviare alla controversa questione degli arbitrati internazionali, un istituto giuridico voluto da Washington ma criticato da molti europei. L’idea della signora Malmström di creare una corte d’arbitrato internazionale è stata apprezzata da molti governi, tra cui l’Italia. La commissaria ha proposto di creare «una corte permanente multilaterale per gli investimenti», che si occuperebbe di tutti i casi legali relativi agli accordi commerciali firmati dall’Unione europea.
Il nuovo organismo, secondo la commissaria Malmström, potrebbe essere a sé stante, oppure collegato a una istituzione già esistente. Gli Stati Uniti insistono perché l’accordo commerciale preveda la possibilità di usare un arbitrato per risolvere eventuali controversie tra governi e imprese. Il timore di molti in Europa è che prevedendo nell’accordo i cosiddetti investor-to-state dispute settlements (noti con l’acronimo ISDS) il trattato possa nei fatti favorire le grandi e ricche multinazionali americane e costringere in alcuni casi i Paesi membri a modificare la propria legislazione sulla scia della decisione extra- giudiziale. In un recente dibattito in Parlamento, molti gruppi politici si erano detti contrari a questo istituto giuridico (si veda Il Sole/24 Ore del 17 aprile).
Il vice ministro per lo sviluppo economico italiano Carlo Calenda ha spiegato ieri che l’Italia ha accolto «molto positivamente» la proposta della commissaria. A proposito delle trattative, Calenda ha esortato a un accordo rapido con gli Stati Uniti: «Abbiamo una finestra di opportunità che andrà probabilmente da luglio al primo trimestre del prossimo anno». Con la sua iniziativa, la commissaria vuole istituzionalizzare l’arbitrato, imponendo all’istituto giuridico un terreno il più neutro possibile.
Posizioni simili, favorevoli alla corte multilaterale, sono state espresse ieri anche dalla Francia e dalla Germania. Riferendosi alla proposta comuni- taria, Matthias Fekl, il sottosegretario al commercio francese, ha spiegato: «Si tratta di una prima rivoluzione politica che ora deve essere resa più concreta». L’uomo politico francese ha parlato alla stampa in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo tedesco, Matthias Machnig.
In Parlamento, la presentazione della signora Malmström, avvenuta due giorni fa, ha suscitato reazioni diverse. L’ecologista francese Yannick Jadot ha detto che la proposta è «completamente opaca», mentre l’italiana Tiziana Beghin, del M5S, ha spiegato che la Commissione «non ha sentito il messaggio dei cittadini». Il partito polare europeo ha invece definito l’idea della corte multilaterale «un passo nella giusta dire- zione», in un momento in cui molti dubitano che l’intesa commerciale vedrà mai la luce.
La questione degli ISDS ha aizzato gli animi in un contesto di crescente protezionismo, nonostante dagli anni 60 in poi i governi europei abbiano negoziato a livello internazionale oltre 1.400 accordi di questo tipo. La signora Malmström è favorevole agli arbitrati extra-giudiziari perché attualmente l’Organizzazione mondiale del commercio regola solo i conflitti tra Paesi, avvantaggiando le grandi imprese che possono fare lobby a proprio beneficio presso i governi.
Su tutt’altro fronte, la Commissione ieri ha confermato che l’accordo di libero scambio con l’Ucraina entrerà in vigore il 1° gennaio 2016, nonostante Mosca abbia chiesto di rinviarne l’entrata in vigore all’anno successivo. «Siamo d’accordo per parlare con la Russia dei problemi pratici. Lo faremo», ha assicurato la signora Malmström.
L’intesa commerciale è parte dell’accordo di associazione firmato con l’Ucraina nel giugno 2014. In origine, doveva entrare in vigore nel novembre 2014. L’entrata in vigore è stata spostata al 2016, a causa dei combattimenti nell’Ucraina orientale tra nazionalisti ucraini e comunità russofona. Mosca considera l’accordo di associazione una minaccia alla sua zona d’influenza. Vladimir Chizhov, l’ambasciatore russo presso l’Unione europea, ha detto che l’intesa commerciale comporta «rischi per le relazioni economiche tra la Russia e l’Ucraina e la cooperazione tra la Russia e l’Unione». Proprio a fine maggio i Ventotto terranno un vertice a Riga con i Paesi dell’Est Europa.
LE CRITICHE Gli Usa insistono perché l’accordo preveda il ricorso all’arbitrato ma molti in Europa temono che favorisca le multinazionali
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