Il made in Italy intercetta i consumi «digital» in Asia
prio a caccia del gioiello made in Italy».
Mentre l’Italia sperimenta questo “neopauperismo” d’eccellenza, il mondo ha sempre più fame di oro e diamanti, soprattutto nei Paesi dove sta nascendo e si sta arricchendo una nuova classe media, che trainerà la domanda: «Secondo Bain&Co. il mercato dei diamanti crescerà del 3,5-4% fino al 2019, per poi diminuire dell’1,5-2% fra il 2019 e il 2024prosegue De Luca -. Gli Stati Uniti sono il primo mercato, con una quota del 35%, e lì impera ancora il diamante bianco, anche se stanno crescendo molto anche i “coloured diamond”, soprattutto quelli provenienti dalla miniera Argyle in Australia. Il segmento “bridal”, dunque solitari e gioielli per anniversari, è fortissimo negli Stati Uniti e sta prendendo piede sempre più anche in Cina». Cina che è anche il primo mercato mondiale per l’oro (con una fetta del 31%, secondo il World Gold Council), seguita dall’India (23%). Nel 2014 sono state estratte 3.157 tonnellate di questo prezioso metallo, +2% rispetto al 2013.
Sempre più apprezzato anche il platino, soprattutto in Cina, primo mercato mondiale, dove nel 2014 le sue vendite sono cresciute del 5% rispetto al +3% del 2013-2012, «tanto che a settembre la Platinum Guild International sposterà la sua sede da Londra a Hong Kong», anticipa De Luca. «Nonostante le tensioni politiche e le iniziative “contro” il lusso, i Bric continuano a essere i mercati trainanti per la gioielleria mondiale - conclude -. E sono da tenere d’occhio anche gli e-store, dove si possono trovare più informazioni sui gioielli, prezzi spesso migliori, aspetto molto apprezzato dai nuovi consumatori “millennials”, e in un contesto che mette meno in soggezione rispetto al negozio fisico».