«Politici patetici, io voglio rinunciare al mio arretrato»
Egregio direttore, dopo una onesta vita professionale assai ben retribuita, dall’ottobre 2011 sono un pensionato. Il mio ente previdenziale mi aveva restituito un conteggio millimetrico e per me rassicurante: a fronte di un lordo di circa 6.600 euro, avrei riscosso ogni mese un importo netto di circa 4.200 euro. Molto meno della ricca busta paga cui ero abituato e alla quale per anni si aggiungevano benefit importanti come l’auto e il telefono aziendali o le trasferte rimborsate a pie' di lista.
Una pensione comunque sufficiente a mantenere agli studi all'estero una figlia 23enne e sostenere l'altro figlio quasi trentenne nel difficilissimo tratto di vita dalla laurea a un lavoro che gli dia autosufficienza economica. Vivo a Milano (costosa), pago due mutui (piccoli), abito da solo in una casa in affitto. Bene. Trascorso un mese dal mio cambio di regime economico ed essendomi con qualche ansietà predisposto all’assestamento su un gradino un po' più basso, nel novembre 2011 si insedia il governo Monti e immediatamente attua i duri interventi che sappiamo. Per farla breve, in due mesi il mio netto mensile crolla dai circa 4.200 a meno di 3.800, togliendo la mordacchia alle imposte locali e poi bloccando la rivalutazione. Dal febbraio 2012 mi sono dunque adattato (limando qualcosa dai miei più che sufficienti consumi) a sedermi su un gradino ancora più giù, sia rispetto all’attesa pensione, sia alla grassa busta paga di lavoratore dipendente. In questi giorni leggo della decisione della Consulta e sto riflettendo su quanto mi spetterebbe di arretrato e rivalutazione, a meno che il Governo non trovi una via per risparmiarselo.
Le scrivo per dirle, da cittadino e lettore del suo quotidiano, che mi sento diverso dai Mario Capanna e da quanti altri vorrebbero spacciare l’accanita resistenza sui vitalizi (e dunque a favore del loro tenore di vita) per una battaglia in difesa dei famosi “diritti acquisiti” da tutti. Paladini patetici dei loro privilegi, non so nemmeno se meritati. Mi sento talmente diverso da questi squalificati e pericolosi personaggi che ci rappresentano o ci hanno rappresentati, che vorrei chiederle se non esista un modo - da parte di quanti come me possono ritenersi onesti benestanti - di dire al Governo: risarcite chi prende 1.400 euro netti e anche quelli che ne prendono 2mila o 3mila. Ma date ai cittadini che lo desiderino, la possibilità di rinunciare a quel denaro che appesantisce i conti pubblici, oltretutto piovendo dove non c’è siccità.
Stopensandoaquestodagiorni. Elafattispeciepiùsimilechemiè venutainmenteèquellapraticata dai(purvelleitari) esponentidel M5S. Però, hoanchepensatoche forseleielepersonecheleiprobabilmentefrequentaeascolta- da RenziaPadoan, daBoeriaDelRiopotresteindicareunastradachedia lapossibilitàachivogliabeneal proprioPaesedifareungestodi solidarietànonenormeenemmeno pubblico, maforseefficaceper rinfocolareunpo'disensocomunitarioedicoscienzacivile. Unpo' comeritrovarsiinCadornaper ripulireMilanoavendoacquistato detersivieraschiettiditascapropria.. La ringrazio per l’attenzione.