Il Pd punta su diritti civili e conflitto interessi
i diritti civili, poi l’apertura del dialogo con i sindacati sulla riforma della scuola, ora il rilancio del tema scomodo (per Fi) del conflitto d’interessi per bocca della ministra per le Riforme Maria Elena Boschi: «Se alcuni dei nostri ex leader o ex premier - ha detto in un’intervista al Corriere della sera - avessero messo la stessa tenacia che hanno messo negli ultimi tempi sui dettagli della nuova legge elettorale, per abolire il Porcellum o per avere finalmente una legge sul conflitto di interessi, ci saremmo risparmiati molte fatiche». Insomma, ci penserà il governo Renzi a fare le cose di sinistra non fatte dalla sinistra interna quando guidava il partito o dai leader ex diessini quando erano al governo.
Boschi ha indicato giugno come data di approdo in aula della legge. Cosa possibile perché la Commissione il 26 marzo aveva ripreso il tema avviando un comitato ristretto, riunitosi una sola volta a causa dell’arrivo dell’Italicum: il testo da cui si parte è un testo unificato (proposte Pd, Sel a anche M5S) il cui punto fondante è il blind trust all’anglosassone. Fumo negli occhi di Fi, che parla di «ricatto» nei confronti di Silvio Berlusconi per ottenere un atteggiamento morbido sulla riforma del Senato e del Titolo V presto a Palazzo Madama. Ma non è un caso che il tema del conflitto d’interessi sia storicamente caro alla sinistra, e più che dei comportamenti dei senatori azzurri il governo sembra preoccupato di mandare un segnale alla sinistra interna. Non a caso all’annuncio di Boschi segue il bene del senatore bersaniano Massimo Muchetti: «Era ora», nota rilanciando una proposta sul tema presentata da lui assieme a Luigi Zanda e a Valeria Fedeli.
La strategia – che prevede anche una trattativa sulle possibili modifiche “compensative” dell’Italicum alla riforma costituzionale – è quella di tamponare le possibili perdite dopo l’uscita di Pippo Civati dal gruppo parlamentare della Camera e dal partito. Civati invita ad attendere il test della Liguria e guarda apertamente al progetto di coalizione sociale di Maurizio Landini. In giornata l’ex sfidante di Renzi alle primarie del Pd ha incontrato gli ex M5S al Senato: molti di loro dichiarano di avere «punti di convergenza con Civati». In mattinata, di contro, Matteo Renzi ha incontrato il capogruppo Luigi Zanda per fare un punto sul Senato, dove la parola d’ordine è compattare il Pd. Alla Camera, intanto, Renzi ha convocato per mercoledì l’assemblea per sostituire il capogruppo dimissionario Roberto Speranza. E avrebbe già incaricato qualche renziano di sondare i colleghi sul nome di Ettore Rosato, per capire se ci possono essere sorprese nel voto, che si svolgerà a scrutinio segreto.
NUOVO CAPOGRUPPO Mercoledì l’assemblea per sostituire Speranza. Il premier ha incaricato di sondare i deputati sul nome di Ettore Rosato