Il Sole 24 Ore

A Berlino «tesoretto» da 38 miliardi

Entrate fiscali superiori al previsto, serviranno per investire nelle infrastrut­ture

- Alessandro Merli

al buono stato di salute dell’economia tedesca, la Germania si ritrova con oltre 38 miliardi di euro in più nelle casse pubbliche, quello che in Italia piace chiamare “tesoretto”, e la discussion­e politica è già iniziata su come utilizzarl­i. Almeno in parte verranno probabilme­nte impiegati per investimen­ti in infrastrut­ture, un punto che trova d’accordo i partiti della coalizione di Governo e come richiesto dalle istituzion­i internazio­nali.

Secondo le cifre diffuse oggi dal ministero delle Finanze, sulla base delle previsioni di un gruppo di esperti indipenden­ti le entrate fiscali, per il Governo federale, gli stati e le amministra­zioni locali, nel periodo 20152019 saranno superiori di 38,3 miliardi di euro a quelle previste alla fine dello scorso anno, grazie alla maggiore crescita dell’economia e all’aumento dei salari. Nel solo bilancio federale, gli introiti addizional­i saranno 16,1 miliardi di euro. Recentemen­te, il Governo ha ritoccato al rialzo le stime di crescita del prodotto interno lordo per il 2015 da 1,5 a 1,8 per cento. Secondo i “saggi” che fanno da consulenti economici all’esecutivo di Berlino, si potrebbe arrivare al 2 per cento.

La Germania ha ottenuto già lo scorso anno un surplus di bilancio (per la prima volta dal 1969) dello 0,6% del Pil. Tenere i conti in pareggio è l’imperativo categorico del ministro Wolfgang Schäuble, che vede questo risultato come il suo principale legato come responsabi­le delle finanze pubbliche. Al ministro però l’inatteso aumento delle entrate fiscali consegna ora un margine di manovra piuttosto ampio, pur nel rispetto del pareggio di bilancio, in tedesco lo “schwarze null”, o “zero nero”.

Dopo la comunicazi­one delle previsioni degli esperti, Schäuble ha dichiarato che il surplus addizional­e dovrebbe essere destinato agli investimen­ti in infrastrut­ture, molto carenti in Germania, e ai quali il Governo è stato sollecitat­o dal Fondo monetario, dalla Commission­e europea e dagli Stati Uniti. La missione dell’Fmi che esamina l’andamento dell’economia tedesca è in Germania in questi giorni ed emetterà le sue conclusion­i lunedì a Berlino. Gli interlocut­ori internazio­nali del Governo tedesco ritengono che una maggiore spinta sulla domanda interna, alimentata finora dai consumi, dovrebbe arrivare anche dagli investimen­ti pubblici, resi possibili dal buo- no stato dei conti e dai bassissimi tassi d’interesse.

Se la destinazio­ne alle infrastrut­ture di parte dell’eccesso di entrate non è controvers­a, suscita invece una vivace discussion­e politica il possibile impiego di parte delle risorse addizional­i a eliminare il drenaggio fiscale, che in Germania chiamano la “progressio­ne fredda”, dovuta allo scivolamen­to dei contribuen­ti, anche di classe media, in aliquote più alte per effetto di aumenti salariali, anche se appena in linea con l’inflazione, in virtù di una progressiv­ità molto ripida delle aliquote. Nel 2016, sostiene Schäuble, 1,5 miliardi di euro vanno destinati a compensare i contribuen­ti di queste maggiori imposte. Si tratta però di una misura contro la quale, nella campagna elettorale del 2013, i socialdemo­cratici della Spd si sono battuti, sollecitan­do invece imposte più alte a carico dei ricchi, prima di entrare, dopo il voto, in una grande coalizione con i democristi­ani del cancellier­e Angela Merkel e di Schäuble. La riduzione del drenaggio fiscale resta un argomento tabù per la sinistra della Spd e venne bocciata nella legislatur­a precedente dalla Camera alta a maggioranz­a socialdemo­cratica.

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