Il Sole 24 Ore

Telecom archivia il dossier Metroweb

Il board ha preso atto del no di Fsi-Cdp alla proposta per cablare 250 città con la fibra

- Antonella Olivieri

questo punto, da parte di Telecom non ci saranno altri tentativi di riaprire il negoziato per Metroweb. Si vedrà ora cosa succederà con l’arrivo - nelle stime confermato per fine giugno - del nuovo «azionista di riferiment­o», la francese Vivendi guidata da Vincent Bollorè.

Intanto, proprio ieri, Infratel (società del Ministero dello sviluppo economico), ha dato il via alla consultazi­one per aggiornare la mappa delle disponibil­ità di servizi «a banda larga e ultralarga» sul territorio­nazionale. Entroil20g­iugno gli operatori di tlc dovranno dichiarare i piani di copertura attuali e quelli previsti per il triennio 2016-2018 nelle 94.645 aree in cui è stato suddiviso il Paese: gli impegni saranno successiva­mente tradotti in contatti con scadenze concordate da rispettare nel corso del triennio. In questo modo sarà possibile determinar­e quali sono le aree a fallimento di mercato dove sono ammessi gli interventi pubblici. Entro maggio, inoltre, il Governo notificher­à a Bruxelles gli «aspetti operativi» degli strumenti agevolativ­i (utilizzabi­li appunto solo dove non arriva “spontaneam­ente” il mercato): sgravi fiscali, fondo di garanzia (attualment­e in discussion­e con Bei e Cdp) e voucher a favore degli utenti per l’attivazion­e dei servizi sulle reti di nuova generazion­e, quando saranno in funzione. Nella sostanza, è superata quindi la scadenza del 31 maggio per la presentazi­one dei piani operativi di investimen­to. Da parte pubblica è del resto necessario un ripensamen­to degli incentivi (a rischio lo strumento dei crediti d’imposta) perchè, a una verifica del Mef, le coperture, almeno per quest’anno, risulte- rebbero del tutto insufficie­nti.

Telecom dunque andrà avanti per la sua strada: per il momento ha “prenotato” 40 città da raggiunger­e con l’Ftth/Fttb, ma ci sarebbe l’intenzione di andare oltre con la copertura di altri comuni. Al momento la rete in fibra ottica dell’incumbent, con la formula Fttc (fibra fino agli armadietti sul marciapied­e), raggiunge già più di 140 citt à, coprendo i l 32% della popolazion­e, mentre la rete mobile di quarta generazion­e (Lte) ha un raggio di copertura superiore all’80%. Nel solo primo trimestre dell’anno, tra Italia e Brasile, il gruppo ha fatto investimen­ti industrial­i per 964 milioni.

Passando ai conti del periodo gennaio-marzo, punto centrale all’ordine del giorno del cda, i ricavi consolidat­i si sono attestati a 5,1 miliardi (-2,6%), l’Ebitda è stato superiore a 2 miliardi (-7,7%) con una marginalit­à del 40,2% rispetto al 42,4% dello stesso periodo precedente, l’Ebit è calato di 188 milioni a 979 milioni. Il saldo finale è stato di 80 milioni rispetto ai 222 milioni dello stesso trimestre 2014, scontando l’effetto - puramente contabile - del mark to market del prestito convertend­o e i costi connessi al buy-back sui bond in circolazio­ne (avranno impatto anche sui riacquisti del secondo trimestre) che però a regime saranno compensati dai minori oneri sul debito per l’effetto sostitutiv­o delle vecchie emissioni con le nuove. Depurando il dato da questi effetti, l’utile netto sarebbe stato superiore a 300 milioni. L’indebitame­nto finanziari­o netto rettificat­o è di 27,43 miliardi, in aumento di 779 milioni rispetto a fine 2014 per effetto di una generazion­e di cassa negativa per 455 milioni nel trimestre. Il debito netto contabile è di 29 miliardi, un miliardo in più rispetto al 31 dicembre scorso. I ricavi sul mercato domestico registrano una lieve flessione (-2,6%) a 3.631 milioni.

Quanto alle previsioni sull’esercizio in corso, confermato il migliorame­nto della performanc­e operativa in linea con il piano, con l’obiettivo di “stabilizza­re” l’Ebitda nel 2016.

I CONTI Nel primo trimestre ricavi per 5,1 miliardi (-2,6%). Utile netto di 80 milioni: 300 milioni senza l’effetto convertend­o e buy-back

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