Mercati troppo volatili, Condotte ritira il bond L’operazione da 300 milioni era stata ridotta a 200 milioni
di fatto per l’emissione del bond di Condotte (Società italiana per condotte d’acqua) che al terminediunasedutaconvulsasui mercati finanziari ha deciso di rimandare il collocamento in calendario. Dopo il road show terminato la scorsa settimana, l’emissione high yield scadenza 7 anni inizialmente annunciata con una size di 300 milioni di euro, era stata ridotta a 200 milioni: il rendimento nell’area dell’8,5% non è stato sufficiente a convincere gli investitori asottoscrivereilbondinunaseduta caratterizzata dalla forte volatilità sul fronte sia dei titoli corporate sia sovrani. Il bond doveva servire alla società per operazioni di rifianziamento.
Secondo alcuni operatori citati da Reuters, la decisione di rimandare l’emissione non è stata una sorpresa di fronte all’andamento del Bund tedesco decennale che ieri ha toccato il massimo intraday di 0,78%, con un aumento dei tassi di 73 punti base in appena 14 giorni, una situazione che non si vedeva dall’autunno 2011. Durante la seduta sono scattate le ricoperture e il Bundhacomincitogradualmentea recuperare chiudendo a 0,59% (invariato rispetto a martedì). VolatilitàanchesulBTpilcuirendimento dopoaveretoccatoilpiccodi2,04% ha chiuso all’1,78% portando il differenziale con il Bund a 118punti in calo rispetto al livello di 132 punti base della seduta precedente.
Levenditesuititolidistatoitaliani hanno coinvolto anche i bond delle banche dal momento che i loro portafogli sono carichi di BTp: come nel caso del bond da un miliardo di euro di Intesa Sanpaolo, scadenza settembre 2026 e cedola al 3,65% che ieri ha toccato il minimo di 102,42 cents, al di sotto delle quotazioni dello scorso aprile quando il titolo aveva toccato 112 cents. Lostessoèsuccessoallealtre banche come l’obbligazione subordinata di UniCredit scadenza 2022 e cedola al 6,25% arrivata a quotare fino 125 cents nelle scorse settimane, ma ieri è scesa a 119. In chiusura il fenomeno del sell off sul fronte obbligazionari si è attenuato facendo risalire le quotazioni.
Secondo gli operatori attribuire alla Grecia la causa della volatilità non è sufficiente per spiegare l’andamento di ieri che si inserisce in un trend di adeguamento delle quotazioni le quali avevano toccatolivellieccessiviancheperviadell’attività della Bce.
Il rischio bolla sul fronte obbligazionario sta condizionando il mercato primario in quanto gli emittenti preferiscono aspettare chelequotazionisiassestino,come nel caso del Banco Popolare che nonostante abbia terminato da giorni il road show non ha ancora fissato la data dell’emissione del bond subordinato.
Di tutt’altro tenore gli emittenti americani i quali stanno accelerando i piani di emissioni in previsione di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed: ieri Apple e Shell hanno collocato complessivamente 18 miliardi in bond. Il produttore dell’iPhone ha collocato 8 miliardi didollariindiversetranchementre Shell si è spinto fino a 10 miliardi di dollari dopo un’assenza di 18 mesi dal mercato obbligazionario. Un trend destinato a continuare dal momento che le emissioni in dollaridall’iniziodell’annohannotoccatolacifradi657miliardididollarioltre l’8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.