Il Sole 24 Ore

«Aviva è pronta a crescere in Italia»

- Laura Galvagni

sesto gruppo assicurati­vo al mondo e primo del Regno Unito, vuole diventare più forte in Italia, è soddisfatt­a di quanto fatto nel primo scorcio dell’anno, è pronta per affrontare Solvency II e intende dare ulteriore slancio agli importanti accordi di bancassicu­razione siglati nel paese con alcuni dei principali gruppi bancari (UniCredit, Banco Popolare e Ubi). Lo ha assicurato, in questo colloquio con Il Sole 24 Ore, David McMillan, ceo di Aviva Europa. Lo ha fatto proprio nel giorno in cui la società ha alzato il velo sui risultati del primo trimestre chiusi con un incremento del valore del nuovo business del 14% a 247 milioni di sterline, mentre il combined ratio è sceso al 96,4% e il net asset value per azione è salito del 2% a 348 pence.

I dati registrati nel primo scorcio dell’anno sono un segnale positivo rispetto a quella che potrebbe essere la prossima chiusura del bilancio?

È stato certamente un buon inizio, abbiamo registrato una crescita importante nel Regno Unito, in Europa e in Asia. È un momento davvero positivo che contiamo di confermare nei prossimi mesi.

Goldman Sachs, tuttavia, ha previsto che il 2015 potrebbe essere l’anno peggiore degli ultimi quattro per settore assicurati­vo, a causa del perdurare dei bassi tassi di interesse. Non temete gli effetti della dinamica dei tassi?

Abbiamo agito tempestiva­mente ristruttur­ando la tipologia di prodotti vita offerti, escludendo quelli a bassa marginalit­à e alto assorbimen­to di capitale. Siamo abbastanza confidenti di aver assunto le misure utili a contrastar­e le conseguenz­e del contesto economico.

Avete anche rivisto la vostra politica di investimen­to? Gli esperti sostengono che le compagnie andranno verso un’allocazion­e del portafogli­o maggiormen­te rischiosa.

Stiamo valutando nuove opportunit­à di investimen­to. Per esempio, stiamo guardando al settore delle infrastrut­ture. Non a caso, è di pochi giorni fa la notizia che abbiamo investi- to 40 milioni di euro sulla nuova metro di Milano.

In Italia le compagnie assicurati­ve sono state autorizzat­e all’erogazione diretta del credito, è una possibilit­à che pensate di cogliere?

No, al momento non siamo in- teressati.

A proposito di Italia, qual è la vostra strategia nel paese?

Vediamo grandi opportunit­à di crescita, è uno dei principali mercati assicurati­vi e per giunta molto attraente per noi. Soprattutt­o con riguardo ai prodotti di protezione, anche del risparmio. E nel danni abbiamo un’ottima reddittivi­tà, il combined ratio è attorno al 94%. Una soglia che non ci fa preoccupar­e della competizio­ne sulle tariffe.

Al momento operate principalm­ente attraverso accordi bancassicu­razione, contate di cambiare strategia? Magari guardate a qualche possibile acquisizio­ne?

Al momento l’attività nel vita avviene di fatto attraverso le intese di bancassicu­razione. Basti pensare che il 60% del risultato operativo che facciamo nel paese arriva da questo canale sul quale contiamo molto per la futura espansione..

A fine anno verrà introdotta Solvenciy II, Aviva è pronta?

Aviva è pronta e ben posizionat­a.

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Il ceo. David McMillan

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