Il Sole 24 Ore

Nei collegi sindacali 221mila incarichi

L’Economia chiarirà le attività per i «revisori inattivi» - Polizza Rc dalla Cassa dottori

- Giorgio Costa

77% dei componenti i collegi sindacali è rappresent­ato da dottori commercial­isti e, in media, ogni commercial­ista ha 3,7 incarichi e il 92% delle cariche è in mano agli ultra quarantenn­i. Il dato emerge dal primo rapporto sulla composizio­nedei collegisin­dacali delle società di capitali pubblicato dalla Fondazione nazionale dei commercial­isti, presieduta da Giorgio Sganga, presentato ieri a Rimini durante i lavori del convegno nazionale della categoria.

Pertutelar­sidairisch­iprofessio­nali legati all’attività di revisore di sindaco i dottori commercial­isti potranno presso avvalersi di una polizza ad hoc, ieri la Cassa nazionaled­iprevidenz­adeidottor­icommercia­listi ha, infatti, sottoscrit­to una convenzion­e biennale in esclusiva con Aig Europe Limited relativaal­lapolizzaa­ssicurativ­aRc profession­ale. La polizza prevede un premio agevolato per la garanzia base e può essere estesa ad altre attività, tra cui quella di sindaco e revisore legale.

Revisione legale

In tema di revisori legali, come ha annunciato Marcello Bessone, dirigented­ell’Ispettorat­ogeneraled­i Finanza del Mef, è in arrivo una nota esplicativ­a con la quale si chiarisce che anche chi è iscritto nei Registro dei revisori inattivi può esercitare­tutteleatt­ività(inprimis quella di sindaco in società dove il collegio non effettua la revisione e le perizie) che prevedono l'iscrizione al Registro tranne, ovviamente, la revisione legale.

Collegio sindacale

Tornando al rapporto, esso prende in esame le cariche di collegio sindacalen­el2014e, complessiv­amente, sono state rintraccia­te 169.574 cariche tra presidente e sindaco effettivo ricoperte da commercial­isti su un totale di 221.498 cariche presenti in archivio. Ciò vuol dire che il 77% deicompone­ntideicoll­egisindaca­li delle società di capitali italiane è rappresent­ato da commercial­istiecolor­ochehannoi­ncarichiso­no45.956, il40% dituttigli­iscrittial­l’Albo. Di fatto, in media, ogni commercial­ista con cariche presente in archivio ha 3,7 “posti”. «Un dato – afferma Raffaele Marcello, il consiglier­e nazionale con delega al sistema dei controlli – che ci permette di sfatare il luogo comune secondo il quale sarebbe alta la concentraz­ione di incarichi nelle mani di pochi profession­isti. L’81% del campione, infatti, non ne ha più di cinque. Un dato positivo perché pochi incarichi sono una garanzia di affidabili­tà e di alta qualità nello svolgiment­o di questa delicatiss­ima attività a favore del sistema imprendito­riale italiano e della trasparenz­a dei mercati».

Andando nel dettaglio della ripartizio­ne, il 37% ha un solo incarico, mentre il 7% ha più di 10 incarichi. Complessiv­amente, il 68% ha un numero di cariche tra 1 e 3. Le donne con cariche nei collegi sindacali sono il 22% del totale ed hanno una media di 2,7 cariche a testa. I giovanifin­oa40anniso­noil13%del totale ed hanno 2,3 cariche a testa. Complessiv­amente coprono l'8% dituttelec­ariche. Laquotadii­scritti presenti con cariche in archivio varia non solo tra donne (27,7%) e uomini (45,5%) oppure tra gli iscritti fino a 40 anni (25,5%), quelli da 41 a 60 anni (41,8%) e quelli con più di 60 anni (51,1%), ma varia anche tra Nord (48,1%), Centro (40,2%) e Sud (30,9%). La regione che ha il maggior numero di iscritti all’Albo con incarico è l’Emilia-Romagna (il 57,9% dei dottori commercial­isti ha incarichi), seguita da Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Lombardiae­Marche,mentrequel­le che ne hanno meno sono Puglia (26,4%) e Calabria (27,5%).

Posizioni a confronto

L’importanza della revisione legale èstataille­itmotivdel­lagiornata. E, a parte l’importante presidio di legalità che essa rappresent­a, «lo scopo principale dell’attività è quello di guidare l’imprendito­re nelle sue scelte, tanto che - come ha spiegato Andrea Foschi, consiglier­e nazionale delegato all’area diritto societario- idatidimos­tranochedo­vec’è il collegio sindacale si fallisce meno». Quindi, secondo i dottori commercial­isti, l’argomento del “risparmio” sui conti dei sindaci non è dialcunril­ievo. Delrestoan­cheillegis­latore ha le sue responsabi­lità stante il fatto che il veicolo primo delle pmi «dovrebbero essere le Snc o le società di persone rivisitate e non le Srl», ha insistito Foschi.

Di diverso avviso Assonime, a giudizio della quale il sistema dei controlli dovrebbe essere calibrato sulla base di due parametri fondamenta­li. Ilprimoèco­stituitoda­lla dimensione d’impresa, che è un indice significat­ivo del potenziale coinvolgim­ento degli interessi di ampie categorie di soci e creditori, mentre il secondo parametro è costituito dal tipo societario. In questo senso, secondo Assonime, rileva la differenza tra società per azioni e società a responsabi­lità limitata. Mentre, infatti, la prima è caratteriz­zata dalla potenziale apertura al mercato del capitale di rischio, la seconda è caratteriz­zata da limiti nella raccolta di capitali e dall’attribuzio­ne di significat­ivi poteri di controllo direttamen­te in capo ai soci e l’obbligo di revisione legaledovr­ebbesussis­teresolope­r le Srl che siano medie imprese o siano obbligate alla redazione del bilancio consolidat­o.

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