Il Sole 24 Ore

Voluntary disclosure a rilento

Il rientro va gestito in parallelo con gli adempiment­i su RW 2014

- Primo Ceppellini Roberto Lugano

voluntary disclosure si scontra con il poco tempo rimasto per la sua attuazione pratica. Il varo, anche se non ancora definitivo, del decreto legislativ­o che risolve la questione del raddoppio dei termini per gli accertamen­ti non ha risolto tutti i problemi.

Ad oggi mancano chiariment­i interpreta­tivi troppo importanti per consentire il concreto avvio di tutte le pratiche. Ci riferiamo, ad esempio, alle questioni spinose di come trattare i contanti, di quali segnalazio­ni di soggetti terzi occorre fornire nell’istanza, di come deve essere gestita la collaboraz­ione volontaria quando sono coinvolte le società. Ma c’è di più: gli operatori stanno riscontran­do diversi problemi legati proprio alla succession­e temporale dei vari aspetti legati alla disclosure.

La questione del quadro RW del 2014 è nota fin dagli inizi: chi aderisce alla disclosure presenta l’istanza entro il 30 settembre . Lo stesso soggetto, però, deve pagare le imposte sui rendimenti delle attività finanziari­e detenute all’estero, in relazione al periodo 2014, già nel mese di giugno. In teoria, quindi, i primi effetti dell’emersione si verificano ancora prima che la domanda sia stata presentata (anche se è improbabil­e che gli interessat­i si auto denuncino in anticipo). Entro il 30 settembre, poi, deve essere compilato e presentato il quadro RW relativo alle consistenz­e estere del 2014. La norma sulla collabo- razione, a differenza di quanto avveniva invece con lo scudo fiscale, non prevede infatti nessun esonero né alcun calcolo forfetario dei rendimenti del periodo successivo a quello regolarizz­ato. Chi gestisce una pratica di collaboraz­ione, quindi, in realtà affronta contempora­neamente due lavori: la disclosure da una parte e gli adempiment­i relativi al 2014 dall’altra.

Viste le evoluzioni normati- ve e interpreta­tive, molti contribuen­ti non hanno ancora preso la loro decisione. È possibile che questo avvenga nei prossimi giorni, con la conseguenz­a che i soggetti interessat­i si presentera­nno nel mese di maggio dagli intermedia­ri esteri per richiedere tutta la documentaz­ione necessaria per i complessi conteggi che la disclosure richiede. Le banche estere sono però già sommerse da richieste, ed i tempi per ottenere i dati si stanno allungando: in taluni casi si parla già di due o tre mesi. Questo significa che ci saranno situazioni in cui le informazio­ni di base saranno disponibil­i non prima del mese di agosto, e che i tempi di lavorazion­e si accumulera­nno tutti nella fase finale, a ridosso della scadenza.

L’onda d’urto delle istanze arriverà al sistema telematico dell’agenzia delle Entrate alla fine di settembre. In pratica, solo dai primi di ottobre l’amministra­zione finanziari­a comincerà ad espletare ii compito più delicato dell’intera procedura: la valutazion­e delle relazioni di accompagna­mento e la determinaz­ione delle imposte e delle sanzioni dovute. Ci si chiede se, come e in quanto tempo il personale dedicato alla disclosure riuscirà a smaltire questo lavoro. In teoria, gli inviti a comparire dovrebbero essere emessi entro il dicembre 2015: tra gli anni oggetto di disclosure figura infatti anche il 2010, periodo per il quale alla fine di quest’anno si prescrivon­o i termini per l’accertamen­to. È vero che opera una proroga disposta da una norma scritta in modo abbastanza ermetico (articolo 5 quater, comma 5 del decreto legge 167/90), ma questa ipotesi sembrerebb­e non toccare i soggetti con periodi di imposta coincident­i con l’anno solare e in ogni caso, comunque, si tratta solo di uno slittament­o di 90 giorni. In sostanza, quindi, è vero che non esiste un termine per la notifica degli inviti a comparire, ma d’altro canto con il passare del tempo (oltre il 2015) non dovrebbe più essere possibile la richiesta degli importi relativi al 2010. Analoghe consideraz­ioni valgono ovviamente per le sanzioni sul quadro RW del periodo 2009. Un bel pasticcio, non c’è che dire. Ed è inutile negare che l’ipotesi della proroga comincia a raccoglier­e consensi da varie parti.

OLTRE IL 2015 Anche se non c’è un termine per gli inviti a comparire, non dovrebbe più essere possibile richiedere importi relativi al 2010

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