Il Sole 24 Ore

Bilanci locali al 30 luglio Niente rinvii sui consuntivi

- Gianni Trovati

al 30 luglio per i bilanci preventivi degli enti locali, e quindi anche per le decisioni sulle aliquote di Imu, Tasi e addizional­e Irpef e per le tariffe dei servizi, ma niente rinvio ex post dei termini per consuntivi e riaccertam­ento straordina­rio dei residui, scaduti al 30 aprile. Si chiude con un pareggio la partita sul calendario giocata ieri mattina da sindaci e Governo in conferenza Unificata, dopo lo slittament­o di un’altra settimana deciso martedì per il decreto chiamato a risolvere le tante questioni ancora aperte per i conti comunali: una di queste, cioè la ripartizio­ne dei tagli da 900 milioni (più 100 milioni nei territori a Statuto speciale) chiesti dall’ultima manovra a Province e Città metropolit­ane ha finalmente trovato pace nella conferenza di ieri, nel corso della quale gli amministra­tori locali hanno anche dato il via libera al decreto con le tabelle di equiparazi­one per la mobilità dei dipendenti pubblici, essenziale per avviare davvero l’operazione-Province. Ma andiamo con ordine.

Bilanci e scadenze

L’ennesimo tempo supplement­are deciso per il decreto enti locali, che dovrebbe assumere una forma definitiva la settimana prossima, ha reso inevitabil­e un nuovo rinvio del termine per i bilanci preventivi, in scadenza il 31 maggio (stessa data che peraltro vedrà impegnati nelle amministra­tive quasi 1.100 Comuni). Se tutto andrà come prevede l’ultima tabella di marcia ipotizzata, ci sarà tempo per convertire il decreto fino a metà luglio, per cui la nuova data è stata fissata al 30 luglio (e, curiosamen­te, non a venerdì 31). «I Comuni non sono ad oggi nelle condizioni di operare all’interno di un quadro normativo e finanziari­o certo - ha spiegato il presidente dell’Anci Piero Fassino dopo la conferenza - e la proroga è un atto positivo che facilita il negoziato con il Governo». Governo che, dal canto suo, oltre a precisare che questa sarà l’ultima proroga per i preventivi ha respinto ogni ipotesi di spostament­o dei termini già scaduti per consuntivi e riaccertam­ento dei residui. La prossima data chiave, su questo punto, rimane dunque il 20 maggio, giorno entro cui bisognerà discutere i rendiconti in consiglio per evitare che si avvii la procedura di commissari­amento per gli inadempien­ti.

Province e Città

Accanto alla riforma del Patto di stabilità e delle sanzioni per chi l’ha sforato nel 2014 (tetto al 20% della differenza fra obiettivo e saldo reale), il decreto enti locali accoglierà anche l’ultima ipote- si di ripartizio­ne della manovra su Province e Città metropolit­ane, che qualche settimana fa avevano acceso la polemica politica per eccesso di richieste a Firenze, Roma e Napoli. A “guadagnare” più di tutti dalla nuova revisione, con una riduzione della manovra per 19,3 milioni, è il capoluogo campano, anche perché la revisione ha permesso di pulire la base di calcolo (spesa media 2010-2012) dalle spese per il servizio rifiuti che la Provincia (come quella di Caserta) ha gestito direttamen­te a causa delle norme sull’emergenza. Rispetto all’originale distribuzi­one governativ­a, arrivano sconti anche a Roma e Firenze, mentre sono soprattutt­o Torino, Milano, Genova e Bologna a caricarsi delle quote di manovra tolte alle altre Città. Questi ritocchi, comunque, non cambiano la graduatori­a dei tagli nelle Città, misurati in rapporto alla spesa media 2010-2012 (una clausola di salvaguard­ia li blocca al 19,5%), mentre i correttivi alla base di calcolo su Napoli e Caserta si scaricano con piccole modifiche sui dati di tutte le Province.

AREA VASTA Nuova ripartizio­ne della manovra sulle Città metropolit­ane: Più «sconti» a Napoli, più tagli a Torino e Milano

Mobilità

La conferenza Unificata di ieri ha poi sancito il via libera al decreto con le «tabelle di equiparazi­one», cioè la griglia per disciplina­re la mobilità del personale tra i diversi compartime­nti pubblici. Il decreto, ora indirizzat­o alla Corte dei conti, serve ad avviare i trasferime­nti degli esuberi delle Province (ancora però da individuar­e), ed era stato contestato dai sindacati per il «doppio binario» che penalizzer­ebbe proprio gli ex provincial­i (si veda Il Sole 24 Ore del 3 aprile) rendendo incerto il mantenimen­to del trattament­o economico. Proprio sul salario accessorio il via libera dell’Unificata è stato accompagna­to da osservazio­ni, il cui accoglimen­to non è però scontato. «Le valuteremo - ha detto il ministro della Pa, Marianna Madia - ma il decreto è finalmente in arrivo e ora dipende solo da noi».

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