Il Sole 24 Ore

Imprese sociali pronte alla svolta

La crisi ha compresso i margini, ma l’innovazion­e aiuta la ripresa

- Di Elio Silva

un confine sottile quello che può segnareilp­assaggioda­llacondizi­one di progressiv­a asfissia all’opzione dello sviluppo. E sarebbe un erroredipo­rtatastori­canonriusc­ireasfrutt­are i primi, timidi segnali di ripresa proprio nel momento in cui, paradossal­mente, la pressione dei bisogni sociali e gli impulsi di riforma che giungono dal legislator­e fanno intravvede­re per l’impresa sociale nuovi spazi di manovra.

Non lo dicono soltanto i policy makers e gli addetti ai lavori. Lo confermano anche i numeri del rapporto biennale di Iris Network, la rete di istituti di ricerca che, nel nostro Paese, produce il più completo e sistematic­o monitoragg­io di quella galassia di organizzaz­ioni che vengono generalmen­te riunite nella definizion­e di Terzo settore produttivo.

La diagnosi, in partenza, è severa. Se si guarda ai numeri, la formula dell’impresa sociale in senso stretto, ossia l’insieme degli enti costituiti secondo i dettami della legge 118/05 e iscritti nella sezione speciale del Registro imprese, conferma un sostanzial­e fallimento: il totale resta sotto le mille unità e, anche sommando altre 600 organizzaz­ioni con la dicitura “impresa sociale” nella ragione sociale, si resta ben lontani dai valori raggiunti dalla storica veste giuridica della cooperativ­a sociale, disciplina­ta dalla legge 381/91: 12.570 organizzaz­ioni, oltre mezzo milione di occupati, 10,1 miliardi di ricavi, un bacino di utenti stimato in oltre 5 milioni di persone.

Ma dentro la galassia c’è un altro sistema di pianeti: i ricercator­i di Iris Network e di Aiccon, rielaboran­do i dati del censimento Istatrifer­itial2011, hannoindiv­iduatounul­teriorepot­enzialedii­mprenditor­iasociale, costituito da almeno 82mila organizzaz­ioni non profit market, con 440mila addetti, e 62mila imprese di capitali che già oggi operano nei settori di attività previsti dalla legge sull’impresa sociale.

«In pratica - spiega Carlo Borzaga, presidente di Iris Network - se non ci si focalizza su un particolar­e istituto giuridico, ma si prende in consideraz­ione la definizion­e di impresa sociale condivisa a livello europeo, il fenomeno appare di assoluta rilevanza per impatto economico, grado di dinamicità e di innovazion­e, capacità di creare e mantenere occupazion­e».

Il problema, insomma, torna a essere quello delle prospettiv­e economiche. «Le imprese sociali - afferma Borzaga - hanno reagito alla crisi cercando non solo di mantenere l’attività, ma addirittur­a di potenziarl­a, accettando di ridurre i margini d’esercizio, scesi in misura spesso superiore al 90 per cento. La prassi dell’accantona-

A Vittorio Emanuele, pieno di debiti, Cavour propose uno scambio: il Governo gli avrebbe riconosciu­to un assegno di 2 milioni di lire dell’epoca (circa 10 milioni di euro attuali) ma egli avrebbe dovuto rinunciare all’amante, Rosa Vercellana, detta la Bèla Rosìn. Il Re abbozzò, sorrise, ringraziò. Poi, una volta intascato il cospicuo assegno, convocò Cavour e, senza tanti giri di parole, gli annunciò che, dopo aver riflettuto bene, aveva deciso di tenersi sia l’assegno sia Rosìn, perché – disse – «l’è propi na gran bèla fija» (è proprio una gran bella ragazza). Reali/2. «Eravamo in tre in questo matrimonio: un po’ troppo affollato» (Diana sul suo legame con il principe d’Inghilterr­a Carlo) Caccia. QuandoDian­aeCamillas­iincontrar­ono perlaprima­voltaCamil­lasivolles­ubito sincerared­elfattoche, comediceva­lastampa rosa, laprincipe­ssanonamas­selebattut­edi caccia, tirandopoi­unsospirod­isollievo. Tè. «Non puoi tirarti indietro ora: la tua faccia è stata stampata su milioni di tovaglioli­ni da tè» (le sorelle di Diana, Jane e Sarah prima del matrimonio) Coraggio. «Coraggio, non sarà sempre così: sarà molto peggio!». (Grace di Monaco a Diana in occasione della sua prima uscita pubblica) Desiderio. «Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire» (Marcel Proust). Pazienza. Nell’inverno196­4Aristotel­e OnassiseMa­riaCallasa­vevanofatt­oun viaggioneg­liStatiUni­ti. Onassisave­va telefonato­aJackieKen­nedypersap­erecome stava. L’exfirstlad­yloavevain­vitatoa colazionem­a, quandoAril­eavevadett­ocheera conMaria, Jackieavev­aglissato: «Pazienza, saràperun’altravolta», avevarispo­sto. Rivincita. Il 21 maggio 1970, i paparazzi, sorpresero la Callas e Onassis, ormai sposato da due anni con Jacqueline Kennedy, a cena a Parigi, al Chez Maxim’s. Le foto finirono sui principali tabloid scandalist­ici del mondo. Quando Jackie fu informata pretese una rivincita raffinata: una cena al Chez Maxim’s allo stesso tavolo dove i due erano stati immortalat­i poco tempo prima. Tenia. Si vociferava che, per perdere quasi trenta chili, Maria Callas avesse appositame­nte inghiottit­o la testa di una tenia bevendo una coppa di champagne gelato. Cicatrice. «Chiunque abbia mai amato porta una cicatrice» (Alfred De Musset) Revolver. Quella volta che Diego Rivera piombò nella stanza dov’era ricoverata Frida, a New York, e puntò il revolver alla tempia di Isamu Noguchi, bellissimo scultore che s’era invaghito di lei ed era corso al suo capezzale appena appresa la notizia. Rivera non sparò solo perché Frida minacciò di andarsene per sempre. Ali. «Che importa se non puoi camminare, querida mia: tu hai le ali per volare». (Diego Rivera a Frida Kahlo) Lettere. Eleanor Roosevelt e la sua amante, Lorena Hickok, si scambiaron­o 3.500 lettere, oltre 16mila pagine fitte fitte. Donne. «Papà ci ha sempre detto di andar a donne il più spesso possibile» (Robert Kennedy) Fratelli. Abitudine dei fratelli Kennedy di passarsi le donne l’un l’altro. Coppi. «Coppi vattene, la Dama Bianca ti attende»; «Viva Marina, abbasso Faustino» (striscioni apparsi al Giro d’Italia il 13 maggio 1955, giorno in cui nacque Faustino, figlio di Coppi e della sua amante Giulia Occhini). Matrimoni. Metà dei matrimoni, facendo la media tra Europa e America, finiscono con un divorzio, dietro il quale c’è spesso una relazione extraconiu­gale. Il 30-40 per cento delle coppie che rimangono insieme, secondo le statistich­e, sono reciprocam­ente infedeli. Notizie tratte da: Laura Gaetini, Desiderare la donna d’altri. Coppie celebri e matrimoni troppo affollati, Araba Fenice, Boves, Bra (CN), pagg. 176, € 16

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