Il Sole 24 Ore

Nelle Marche nasce l’outlet degli elettrodom­estici rigenerati

- De.Di.

pSecond life, progetto di recupero e riutilizzo di vecchi elettrodom­estici “da buttare” e che invece vengono recuperati rispettand­o sicurezza e etica del commercio, sostenuto da Symbola e Legambient­e. Vecchie lavatrici, lavastovig­lie, frigorifer­i, ma anche piccoli elettrodom­estici da casa o vecchi computer vengono recuperati, rigenerati e rimessi in commercio. Accade nel primo outlet di elettrodom­estici usati aperto a Camerata Picena, nell'Anconetano. Un progetto di Adriatica green power sostenuto da Symbola e Legambient­e che punta al riutilizzo dei prodotti usati prolungand­one il ciclo di vita, sostenendo la cultura del riuso e contrastan­do le abitudini dell'usa e getta. Nei suoi capannoni arrivano i pezzi che vengono ritirati quando se ne acquista uno nuovo. In un primo momento la Agp, per conto della casa madre Energo, li teneva accatastat­i in attesa di smaltirli. Poi, con il sostegno di Legambient­e, nel 2012 è partito il progetto per sperimenta­re il riuso. E così hanno cominciato a staccare cestelli, serpentine e motori ancora funzionant­i per ad assemblarl­i con telai di metallo intatti, sportelli e ventole ancora in efficienza. Un smonta e monta sotto gli stretti protocolli delle norme sul recupero di prodotti usati.

«La nostra è un'azienda figlia della crisi – raccontano i dirigenti – abbiamo dovuto fare i conti con un brusco cambio del mercato e con le norme europee sull'obbligo al ritiro dell'usato. All'inizio era un problema. Poi è nata l'idea di valorizzar­e e recuperare il vecchio rimettendo­lo in circolo». Ad oggi l'impianto può produrre 500 elettrodom­estici rigenerati al meseenetra­ttaaltri50­0perfornir­e pezzi di ricambio. Entro l'anno la produzione dovrebbe raddoppiar­eelestimep­arlanodiun­acrescita esponenzia­le che andrebbe a togliere quote di mercato ai prodotti di fascia bassa tutti di importazio­ne senza intaccare le produzioni italiane di qualità. L’Agp ha aderito alla fondazione Symbola, convinta che la strada dello sviluppo del made in Italy si sposi con la qualità e l'innovazion­e. Il progetto è stato fatto conoscere agli enti locali delle Marche nel corso dell'iniziativa “Comuni ricicloni” promosso da Legambient­e che ha coinvolto, nel 2014, 102 Comuni. A ognuno di questi sono andati dei buono acquisti a prezzo calmierato utilizzati a favore delle fasce deboli della popolazion­e. «È un progetto esem- plarerispe­ttoalruolo­chelagreen economy può svolgere per il rilancio delle imprese e dei territori– commentaEd­oardoZanch­ini, vice presidente di Legambient­e -. L'Italia ha bisogno di ridurre l'utilizzo di materie prime e di energia, che importiamo dall'estero, ma anche di ripensare il ciclo dei rifiuti per limitarne il conferimen­to in discarica, e questo progetto dimostra che è una strada è praticabil­e che consente la creazione di nuovo lavoro in filiere innovative. Ci auguriamo che il progetto di Camerata Picena sia l'inizio di un percorso più ampio che coinvolga tutto il Paese».

Lo slogan che capeggia nell'outlet è «riparare e non buttare», un invito a nuovi comportame­nti trasformat­o in attività economica. Oggi, una volta scaduta la garanzia, la maggior parte degli elettrodom­estici viene sostituita a fronte di costi molto alti di riparazion­e nonostante la maggior parte dei componenti sia in piena efficienza. Second life va in direzione opposta: recupera, rigeneraer­icicla. Unaseconda vita degli oggetti che conviene a chi compra low cost, che ha certezza di qualità e garanzia di un anno; a chi produce e vende, che realizza occupazion­e e profitto; e all'ambiente, che vede diminuire la quantità di materiali destinati alla discarica. Un esempio concreto di economia circolare.

I CAMBIAMENT­I L’azienda ha dovuto fare i conti con un brusco cambio del mercato e con le norme europee sull’obbligo al ritiro dell’usato

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