Boccata d’ossigeno dal taglio dell’Irap
Una delle anomalie del sistema fiscale italiano, che spesso disorienta gli imprenditori esteri, è il meccanismo di calcolo dell’Irap, tributo che, gravando su un aggregato molto più ampio dell’utile ante imposte (Ebt), è in grado di generare una perdita finale anche per società con Ebt positivo. Questa situazione, fino al 2011, è stata aggravata dalla indeducibilità, dal reddito imponibile Ires, dell’imposta regionale sulla componente costo del personale (salva una limitata deduzione del 10% introdotta nel 2008). In pratica, le società pagavano Irap (3,9%) sulle retribuzioni dei dipendenti e questa Irap, a sua volta, subiva la tassazione Ires del 27,5%. Come si nota dai dati Infocamere, è alto il numero di imprese che, pur in presenza di un risultato ante imposte positivo, chiudono il bilancio civilistico in perdita. Nel 2011 questa sgradita situazione ha riguardato il 22% delle imprese in perdita.
Nel 2012, si evidenzia invece una modesta, quanto significativa, inversione di tendenza: la quotadiimpreseportateinperditadal fiscoscendeal19%,evidentemente a seguito della abrogazione, in quell’esercizio, della norma (a rischio di illegittimità incostituzionale) che rendeva indeducibile dall’Ires, l’Irap sul costo del personale. Molte società iscrissero a bilancio una sopravvenienza attiva straordinaria, presentando istanze di rimborso delle imposte sul reddito versate in eccesso nei 4 anni precedenti. Sopravvenienza attiva che ha sicuramente “sporcato” il dato di quell'esercizio, visto che, dall'anno seguente, la percentuale di società in perdita per il fisco torna leggermente a crescere assestandosi sul 20%.
Cosa dobbiamo attenderci per il futuro? Una stabilizzazione nel 2014 e una sicura riduzione – a parità di altri fattori – dal 2015. Tutto questo a seguito della riduzione del peso dell’Irap, la cui base imponibile, con la deducibilità integrale del costo del lavoro a tempo indeterminato introdotta da quest’anno, tenderà ad allinearsi all’Ebit, facendo scendere in modo significativo il tax rate, anche, e soprattutto, per le imprese in perdita.
Tornando a quest’ultimo indicatore (tax rate: rapporto percentuale tra imposte Irap e Ires e Ebt), l’analisi di Infocamere mostra una attenuazione nel triennio 2011-2013, anno in cui il coefficiente diventa pari al peso nominale delle due imposte (31,4%). Il dato, sicuramente positivo, va però letto con cautela, in quanto riguarda una media delle sole società con bilancio in utile; considerando anche le imprese in perdita (ma che pagano tasse come sopra ricordato) il tax rate medio del sistema tenderebbe sicuramente ad aumentare. EXPORT
Presentazione della XIII edizione del rapporto sulla “Evoluzione del commercio con l'estero per aree e settori” promossa da Ice-Agenzia e Prometeia. Via Listz 21, Roma (ore 10,30).