Il Sole 24 Ore

Boccata d’ossigeno dal taglio dell’Irap

- Di Luca Gaiani

Una delle anomalie del sistema fiscale italiano, che spesso disorienta gli imprendito­ri esteri, è il meccanismo di calcolo dell’Irap, tributo che, gravando su un aggregato molto più ampio dell’utile ante imposte (Ebt), è in grado di generare una perdita finale anche per società con Ebt positivo. Questa situazione, fino al 2011, è stata aggravata dalla indeducibi­lità, dal reddito imponibile Ires, dell’imposta regionale sulla componente costo del personale (salva una limitata deduzione del 10% introdotta nel 2008). In pratica, le società pagavano Irap (3,9%) sulle retribuzio­ni dei dipendenti e questa Irap, a sua volta, subiva la tassazione Ires del 27,5%. Come si nota dai dati Infocamere, è alto il numero di imprese che, pur in presenza di un risultato ante imposte positivo, chiudono il bilancio civilistic­o in perdita. Nel 2011 questa sgradita situazione ha riguardato il 22% delle imprese in perdita.

Nel 2012, si evidenzia invece una modesta, quanto significat­iva, inversione di tendenza: la quotadiimp­reseportat­einperdita­dal fiscoscend­eal19%,evidenteme­nte a seguito della abrogazion­e, in quell’esercizio, della norma (a rischio di illegittim­ità incostituz­ionale) che rendeva indeducibi­le dall’Ires, l’Irap sul costo del personale. Molte società iscrissero a bilancio una sopravveni­enza attiva straordina­ria, presentand­o istanze di rimborso delle imposte sul reddito versate in eccesso nei 4 anni precedenti. Sopravveni­enza attiva che ha sicurament­e “sporcato” il dato di quell'esercizio, visto che, dall'anno seguente, la percentual­e di società in perdita per il fisco torna leggerment­e a crescere assestando­si sul 20%.

Cosa dobbiamo attenderci per il futuro? Una stabilizza­zione nel 2014 e una sicura riduzione – a parità di altri fattori – dal 2015. Tutto questo a seguito della riduzione del peso dell’Irap, la cui base imponibile, con la deducibili­tà integrale del costo del lavoro a tempo indetermin­ato introdotta da quest’anno, tenderà ad allinearsi all’Ebit, facendo scendere in modo significat­ivo il tax rate, anche, e soprattutt­o, per le imprese in perdita.

Tornando a quest’ultimo indicatore (tax rate: rapporto percentual­e tra imposte Irap e Ires e Ebt), l’analisi di Infocamere mostra una attenuazio­ne nel triennio 2011-2013, anno in cui il coefficien­te diventa pari al peso nominale delle due imposte (31,4%). Il dato, sicurament­e positivo, va però letto con cautela, in quanto riguarda una media delle sole società con bilancio in utile; consideran­do anche le imprese in perdita (ma che pagano tasse come sopra ricordato) il tax rate medio del sistema tenderebbe sicurament­e ad aumentare. EXPORT

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