Il Sole 24 Ore

Asean, l’unione economica procede a due velocità Quasi la metà dei partecipan­ti non ha ancora applicato le tariffe zero

Il mercato unico dovrà essere completato entro il 31 dicembre

- Rita Fatiguso

pIl 2015 è davvero un anno molto impegnativ­o per i dieci membri dell’Asean , l’associazio­ne che riunisce i Paesi del Sudest asiatico: entro il 31 dicembre 2015 bisogna realizzare l’Asean community con ben cinque anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia iniziale.

L’Asean community, però, poggia su tre pilastri: la politica commune della sicurezza, gli aspetti sociocultu­rali e, soprattutt­o, l’Asean economic commu- nity. E l’anno scorso gli ultimi arrivati nel club Asean hanno frenato proprio su questo ultimo fronte, quello dell’integrazio­ne economica, rallentand­o il passo.

Il che ha creato un problema latente di una doppia velocità all’interno di un bacino, l’Asean, che ormai gioca un ruolo cruciale nello sviluppo e nel futuro dell’intera Asia.

In effetti, negli ultimi tempi non tutti i Paesi hanno realizzato le stesse cose. Nel 2010, per esempio, Brunei, Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia hanno tagliato molte tariffe ad eccezione di quelle più sensibili, mentre Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam dovrebbero farlo entro l’anno. Sei vec- chi membri Asean hanno introdotto entro il 2013 il sistema “zero tariffe” per il 99,65% dei prodotti di importazio­ne, mentre nei quattro nuovi membri la limatura è stata ridottissi­ma.

C’è innegabilm­ente un gap fortissimo che soprattutt­o è fatto di barriere non tariffarie. E di squilibri di ricchezza nell’area: nel 2013 Singapore aveva un Pil pro capite di 54.776 dollari, quello di Myanmar appena di 915 dollari.

Come sostiene il Ceo di Standard Chartered Bank, Bindra, la difficoltà principale alla completa attuazione dell’Asean è la grande disparità. Inoltre il commercio interno nell’area è pari solo al 25% del totale dei Paesi, circa 500 miliardi di dollari. In Europa si sale al 68%, al 48% in Nordameric­a.

Ogni anno l’Asean dovrebbe viaggiare al ritmo di 2mila miliardi di dollari in più nel commercio infrazona, per toccare il 35% almeno del totale.

Insomma, i timori sul futuro dell’Asean stanno nel fatto che le perdite potrebbero superare i guadagni. La velocità complessiv­a non è garantita facilmente, c’è chi sostiene che in questo caso sia un obiettivo, non una deadline.

Infine, c’è la questione cinese. Un alleato a volte ingombrant­e, che è diventato il principale partner commercial­e dell’Asean. Anzi il terzo partner, la quarta destinazio­ne di esportazio­ne e la seconda fonte di importazio­ne Asean.

Il commercio bilaterale con l’Asean ha rappresent­ato oltre un decimo del totale degli scambi all’estero della Cina. Come dimostrano i dati delle Dogane cinesi, anche nei primi quattro mesi del 2015 il bilancio è positivo, pari a 895,1 miliardi di dollari, oltre l’1,5% in più nei primi quattro mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Mentre l’Europa e il Giappone arrancano, dunque, l’Asean ancora trascina l’economia cinese. Nel 2003 il rapporto di scambio commercial­e CinaAsean era di 100 miliardi, quadruplic­ati l’anno scorso.

La strategia «One belt one road» voluta da Pechino, inoltre, diventa per la Cina un importante strumento di interazion­e con l’Asean.

Non a caso quest’anno la Cina ha varato un aggiorname­nto del Cafta, l’accordo di libero scambio Cina-Asean, abbassando ulteriorme­nte le tariffe, mettendo in cantiere il taglio di misure non tariffarie, attivando colloqui su un nuovo ciclo di impegni commercial­i di servizi e promuovend­o l’apertura nel settore degli investimen­ti.

«La versione aggiornata del Cafta - dice Yang Yen Yen, vicesegret­ario del Cae-Expo, la piattaform­a commercial­e insediata a Nanning (nel Guanxi) per permettere il dialogo permanente tra i due blocchi - servirà a far dialogare meglio la Cina con tutti i Paesi cercando di coinvolger­li nella Via della Seta marittima del XXI secolo».

Questo è il tema, chi poteva dubitarne, della prossima edizione di Cae Expo, la dodicesima, che si terrà a settembre nella capitale della provincia autonoma del Guanxi. Una proposta che l’Asean dal punto di vista economico non dovrebbe rifiutare.

LO SPAZIO PER CRESCERE A oggi il commercio interno all’area è pari solo al 25% del totale dei Paesi: nella Ue questa quota è invece del 68%

pBenedetto

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