Mobile economy al 2,3% del Pil
Il 2014 torna positivo e per i prossimi anni prospettive di forte crescita per e-commerce e pagamenti Nel 2017 il mercato varrà oltre 37 miliardi rispetto agli attuali 25,7
pSarà un “piatto” da 37 miliardi, pari a circa il 2,3% del Pil, quello che fa da sfondo alla possibile alleanza tra 3 Italia e Wind. Ecco quanto varrà nel 2017 il mercato della mobile economy, business che comprende infrastrutture, dispositivi, banda larga, oltre a e-commerce, pagamenti, contenuti, serviziesoluzioni a valore aggiunto.
Il 2014 è stato l’anno di una nuova partenza del comparto dopo la frenata del 2013. Il giro d’affari di questo spicchio dell’economia digitale è stato di 25,7 miliardi, pari all’1,65% del Pil, con un +4% sul 2013. È quanto rivela l’Osservatorio «Mobile economy: la via per la digitalizzazione del Paese», realizzato dalla School of management del Politecnico di Milano e che verrà presentato giovedì a Roma.
Il rimbalzo registrato lo scorso anno è legato alla forte crescita(+39%) degli investimenti dei carrier nel G4, che raggiunge oltre l’80% della popolazione. In questa corsaallabandalargasonoinvestiti oltre tre miliardi. Continuano inveceasoffrireiconsumi,segnatidaun -2% dopo il -6% del 2013, che si attestano a 20 miliardi. Arretra (-16%, pari a 2 miliardi di perdita) soprattutto la parte tradizionale del busi- ness, quellofattodavoceesms, pari a metà del business. Grazie alla crescita degli smartphone, a fine anno arriveranno a quota 40 milioni, e dei tablet (altri 10 milioni), la voce “dispositivi” resta in terreno positivo. Tutti apparecchi che richiedono banda larga, così la connettività segna un +14% grazie alle offerte omnicomprensive dei carrier. «A crescere a due cifre sono tutti i nuovi mercati - commenta Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori digital innovation del PolitecnicodiMilano-,mentresoffrono gli operatori che si sfidano con promozioni e prezzi al ribasso».
Nel 2014, evidenzia l’Osservatorio, si è assistito all’affermazione dell’e-commerce in mobilità, che mette a segno un +55% e si attesta al 10% sul totale dei consumi, e dell’accesso ai contenuti, oggi al 4% con un aumento vicino al 20 per cento. I pagamenti hanno ancora un peso marginale, ma in percentuale sono quintuplicati, mentre i mobile Pos sono usati da 45mila esercenti e hanno fatto registrare un transato di soli 100 milioni al lordo dell’Iva. In questo percorso evolutivo spicca l’impegno sul fronte dell’internet delle cose, su cui si è concentrato quasi un quinto degli investimenti con una crescita del +28%, e lo sviluppo di app e soluzioni mobile in aumento del 24 per cento. Due aree dove a giocare un ruolo da protagonisti sono le grandi aziende di beni e servizi di largo consumo. Al marketing & comunicazione va l’8% degli investimenti (+41% sul 2013).
Nel2017ilmixdeiconsumivedrà lacaduta(-18%)divoceesms,lacrescita nell’acquisto di smartphone, tablet e dispositivi da indossare (+13%). Si impenneranno tutti gli altri servizi legati alla connettività, come l’e-commerce e i pagamenti, che diventeranno il nuovo volàno della mobile economy. Da non dimenticare che molto probabilmente verso il 2017-2018 in altri Paesi saranno già attive le prime reti 5G a banda ultralarga. «Emerge sempre più il trend della concentrazione, perché gli investimenti sulle reti non permettono la presenza di più di 4-5 operatori - sottolinea Rangone-.Inoltreicontideicarriersonoin equilibrio economico precario, perché non riescono a valorizzare almegliolabandalarga». Unasituazione che spinge verso una concentrazione in vista di un prossimo salto generazionale delle reti 5G, traguardodaraggiungereentroil2020.