Il Sole 24 Ore

Lube riconquist­a l’Italia con la nuova linea Creo In crescita il gruppo di cucine: +12% nei primi quattro mesi 2015

Il marchio lanciato lo scorso ottobre coniuga qualità e convenienz­a

- Giovanna Mancini

p «Qualcosa è cambiato, anche in Italia, e finalmente si sente». Non si azzarda a parlare di ripresa Fabio Giulianell­i, ad del gruppo di cucine Lube, ma riconosce che alcuni elementi positivi ci sono: la frenata dei consumi sembra essersi arrestata, le banche stanno riaprendo le linee di credito a tassi più bassi che in passato, e anche gli investimen­ti sembrano essere ripartiti.

Tanto è bastato, all’azienda marchigian­a, per chiudere il 2014 con una crescita del 3% nel fatturato, che ha sfiorato quota 151 milioni, portando il marchio nella top ten delle aziende italiane di design, in termini di ricavi. Il trend positivo si è intensific­ato nei primi mesi dell’anno in corso: «nel solo mese di aprile le vendite sono cresciute del 22% rispetto a marzo – spiega Giulianell­i –, portando l’incremento nei primi quattro mesi dell’anno al 12-13%, lo stesso tasso di crescita con cui puntiamo a chiudere il 2015».

Risultati tanto più significat­ivi se si considera che Lube realizza oltre l’85% dei suoi ricavi in Italia, dove le vendite per il settore dell’arredo, dal 2008 a oggi, sono crollate, spingendo molte imprese ad aumentare le quote di export per arginare le perdite, negli anni più duri della crisi, e poi per ricomincia­re a fare utili. «L’Italia per noi è il mercato di riferiment­o – dice invece Giulianell­i –. Sono stati anni difficili, non lo nascondo, ma anche nei momenti più duri siamo riusciti a contenere il calo di vendite, chiudere i bilanci in pareggio o in leggero attivo, senza mai fare nemmeno un’ora di cassa integrazio­ne». L’azienda, che conta 632 dipendenti e produce circa 300 cucine al giorno, ha anzi aumentato la quota di mercato sul mercato interno proprio negli ultimi anni, grazie soprattutt­o a una politica di investimen­ti industrial­i (+34% nel 2014) e commercial­i (+28%). Da un lato, spiega Giulianell­i, è stata avviata una selezione della catena di distribuzi­one: la crisi ha determinat­o una scrematura dei negozi, portando l’azienda a concentrar­e sforzi e investimen­ti sui negozi più importanti (spesso monomarca), in modo da qualificar­e ulteriorme­nte l’offerta stessa dei prodotti allestiti all’interno, comunicand­one l’idea di qualità a prezzi comunque accessibil­i, che da sempre, spiega Giulianell­i, è il punto di forza di Lube.

Dall’altro c’è stato il lancio, lo scorso ottobre, del nuovo marchio Creo, una sorta di “seconda linea” che, alle competenze ma- turate in 45 anni di esperienza dal gruppo marchigian­o, unisce prezzi contenuti, inaugurand­o, nelle intenzioni dell’azienda, un modello distributi­vo inedito e innovativo. «Finora la distribuzi­one di mobili, in Italia, è stata polarizzat­a – spiega Giulianell­i – in negozi tradiziona­li, molto specializz­ati nell’assistenza e servizio ai clienti, e grandi catene che puntano tutto sulla politica dei prezzi bassi, ma spesso a scapito della qualità del prodotto». La linea Creo – che è insieme un marchio di cucine e un marchio di negozi – punta a riempire il «vuoto» che sta nel mezzo. «Il nostro obiettivo – aggiunge l’ad di Lube – è proporre non solo una cucina, ma un sistema di acquisto pensato per quel target di clientela che, finora, si rivolgeva alla grande distribuzi­one».

La strategia sembra dare i suoi frutti, a giudicare dal successo ottenuto dai prodotti della linea Creo, che del resto ha sostenuto in buona parte l’incremento nei ricavi del gruppo negli ulti mi mesi. I l piano commercial­e procede a ritmo sostenuto: «Stiamo aprendo negozi con cadenza settimanal­e – dice ancora Giulianell­i –. L’obiettivo è avere due punti vendita per ogni provincia entro la fine del 2016».

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Doppio target.

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