Il Sole 24 Ore

Renzi: chi ora ci critica allora votò lo stop Fi e Lega attaccano

- D.Col. M.Rog.

pIl «bonus Poletti» arriverà il 1° agosto a quasi 3,7 milioni di pensionati. A ribattezza­re così la restituzio­ne, in forma “mini” e una tantum, dei rimborsi ai pensionati dopo la bocciatura da parte della Consulta del blocco delle indicizzaz­ioni deciso dall’esecutivo Monti è Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa in cui annuncia il varo del decreto sul nodo pensioni. Alla fine, dunque, il premier ha deciso di non perdere altro tempo anche per dare un «messaggio forte ai nostri partner europei che non si scherza sulle pensioni» e ai mercati «che non c’è alcuna tensione pre-elettorale che ci renda timidi rispetto ai pensionati», come sottolinea pure il ministro Pier Carlo Padoan. «Non abbiamo voluto fare una corsa per evitare di sentirci dire “siete in campagna elettorale”», prosegue Renzi. Che respinge seccamente anche le critiche arrivate dall’opposizion­e: «È il colmo ed è ridicolo che chi ha votato quella norma ora dica che va restituito tutto.

Noi stiamo rimediando ai danni che hanno fatto loro», anche perché, afferma non troppo ironicamen­te Renzi, quando è stata approvata la legge Fornero «io, Padoan e il ministro Poletti facevamo altri mestieri, io tappavo le buche nella città di Firenze».

Renzi fa capire che il Governo ha subìto una decisione della Corte che comunque il Governo rispetta compatibil­mente con il quadro di finanza pubblica. Le risorse per gli arretrati arriverann­o dal “tesoretto” (scarto tra deficit tendenzial­e e programmat­ico) che Palazzo Chigi aveva immaginato di utilizzare per misure di sostegno alla povertà. Secondo Renzi sul versante previdenza il vero tema da affrontare è quello di rendere più flessibili le uscite verso il pensioname­nto. E a questo proposito annuncia un intervento correttivo della riforma Fornero («per dare un po’ di spazio» a chi vuole uscire prima dal mondo del lavoro) da adottare con la prossima legge di stabilità. «Se una nonna a 62 anni preferisce stare con il nipotino rinunciand­o a 20-30 euro al mese e magari risparmian­do su costi della baby sitter - spiega Renzi - bisognerà trovare le modalità per cui, sempre con attenzione ai denari, si possa permettere a questa nonna di andarsi a godere il nipotino». Tornando alla questione rimborsi, a rimanerne esclusi saranno 670mila pensionati. Ma Renzi ripete che era praticamen­te impossibil­e prevedere una restituzio­ne per tutti. «Se si dovesse sempliceme­nte azzerare la norma dovremo trovare 18 miliardi e do- vremo togliere denari ad altri, dagli asili alle infrastrut­ture», fa notare il premier.

Ancora più esplicito il ministro Padoan: la risposta del Governo alla pronuncia della Consulta evita che scatti una procedura d’infrazione della Ue per deficit eccessivo. Per il 2015 il deficit nominale previsto resterà a quota 2,6 per cento. Il responsabi­le dell’Economia sottolinea che la restituzio­ne integrale della perequazio­ne a tutti i pensionati «avrebbe portato l’indebitame­nto al 3,6%» in rapporto al Pil «con conseguent­e manovra correttiva» e con «la rimozione della clausola per le riforme e della regola del debito». Che avrebbero avuto l’immediato effetto di dover rinunciare subito ai benefici della maggiore flessibili­tà europea appena ottenuti. Quanto ai pensionati, «nessuno perde niente. Il problema è chi ci guadagna e quanto», dice Padoan. Che precisa che dal 2016 in poi si passerà da una mi-

CRITICHE SINDACALI Cgil, Cisl e Uil: dal governo risposta insufficie­nte Salvini presenta ricorso alla Corte di Strasburgo Il premier: riparati errori altrui

sura una tantum a interventi permanenti. «A partire dal 2016 ci sarà un calcolo delle indicizzaz­ioni più generoso rispetto a quello utilizzato nel calcolo degli anni precedenti in modo da rispettare i principi indicati dalla Corte. Questo significa che l’aumento del reddito tramite le pensioni diventa un aumento permanente». Anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ribadisce che «se abbiamo deciso di intervenir­e è per una questione di chiarezza verso i cittadini e non per la tornata elettorale, le elezioni non sono un metro. C’era un problema e lo abbiamo affrontato».

Ma i sindacati non si sentono affatto rassicurat­i e le opposizion­i già si dicono pronte a dare battaglia. Cgil, Cisl e Uil, definiscon­o «insufficie­nte» la risposta del Governo. Per Maurizio Landini « non si può pensare ad una tantum». Renato Brunetta (Fi) intima a Renzi di «cacciare li sordi». Matteo Salvini annuncia la presentazi­one di un ricorso della Lega alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Beppe Grillo parla «di un altro scambio elettorale» tra il premier e i cittadini. Il tutto mentre aumenta il rischio di ricorsi.

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