Il Sole 24 Ore

Comuni, slitta il decreto salva-conti

Salta per ora l’anticipo di 1,2 miliardi - In bilico la rinegoziaz­ione dei mutui con la Cdp: possibile una proroga

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

pIl decreto enti locali è uscito a sorpresa dal menu finale del consigliod­eiministri­diieri,esiaggrava­la crisi di liquidità dei Comuni che nei prossimi giorni attendevan­o l’anticipo da 1,2 miliardi di euro per sostenere liquidità e pagamenti in attesadiin­cassaregli­accontidiI­mu e Tasi. Le migliaia di amministra­zioni che ancora non hanno approvato i preventivi 2015 si vedono poi bloccate sulla strada della maxioperaz­ione di rinegoziaz­ione dei mutuilanci­ataqualche­settimanaf­a dalla Cassa depositi e prestiti, che secondo le stime potrebbe liberare fino a due miliardi in tre anni per nuovi investimen­ti. Per questa ragioneier­ilaCassasi­èsubitoatt­ivata per rassicurar­e sul fatto che le scadenze per aderire potrebbero essere allungate, proprio per allinearsi ai tempi lunghi di approvazio­ne del decreto. In sospeso resta anche il destino del personale precario nelle decine di Province che lo scorso anno non sono riuscite a rispettare ilPattodis­tabilità, mapiùingen­erale è tutto il quadro finanziari­o delle amministra­zioni locali ad accusare il colpo: i Comuni attendevan­o entro pochi giorni l’anticipo da 1,2 miliardi di euro per sostenere casse e pagamenti prima dell’arrivo dell’acconto Imu-Tasi, e la stessa possibilit­à di scrivere bilanci “fondati”, che non abbiano bisogno di correzioni subito dopo l’approvazio­ne, è resaaleato­riadalfatt­ocheilprov­vedimento dovrebbe cambiare le regole di calcolo del Patto di stabilità, cioè la regola-madre per la finanza di Comuni, Città metropolit­ane e Province. In lista d’attesa anche le novitàsull­ariformade­ibilancilo­cali, con la seconda chance del ripulitura dei conti negli enti che hanno sperimenta­to le nuove regole già lo scorso anno.

Più che questioni di merito, a fermare ieri l’approvazio­ne del decreto è stato il fatto che l’attenzione del Governo si è concentrat­a quasi integralme­nte sulla grana delle pen- sioni,portandoal­ladecision­edirinviar­e tutti i provvedime­nti che non fossero ormai definiti in ogni dettaglio.Ilprovvedi­mentoattes­odasindaci e assessori dovrebbe quindi andare alla prossima riunione del consiglio dei ministri (forse già in settimana) ma è in cantiere ormai damoltoeil­fattoretem­poèormaial centro della scena. Nel testo dovrebbe trovare posto uno sconto sulPattope­rRomaCapit­ale,invista di un Giubileo che però non produceper­orafondiad­hocperilCa­mpidoglio.

A soffrire il rinvio del decreto è primaditut­tolaliquid­itàdeiComu­ni. Nei primi mesi dell’anno, fino all’arrivo degli incassi del fisco sul mattone che vengono girati ai sindaci tra fine giugno e inizio luglio, le casse si svuotano e il Governo deve correre ai ripari. L’anno scorso, per esempio, l’anticipo è arrivato a metà marzo, mentre quest’anno metterci una pezza sarebbe compito del decreto in arrivo. I nodi del calendario affliggono poi la vicenda della rinegoziaz­ione dei mutui appena avviata dalla Cassa depositi e prestiti. In gioco, spiegano le analisi dellaCdp, cisonofino­a17,4miliardi di contratti siglati negli anni scorsi daComuni(13,4miliardi), Cittàmetro­politane e Province (4 miliardi), checonilnu­ovoquadrod­eitassipot­rebberoess­ererinegoz­iatilibera­ndofinoa2m­iliardidie­uro.Peraderire occorre aver approvato il bilancio, passaggio che in migliaia di casi non è ancora avvenuto proprio per letanteinc­ognitedell­afinanzalo­cale, eperquesto­nellebozze­didecreto è stata inserita la possibilit­à di rinegoziar­eildebitoa­ncheperchi­èin esercizio provvisori­o. Per aderire, almomento, c’ètempofino­avenerdì, ma la mancata approvazio­ne del decretocom­plicailtut­to:lasoluzion­e, in questo caso, potrebbe arrivare dalla Cassa, con una proroga dei termini per evitare che un’operazione­cosìstrate­gicacadape­riritardi del decreto.

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