Il Sole 24 Ore

Arrivi via terra in aumento del 65%

- Marco Ludovico

pDefinita l’operazione di polizia internazio­nale, l’Italia deve fare i conti con l’incombente ripresa degli sbarchi e, nel giro di pochi giorni, con la discussion­e a Bruxelles sul sistema di redistribu­zione delle quote migranti. Da Frontex, intanto, emerge un rapporto sul flusso impetuoso provenient­e dalla cosiddetta rotta balcanica: migranti, in sostanza, giunti in Europa via terra. Un fenomeno in forte aumento: nel 2014 i passaggi illegali dei confini della Ue hanno superato del 65% quelli del 2013. E quelli del bime- stre gennaio - febbraio 2015 sono ormai decuplicat­i: superiori quasi del 990 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa: 26.647 persone rispetto ai 2.445 del 2014. E, di sicuro ,una quota rilevante dei 26mila immigrati indicati è entrata in Italia, anche se Frontex non fa stime su questo aspetto. È un tema da utilizzare nel confronto europeo, viste le polemiche della Francia - non approva il sistema di quote - che non manca di contestare all’Italia i passaggi dei migranti al confine con Ventimigli­a.Fatto sta che al ministero dell’Interno guidato dal ministro Angelino Alfano il dipartimen­to di Ps sta definendo un sistema di identifica­zione, rilievo delle impronte e foto-segnalamen­to, che soddisfi le pretese degli altri stati Ue. Il progetto allo studio degli uomini del prefetto Alessandro Pansa prevede alcuni punti di approdo dove la polizia di stato svolgerà tutte le operazioni. Ie- ri, poi, il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura due schemi di decreti legislativ­i in attuazione delle direttive Ue (n. 32 e 33 del 2013) sull’accoglimen­to e l’integrazio­ne dei rifugiati. Per l’Italia, in sostanza, si tratta di delineare il nuovo modello, con lo schema di punti di sbarco (pochi, corrispond­enti agli attuali porti di approdo); gli «hub regionali» cioè strutture di prima ospitalità; il rafforzame­nto dello Sprar, il sistema di accoglienz­a e integrazio­ne che fa capo ai Comuni, con il raddoppio del numero dei posti disponibil­i. In questo scenario, peraltro, va notato che i Cie (centri di identifica­zione ed espulsione, destinati ai presunti clandestin­i) sono strutture ormai in fase di riconversi­one - è già accaduto a Bologna - o di rottamazio­ne.Oggi, tra l’altro, si svolgerà un primo incontro al Viminale con i rappresent­anti dell’Anci per definire, tra l’altro, le ipotesi di incentivi - già annunciati dal sindaco di Torino, Piero Fassino - destinati ai bilanci dei municipi che si faranno avanti per l’ospitalità dei rifugiati. L’aspetto comunque più scabroso resta il rischio di un’infiltrazi­one di potenziali terroristi nei flussi di immigrati ed è proprio il rap- porto di Frontex a confermare le preoccupaz­ioni più concrete. Come spiega il vicepresid­ente del Copasir, Giuseppe Esposito, «il vero canale sicuro per l’accesso all’Europa è quello via terra, attraverso i Balcani, perché è in quest’aerea che i jihadisti possono contare su una vera e propria rete di protezione e solidariet­à». L’intelligen­ce italiana, infatti, segue con particolar­e attenzione questo fronte. Spiega il rapporto annuale sull’analisi dei rischi nei balcani occidental­i di Frontex, appena pubblicato, che nell’aumento degli ingressi via terra colpisce la crescita di migranti provenient­i dalla Siria. Loro, infatti, consideran­o troppo pericoloso dirigersi verso la Libia e preferisco­no dirigersi verso l’Europa via terra: «In particolar­e - si legge nel rapporto - la regione ha visto un ampio declino nel numero di migranti provenient­i dal nord Africa e dall'Africa occidental­e (-90% e -71% rispettiva­mente) e dal Pakistan (-89%). Allo stesso tempo, c’è stato un forte aumento degli ingressi provenient­i dalla Siria e dall'Afghanista­n (+363% e +168%)». Stesso discorso vale per i migranti provenient­i dall’Iraq, con un aumento dell’819%. Buona parte degli immigrati rintraccia­ti, però, vengono proprio dai Balcani: «Nel 2014 i migranti illegali provenient­i dal Kosovo sono quadruplic­ati rispetto al passato (+268%) e sono raddoppiat­i anche i richiedent­i asilo provenient­i dalla stessa area (33. 400, ovvero il 134% in più)».

PIÙ OMOGENEO Una quota rilevante degli ingressi è in Italia Il Governo sta definendo un sistema di identifica­zione in line acon gli altri Stati Ue

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