Il Sole 24 Ore

Mattarella: un patto di civiltà

- Ge. P.

pUn grande “patto di civiltà” che leghi le due sponde del Mediterran­eo. Così immagina il Mediterran­eo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, volato ieri a Tunisi a due mesi dall’attentato al museo del Bardo (quattro i turisti italiani morti) per precisare il suo pensiero sul dialogo Nord Sud, emergenza migratoria e crisi libica.

Mentre a Bruxelles i ministri degli Esteri e della Difesa europei mettevano a punto i dettagli di una grande operazione navale contro gli scafisti libici, il Capo dello Stato nel Parlamento tunisino riunito al Bardo scandiva: «I flussi migratori dalla Li- bia configuran­o un dramma umanitario senza precedenti; l’Europa deve farsene carico collettiva­mente con senso di responsabi­lità, spirito di solidariet­à e disponibil­ità all’accoglienz­a». Ma, soprattutt­o, il presidente della Repubblica ha ribadito il suo no ad ogni opzione militare per risolvere la questione libica perché, ha aggiunto «c’è la convinzion­e comune che per aiutare la Libia a uscire da una guerra civile occorra una soluzione politica e non militare che consenta che si formi un governo di unità nazionale che riporti uno stato funzionant­e».

Prima dell’intervento al Parlamento, Mattarella aveva incontrato il presidente, Beji Caid Essebsi nella residenza di Cartagine e il primo ministro, Habib Essid. Mattarella ha anche visitato il museo nazionale del Bardo, colpito dall’attentato dello scorso 18 marzo insieme al sindaco di Torino, Piero Fassino (erano piemontesi i morti italiani) e lì ha deposto una corona presso la stele in ricordo delle vittime. La giornata si è conclusa con un concerto di un quartetto d’archi dell’Orchestra sinfonica della Rai all’interno del museo. Con tutti i suoi interlocut­ori Mattarella ha insi- stito sul ruolo che la giovane democrazia tunisina può svolgere per la stabilizza­zione dell’area. Sul piano bilaterale Mattarella e Essebsi è stato firmato un accordo per un programma triennale di cooperazio­ne mentre il governo italiano ha disposto la conversion­e del debito tunisino, per 25 milioni di euro.

Mattarella ha condiviso con le autorità tunisine «il comune impegno contro il terrorismo, a difesa della civiltà e della pacifica convivenza». E si è impegnato «a fare tutto il possibile» per rintraccia­re tutti quei giovani tunisini che nel 2011 tentarono di approdare in Italia «per poi scomparire o risultare irreperibi­li».

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