Due atenei candidati al dopo-Expo
Via alla valutazione dell’advisor: in corsa Poli Torino, Bicocca e quattro gruppi di consulenza
pDueuniversitàitaliane, quattro grandi gruppi internazionali e qualche associazione di professionisti. Ieri è iniziata l’apertura delle buste inviate dai soggetti interessati a ricoprire il ruolo di advisor per il progetto del dopo Expo, e questoèilprimoresocontoufficioso. Tra i 25 operatori che hanno lanciato un’offerta - singoli o riuniti in raggruppamenti- cisonoilPolitecnico di Torino e la Bicocca di Milano. Sul fronte imprenditoriale si sono presentati quattro grandi consulenti finanziari: Deloitte&Touche, Pwc, Prelios e Ernst&Young, più altre società più piccole. Infine, quattro o cinque gruppi di architetti.
Manca invece all’appello il Politecnico di Milano, che aveva già cominciato a svolgere la funzione di advisor, insieme all’Università Statale di Milano, prima che l’Autorità anticorruzione imponesse ad Arexpo, la società proprietaria dei terreni, di aprire un bando di gara anche per il reperimento di questa figura - e non solo per i progetti veri e propri. La Statale si è però sfilata per ragioni di conflitto di interesse, essendosi fatta avanti per entrare in una parte dell’area con le sue strutture. E così anche il Politecnico di Milano ha abbando- nato la possibilità di gareggiare con altri soggetti, anche perché, spiega lo stesso rettore Giovanni Azzone, «le competenze che servono adesso sono più di tipo amministrativo, e non è il nostro lavoro. Peraltro - aggiunge il rettore - le ipotesi stanno già prendendo vita da sole, il quadro dei possibili interlocutori è più nitido rispetto a qualchemesefa, ilnostrosupporto sembra meno importante».
Le caratteristiche richieste per partecipare alla manifestazione di interessediArexposonounfatturatodialmeno180milaeurointreanni e competenze nell’analisi finanziaria, nel mercato immobiliare, nella mobilità e nel settore amministrativo e urbanistico. Si chiede peraltro di aver già realizzato almeno due servizi di questo tipo per aree grandi almeno 100mila metri quadrati, in comuni superiori ai 10mila abitanti. Inoltre, per evitare conflitti di interesse, verranno escluse le società che hanno avuto o hanno ancora rapporti professionali con Expo: questo per salvaguardare la trasparenza e la “terzietà” del lavoro progettuale del dopo Expo.
Dopo una prima scrematura di queste 25 manifestazioni di interesse, perlaqualeoccorreràunadecina digiorni,sipasseràallasecondafase. Quelle che supereranno la valutazione qualitativa saranno invitate a formulare una proposta economica entro i successivi dieci giorni. Il cri- terio sarà quello del massimo ribasso. Il soggetto vincitore infine avrà 3 mesi di tempo per elaborare un progetto. Si arriverà dunque ad ottobre.
Quello che preme ad Arexpo - società partecipata da Comune di Milano(chehailcompitodiindicare la destinazione d’uso), Regione Lombardia, Provincia di Milano, ComunediRhoeFondazioneFiera Milano - è arrivare ad avere un progetto già concreto, con nomi di operatori realistici (e magari già interpellati) e con cifre di investimentopossibili. Insostanza, illavoro dell’advisor non dovrà essere un libro dei sogni astratto.
A costruire all’interno dell’area da un milione di metri quadrati lasciatadaExpocisarebberogiàilDemanio, la Statale, Assolombarda, la Consob, la Coop. Ma si dovrà lavorare per creare un quadro coerente, e soprattutto per trovare le risorse. Potrebbe entrare nella società Arexpo, al posto della Fondazione Fiera,ilgovernooilDemanio,eCdp potrebbe erogare finanziamenti.
LE 25 MANIFESTAZIONI Ci sarà una prima selezione dell’offerta qualitativa Poi tra dieci giorni l’invito a presentare una proposta economica