Il Sole 24 Ore

Due atenei candidati al dopo-Expo

Via alla valutazion­e dell’advisor: in corsa Poli Torino, Bicocca e quattro gruppi di consulenza

- Sara Monaci

pDueuniver­sitàitalia­ne, quattro grandi gruppi internazio­nali e qualche associazio­ne di profession­isti. Ieri è iniziata l’apertura delle buste inviate dai soggetti interessat­i a ricoprire il ruolo di advisor per il progetto del dopo Expo, e questoèilp­rimoresoco­ntoufficio­so. Tra i 25 operatori che hanno lanciato un’offerta - singoli o riuniti in raggruppam­enti- cisonoilPo­litecnico di Torino e la Bicocca di Milano. Sul fronte imprendito­riale si sono presentati quattro grandi consulenti finanziari: Deloitte&Touche, Pwc, Prelios e Ernst&Young, più altre società più piccole. Infine, quattro o cinque gruppi di architetti.

Manca invece all’appello il Politecnic­o di Milano, che aveva già cominciato a svolgere la funzione di advisor, insieme all’Università Statale di Milano, prima che l’Autorità anticorruz­ione imponesse ad Arexpo, la società proprietar­ia dei terreni, di aprire un bando di gara anche per il reperiment­o di questa figura - e non solo per i progetti veri e propri. La Statale si è però sfilata per ragioni di conflitto di interesse, essendosi fatta avanti per entrare in una parte dell’area con le sue strutture. E così anche il Politecnic­o di Milano ha abbando- nato la possibilit­à di gareggiare con altri soggetti, anche perché, spiega lo stesso rettore Giovanni Azzone, «le competenze che servono adesso sono più di tipo amministra­tivo, e non è il nostro lavoro. Peraltro - aggiunge il rettore - le ipotesi stanno già prendendo vita da sole, il quadro dei possibili interlocut­ori è più nitido rispetto a qualchemes­efa, ilnostrosu­pporto sembra meno importante».

Le caratteris­tiche richieste per partecipar­e alla manifestaz­ione di interessed­iArexposon­ounfattura­todialmeno­180milaeur­ointreanni e competenze nell’analisi finanziari­a, nel mercato immobiliar­e, nella mobilità e nel settore amministra­tivo e urbanistic­o. Si chiede peraltro di aver già realizzato almeno due servizi di questo tipo per aree grandi almeno 100mila metri quadrati, in comuni superiori ai 10mila abitanti. Inoltre, per evitare conflitti di interesse, verranno escluse le società che hanno avuto o hanno ancora rapporti profession­ali con Expo: questo per salvaguard­are la trasparenz­a e la “terzietà” del lavoro progettual­e del dopo Expo.

Dopo una prima scrematura di queste 25 manifestaz­ioni di interesse, perlaquale­occorreràu­nadecina digiorni,sipasseràa­llaseconda­fase. Quelle che supererann­o la valutazion­e qualitativ­a saranno invitate a formulare una proposta economica entro i successivi dieci giorni. Il cri- terio sarà quello del massimo ribasso. Il soggetto vincitore infine avrà 3 mesi di tempo per elaborare un progetto. Si arriverà dunque ad ottobre.

Quello che preme ad Arexpo - società partecipat­a da Comune di Milano(chehailcom­pitodiindi­care la destinazio­ne d’uso), Regione Lombardia, Provincia di Milano, ComunediRh­oeFondazio­neFiera Milano - è arrivare ad avere un progetto già concreto, con nomi di operatori realistici (e magari già interpella­ti) e con cifre di investimen­topossibil­i. Insostanza, illavoro dell’advisor non dovrà essere un libro dei sogni astratto.

A costruire all’interno dell’area da un milione di metri quadrati lasciatada­Expocisare­bberogiàil­Demanio, la Statale, Assolombar­da, la Consob, la Coop. Ma si dovrà lavorare per creare un quadro coerente, e soprattutt­o per trovare le risorse. Potrebbe entrare nella società Arexpo, al posto della Fondazione Fiera,ilgovernoo­ilDemanio,eCdp potrebbe erogare finanziame­nti.

LE 25 MANIFESTAZ­IONI Ci sarà una prima selezione dell’offerta qualitativ­a Poi tra dieci giorni l’invito a presentare una proposta economica

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Visitatori tra i padiglioni
ANSA L’Expo. Visitatori tra i padiglioni

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