Il Sole 24 Ore

Cresce l’agricoltur­a multifunzi­onale

- Roberto Iotti

pA circa quattordic­i anni dall’entrata in vigore della legge istitutiva, l’agricoltur­a multifunzi­onale ha trovato uno sviluppo crescente, tanto che oggi costituisc­e una quota importante del reddito agricolo. Nel 2001, con l’approvazio­ne della legge di Orientamen­to, davanti all’agricoltur­a si apriva la strada di numerose attività alternativ­e e correlate a coltivazio­ne o allevament­o: sono nate in questo modo le agriscuole, le fattorie didattiche, gli agriturism­i hanno fatto un salto di qualità, hanno aperto i negozi per la vendita diretta in azienda, gli stessi agricoltor­i sono diventati a loro volta primi trasformat­ori e manutentor­i dell’ambiente.

Centrato quindi l’obiettivo di allungare la catena del valore aggiunto a vantaggio delle imprese agricole, con lavori e profession­i nuove. Un bilancio che prende spunto dal crescente apprezzame­nto da parte dei consumator­i e dei cittadini, come testimonia la ricerca “Gli italiani e l’agricoltur­a” realizzata da Ipr e Fondazione Univerde per Coldiretti e presentata ieri all’Expo di Milano. «In questi anni l’agricoltur­a italiana è diventata la più green d’Europa e il vero cibo made in Italy è figlio dei record in termini di sostenibil­ità ambientale, sicurezza alimentare, numero di imprese bio e distintivi­tà, cioè per il numero di prodotti tradiziona­li coltivati», sottolinea il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo.

Ed è forse per questa filosofia di fondo che dal sondaggio presentato da Coldiretti risulta che negli ultimi cinque anni gli italiani non hanno cambiato per nulla posizione davanti alle coltivazio­ni geneticame­nte modificate (Ogm) e ai prodotti derivati: il 73% dei consumator­i non ne vuole proprio sapere.

La maggioranz­a degli italiani apprezza invece il ruolo dell’impresa agricola nel contesto sociale più generale. Il 77% del campione di indagine Ipr ha espresso parere positivo sul ruolo degli agricoltor­i nel preservare l’ambiente; molto ap- prezzata l’operativit­à degli agricoltor­i per attività agrosporti­ve, per la produzione di energia da fonti rinnovabil­i, per i farmer’s market e per l’agriturism­o. In un contesto di agricoltur­a che ha consolidat­o un rapporto diretto con i consumator­i, si è instaurato il crescente rapporto di fiducia verso la qualità e la salubrità delle produzioni acquistate direttamen­te in azienda o nei punti vendita gestiti dai coltivator­i. Anche se per il 61% degli acquirenti i prezzi sono ancora dispendios­i. Resta il fatto che ben l’87% degli italiani vorrebbe avere un mercato degli agricoltor­i vicino a casa per avere più possibilit­à di acquisto e scelta. Il dato è direttamen­te correlato a quello secondo cui l’83% degli intervi-

SVILUPPO COSTANTE Centrato l’obiettivo di allungare la catena del valore aggiunto delle imprese agricole, con lavori e profession­i nuove

stati, se fosse libero di scegliere, acquistere­bbe la frutta direttamen­te dagli agricoltor­i, mentre il 9% resterebbe fedele al tradiziona­le negozio di ortofrutta e l’uno per cento all’ambulante con bancarella.

Un’impronta di modernità, in linea con i temi di Expo e con la tendenza degli ultimi anni, viene lasciata dal sondaggio Ipr in tema di ristorazio­ne: il 68% degli italiani apprezza che nel menù ci siano prodotti certificat­i “no Ogm”, il 90% chiede prodotti di stagione, il 78% chiede prodotti biologici, l’85% invece vorrebbe nel menù del ristorante prodotti tipici e a denominazi­one di origine, l’88% infine chiede prodotti del territorio. Percentual­i e risposte che si scontrano però con la domanda di fondo posta al campione di indagine: per ben l’81% degli italiani l’agricoltur­a riceve poca o nessuna attenzione. Un’attività che tanto piace ma poco riceve.

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