Cresce l’agricoltura multifunzionale
pA circa quattordici anni dall’entrata in vigore della legge istitutiva, l’agricoltura multifunzionale ha trovato uno sviluppo crescente, tanto che oggi costituisce una quota importante del reddito agricolo. Nel 2001, con l’approvazione della legge di Orientamento, davanti all’agricoltura si apriva la strada di numerose attività alternative e correlate a coltivazione o allevamento: sono nate in questo modo le agriscuole, le fattorie didattiche, gli agriturismi hanno fatto un salto di qualità, hanno aperto i negozi per la vendita diretta in azienda, gli stessi agricoltori sono diventati a loro volta primi trasformatori e manutentori dell’ambiente.
Centrato quindi l’obiettivo di allungare la catena del valore aggiunto a vantaggio delle imprese agricole, con lavori e professioni nuove. Un bilancio che prende spunto dal crescente apprezzamento da parte dei consumatori e dei cittadini, come testimonia la ricerca “Gli italiani e l’agricoltura” realizzata da Ipr e Fondazione Univerde per Coldiretti e presentata ieri all’Expo di Milano. «In questi anni l’agricoltura italiana è diventata la più green d’Europa e il vero cibo made in Italy è figlio dei record in termini di sostenibilità ambientale, sicurezza alimentare, numero di imprese bio e distintività, cioè per il numero di prodotti tradizionali coltivati», sottolinea il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo.
Ed è forse per questa filosofia di fondo che dal sondaggio presentato da Coldiretti risulta che negli ultimi cinque anni gli italiani non hanno cambiato per nulla posizione davanti alle coltivazioni geneticamente modificate (Ogm) e ai prodotti derivati: il 73% dei consumatori non ne vuole proprio sapere.
La maggioranza degli italiani apprezza invece il ruolo dell’impresa agricola nel contesto sociale più generale. Il 77% del campione di indagine Ipr ha espresso parere positivo sul ruolo degli agricoltori nel preservare l’ambiente; molto ap- prezzata l’operatività degli agricoltori per attività agrosportive, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per i farmer’s market e per l’agriturismo. In un contesto di agricoltura che ha consolidato un rapporto diretto con i consumatori, si è instaurato il crescente rapporto di fiducia verso la qualità e la salubrità delle produzioni acquistate direttamente in azienda o nei punti vendita gestiti dai coltivatori. Anche se per il 61% degli acquirenti i prezzi sono ancora dispendiosi. Resta il fatto che ben l’87% degli italiani vorrebbe avere un mercato degli agricoltori vicino a casa per avere più possibilità di acquisto e scelta. Il dato è direttamente correlato a quello secondo cui l’83% degli intervi-
SVILUPPO COSTANTE Centrato l’obiettivo di allungare la catena del valore aggiunto delle imprese agricole, con lavori e professioni nuove
stati, se fosse libero di scegliere, acquisterebbe la frutta direttamente dagli agricoltori, mentre il 9% resterebbe fedele al tradizionale negozio di ortofrutta e l’uno per cento all’ambulante con bancarella.
Un’impronta di modernità, in linea con i temi di Expo e con la tendenza degli ultimi anni, viene lasciata dal sondaggio Ipr in tema di ristorazione: il 68% degli italiani apprezza che nel menù ci siano prodotti certificati “no Ogm”, il 90% chiede prodotti di stagione, il 78% chiede prodotti biologici, l’85% invece vorrebbe nel menù del ristorante prodotti tipici e a denominazione di origine, l’88% infine chiede prodotti del territorio. Percentuali e risposte che si scontrano però con la domanda di fondo posta al campione di indagine: per ben l’81% degli italiani l’agricoltura riceve poca o nessuna attenzione. Un’attività che tanto piace ma poco riceve.