Voucher internet per gli utenti nelle aree più ricche
Bassanini (Cdp) frena su Enel
pVoucher internet per gli utenti da limitare nelle aree di mercato più ricche. È questa la soluzione proposta dal governo alla Dg Competition di Bruxelles per ottenere il via libera al piano di incentivazione per il passaggio dalle connessioni in rame a quelle in fibra ottica. A rivelare la strategia è il presidente della Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini, che nel contempo sembra raffreddare le ipotesi di un coinvolgimento a breve di Enel nell’operazione banda ultralarga.
Bassanini, intervenendo alla presentazione alla Luiss del libro “Il diritto del Web” di Maurizio Mensi e Pietro Falletta, ha spiegato che fissando dei voucher per la domanda, anziché per l’offerta, si supererebbero le possibili obiezioni Ue e, ad ogni modo, il contributo di allacciamento verrebbe limitato alle connessioni a banda ultralarga ad almeno 100 megabit per secondo nelle aree dove c’è concorrenza.
Il presidente Cdp ha poi frenato sulle ipotesi circolate in merito a un ruolo ad ampio raggio di Enel per la diffusione della fibra ottica, parlando semmai di «sinergie». «A mio avviso non è ancora chiaro (parliamo di Enel ma anche di Acea, Iren, Hera) neanche nella loro testa cosa fare». «Una cosa – ha proseguito Bassanini – è sostituire i contatori con contatori intelligenti (e non è chiaro se si ha davvero bisogno della fibra per farli funzionare) altra è capire in che misura siano disponibili a partecipare a un investimento che non potrà essere scaricato tutto sulla bolletta». Se Enel decidesse di entrare con sinergie come operatore infrastrutturale - ha detto ancora Bassanini - «sarebbe di grande interesse. Solo che credo siano pochi i casi in cui il filo elettrico corre dentro a un cavidotto», condizione per far passare anche della fibra ottica. Bassanini, che ha confermato di aver visto di recente l’a.d. di Enel Francesco Starace, non ha commentato ipotesi di ingresso dell’operatore elettrico in Metroweb: «Non sono io che devo rispondere a questa domanda».
Ce n’è anche per il progetto della società unica con Telecom Italia, sempre più complicato. «Difficile la partecipazione dell’incumbent che subirebbe l’effetto negativo della obsolescenza della rete in rame, un suo asset fondamentale». Rete che tra l’altro, «secondo alcuni tecnici, sarebbe sopravvalutata in bilancio con un goodwill notevole».
Di tempo per i dibattiti tuttavia sembra essercene sempre meno. Si attende un decreto Comunicazioni, che dovrebbe ospitare anche i voucher per la domanda, ma le incertezze sull’attuazione del Piano presentato a marzo sono ancora tante.
«Sono molto deluso – ha commentato il presidente dell’Authority tlc Angelo Cardani alla Luiss – parliamo tanto ma qui qualcuno dovrebbe mettersi a fare qualcosa e passare al concreto. L’infrastruttura continua a mancare». Sollecita una rapida attuazione del Piano anche Elio Catania, presidente di Confindustria digitale: «Gli obiettivi sono ambiziosi ma bisogna accelerare l’execution. E occorre chiarezza sulle risorse: dei 6,5 miliardi di fondi pubblici al momento risulterebbe esserci visibilità solo per due miliardi».