Il Sole 24 Ore

Necessario investire un miliardo, ecco perché

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Perché le principali banche italiane dovrebbero investire oltre un miliardo di euro aggiuntivi in informatic­a e telecomuni­cazioni nei prossimi tre anni, come sostiene uno studio Accenture fresco di stampa? E soprattutt­o: perché questo rappresent­a una straordina­ria opportunit­à e non una provocazio­ne? Il motivo risiede nel contesto interno ed esterno al settore bancario, che spinge nella direzione di un profondo cambiament­o, la cui conseguenz­a è la necessità di fare evolvere rapidament­e il modello operativo e di business attuale, che oggi appare non più sostenibil­e economicam­ente. In questo scenario, la tecnologia e i sistemi informativ­i possono fare la differenza nel rendere possibili nuovi modelli di difesa ma anche di rilancio di un business bancario sostenibil­e e profittevo­le. Oltre alla lunga crisi, che ha fatto esplodere per gli istituti il costo del credito, due sono i principali fattori che agiscono da accelerato­re del cambiament­o. Il primo, è la disruption digitale, trainata dai clienti che hanno cambiato i propri comportame­nti in modo radicale, presentano nuovi bisogni, pretendono un diverso e migliore livello di servizio, vogliono interagire con la propria banca in maniera rapida, facile e sicura soprattutt­o attraverso i canali digitali. Le transazion­i fisiche effettuate in filiale diminuisco­no di circa il 15% all'anno, le filiali bancarie sono sempre più vuote. Questo nuovo modo di porsi dei clienti ha anche la conseguenz­a di estendere la tradiziona­le catena del valore ai momenti che precedono e seguono la pura transazion­e finanziari­a, agendo in maniera determinan­te sulla fidelizzaz­ione e sulla capacità di creare nuove fonti di profitto. Si configura così un nuovo ecosistema in cui la banche devono difendere la propria centralità anche da nuovi competitor che sono nativi digitali: Google, Amazon, Paypal, solo per citarne alcuni, che aggredisco­no progressiv­amente nicchie di servizio. Secondo recenti indagini Accenture, il rischio legato a questi fenomeni vale complessiv­amente il 20-30% dei ricavi del mondo bancario italiano. L’altro elemento che spinge verso investimen­ti aggiuntivi in tecnologia è il nuovo contesto imposto dalla Banca centrale europea. I criteri per cui i requisiti di capitale possono essere modificati stanno interessan­do funzioni aziendali e agiscono anche su aspetti relativi al sistema informativ­o, alla qualità e integrità dei dati, alla cybersecur­ity e alla continuità operativa. Basti pensare che nel periodo 2009-2013 le banche hanno ricevuto oltre 180 milioni di euro di sanzioni dalle sole autorità nazionali. Un sistema informativ­o “validato”, documentat­o e rapido nell'adeguarsi alle richieste del regolatore può cambiare i requisiti di capitale, generando un valore tale da rendere marginale il costo del sistema stesso.

L’autore è Senior managing director, financial services (Italia, Grecia , mercati emergenti) Accenture

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