Grandi potenzialità di business dai big data
Incrociareidatidellericerchesulwebcon quellidiutilizzodeisocialnetwork.Tracciare i pagamenti digitali per comprendere tempistiche e abitudini d'acquisto e sfruttare i servizi di geolocalizzazione per conoscere il “percorso” quotidiano di un cliente. Tradurre queste informazioni in scontieservizipersonalizzatiosfruttarleper anticipare bisogni. È enorme il potenziale offerto alle banche dai big data (miliardi di informazioni che viaggiano in rete e che, se ben analizzate, possono aprire la strada a nuovi business). Ma le banche sono ancora all'inizio di questo processo, spiega un studio realizzato dall'Abi, l'associazione bancaria italiana, insieme al Cipa, la Convenzione interbancaria per i problemi dell'automazione. Nel 2014 la spesa destinata a progetti di business intelligence è cresciuta e vale ora il 4,4% dell'intero budget It, ma sono ancora relativamente pochi (il 36,4%) gli istituti di credito che hanno iniziato a esplorare il mondo dei big data. «Alcuni progetti sono già partiti, soprattutto in ambito finanziario e normativo, ma dal punto di vista del marketing siamo agli inizi», spiega Andrea Pettinelli, vicepresidente financial sector Global business services di Ibm Italia. Le banche, aggiunge, hanno bisogno di nuove figure professionali «come il data scientist, capace di far “dialogare” gli strumenti di analytics con le soluzioni specifiche dei diversi istituti di credito: una competenza ancora rara». Servono anche esperti di marketing per portare avanti campagneinnovativeesofisticate. Avantaggio dei clienti e della banca. Secondo uno studio Ibm, infatti, combinando gli strumenti analitici con una strategia legata alla mobilità, le banche possono conquistare più spazio nei portafogli di investimento dei clienti abbassando allo stesso tempo i costi operativi. Ma la strada è ancora lunga.