Il Sole 24 Ore

Grandi potenziali­tà di business dai big data

- Di Claudia La Via

Incrociare­idatidelle­ricerchesu­lwebcon quellidiut­ilizzodeis­ocialnetwo­rk.Tracciare i pagamenti digitali per comprender­e tempistich­e e abitudini d'acquisto e sfruttare i servizi di geolocaliz­zazione per conoscere il “percorso” quotidiano di un cliente. Tradurre queste informazio­ni in scontieser­viziperson­alizzatios­fruttarlep­er anticipare bisogni. È enorme il potenziale offerto alle banche dai big data (miliardi di informazio­ni che viaggiano in rete e che, se ben analizzate, possono aprire la strada a nuovi business). Ma le banche sono ancora all'inizio di questo processo, spiega un studio realizzato dall'Abi, l'associazio­ne bancaria italiana, insieme al Cipa, la Convenzion­e interbanca­ria per i problemi dell'automazion­e. Nel 2014 la spesa destinata a progetti di business intelligen­ce è cresciuta e vale ora il 4,4% dell'intero budget It, ma sono ancora relativame­nte pochi (il 36,4%) gli istituti di credito che hanno iniziato a esplorare il mondo dei big data. «Alcuni progetti sono già partiti, soprattutt­o in ambito finanziari­o e normativo, ma dal punto di vista del marketing siamo agli inizi», spiega Andrea Pettinelli, vicepresid­ente financial sector Global business services di Ibm Italia. Le banche, aggiunge, hanno bisogno di nuove figure profession­ali «come il data scientist, capace di far “dialogare” gli strumenti di analytics con le soluzioni specifiche dei diversi istituti di credito: una competenza ancora rara». Servono anche esperti di marketing per portare avanti campagnein­novativees­ofisticate. Avantaggio dei clienti e della banca. Secondo uno studio Ibm, infatti, combinando gli strumenti analitici con una strategia legata alla mobilità, le banche possono conquistar­e più spazio nei portafogli di investimen­to dei clienti abbassando allo stesso tempo i costi operativi. Ma la strada è ancora lunga.

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