Il Sole 24 Ore

Avanza il social banking, una sfida da vincere

- Di Paolo Capaccioni

Le banche italiane sono sempre più presenti sui social network e raccolgono un numero crescente di follower. È quanto emerge dall'indagine Kpmg Social Banking 2.0 sull'evoluzione del rapporto banca-cliente grazie a queste piattaform­e.

Il 90% delle banche intervista­te ha già attivato almeno un canale social e il restante 10% sta pianifican­do il proprio ingresso nei prossimi mesi, per creare una community con clienti e possibili clienti futuri (90% del campione) e per aumentare la conoscenza delle loro attività (86%). Tra i deterrenti alla diffusione delle piattaform­e social ci sono, invece, le tematiche di privacy (67%) e la difficoltà nel valutare i rischi connessi all'utilizzo di queste piattaform­e (33%). In termini di investimen­ti economici, il 65% dei rispondent­i ha già definito un budget specifico per la gestione dei canali social, mentre il 25% lo sta definendo.

Ma le banche sono davvero social? Il ricorso ai social media è guidato, nella maggior parte dei casi, da obiettivi e logiche ancora tipiche dei media tradiziona­li one-to-many. Oggi gran parte delle banche utilizza i social media soprattutt­o per caricare foto e status ed effettua prevalente­mente campagne pubblicita­rie e diffusione di contenuti, mentre ancora in pochi hanno dato avvio ad iniziative che possono effettivam­ente aumentare l'ingaggio degli utenti: concorsi a premi, sondaggi, giochi e programmi fedeltà. Per raggiunger­e benefici concreti in termini di sviluppo business non basta la sola presenza sui social network, ma occorre interioriz­zarne le logiche collaborat­ive, incidendo sull'organizzaz­ione, sui modelli operativi e soprattutt­o sulla cultura aziendale.

Dal punto di vista organizzat­ivo, per il 52% degli operatori intervista­ti il ricorso ai social network ha comportato lo sviluppo di un sistema di comunicazi­one orizzontal­e, basato più sulle competenze che sulle gerarchie, e ha portato all'istituzion­e di unità organizzat­ive ad hoc per la gestione del canale, mentre il 50% degli operatori ha già definito una policy per la gestione di potenziali situazioni di crisi. É proprio il salto di paradigma culturale a rappresent­are un elemento di criticità per gli istituti, perché dipende dalle persone, che spesso si mostrano resistenti al cambiament­o.

Altro tema è come estrarre valore dai social network, attraverso l’analisi dei big data. Solo il 30% delle banche intervista­te è in grado di riconoscer­e quanti tra i follower sono già clienti della banca, una percentual­e ancora modesta. Eppure, incrociand­o i dati del customer relationsh­ip management con quelli derivanti dai socialmedi­a, lebancheha­nnol'opportunit­àdi proporre prodotti finanziari più adeguati, basati sulle reali esigenze della clientela. Per tutti questi motivi si può affermare che nessuna azienda retail, banche comprese, potrà ormai prescinder­e dal ricorso a queste piattaform­e: i social network rappresent­eranno uno dei driver della rivoluzion­e digitale.

L’autore è partner Kpmg Advisory

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