Fisica del tesoretto
supplemento del sabato Plus dedicato proprio alla finanza e al risparmio, dedica regolarmente analisi e commenti sui fondi pensione ed anzi ne è stato sempre un convinto sostenitore. Si tratta di strumenti infatti che non solo svolgono l'importante funzione di previdenza complementare, ma costituiscono anche un elemento importante per sostenere gli investimenti produttivi e l'economia reale. Ma veniamo alla sua domanda.
In primo luogo bisogna osservare che i rendimenti dei titoli di Stato sono sicuramente scesi, ma sono arrivati a zero solo per i titoli a breve termine mentre quelli a medio e lungo termine, che dovrebbero essere in maggior misura nei portafogli dei fondi pensione continuano ad avere rendimenti limitati, ma positivi e peraltro superiori al tasso di inflazione.
In secondo luogo i fondi investono anche in strumenti come le azioni che sono sicuramente più rischiosi, ma che possono offrire, anche attraverso una saggia diversificazione, rendimenti soddisfacenti. E peraltro è dei giorni scorsi il provvedimento che garantisce sconti fiscali ai fondi che investono per almeno cinque anni in un ampio ventaglio di settori produttivi che vanno dalle infrastrutture stradali a quelle turistiche, dalle telecomunicazioni all'energia, dai porti agli aeroporti.
Vi sono tutte le ragioni quindi per credere che i fondi pensione avranno un ruolo sempre più importante. Attualmente le 64 Casse professionali riconosciute gestiscono 510 fondi con 6,2 milioni di iscritti e un patrimonio di 116 miliardi di euro, ancora relativamente poco rispetto a paesi dove questi paesi hanno una lunga tradizione: in Italia poco più dell'1% delle attività finanziarie è destinata ai fondi pensione contro il 13% della Germania e oltre il 25% degli Stati Uniti.
Ma a frenare la crescita dei fondi pensione ci ha pensato anche il Fisco che ha elevato dallo scorso le aliquote sui rendimenti finanziari: le esigenze di cassa hanno avuto il sopravvento sulla visione dei fondi pensioni come moltiplicatori delle potenzialità finanziarie, come strumenti ideali sia per sostenere il reddito di chi lascia il lavoro, sia per indirizzare il risparmio alle attività produttive.