Borsa, corsa di risparmiatori con i prezzi al top
Come per le avvertenze sugli effetti indesiderati dei farmaci anche per i soldi il monito è esplicito: «I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri». C’è scritto su ogni prodotto finanziario eppure i piccoli investitori sembrano non farci caso. Il più delle volte, come l’esperienza storica ha mostrato, la corsa impetuosa dei piccoli risparmiatori ai listini di Borsa ha luogo quando le piazze azionarie sono in rialzo a due cifre da molto tempo. E quando sali su listini che hanno alle spalle rialzi del 60-70% è più che probabile che si accumulino sul breve perdite anzichè guadagni. È quello che sta accadendo anche questa volta, come del resto era avvenuto a cavallo degli anni Duemila e nel periodo 2006-2007,quando i flussi più intensi arrivarono poco prima dello scoppio della Grande Crisi. Un segnale empirico è dato dalla raccolta dei fondi comuni venduti in Italia. Solo nel primo trimestre del 2015 sono stati raccolti nuovi flussi netti sui fondi azionari e bilanciati per oltre 11,5 miliardi di euro. In forte progressione su un 2014 già scoppiettante di suo. Ebbene quei soldi arrivano ora in Borsa con l’indice principe di Piazza Affari, il Ftse/Mib che è in rialzo di quasi il 90% dai minimi del luglio 2012. E se questi nuovi denari da investire fossero andati sulle Borse internazionali o su Wall Street, il tempismo a scoppio ritardato sarebbe addirittura imbarazzante, dato che l’S&P500 è in rialzopressochè costante addirittura dal 2009 triplicando le quotazioni. Idem per il paniere delle Borse mondiali che ha reso il 200% negli ultimi 6 anni. Chi ha investito su Piazza Affari a marzo è subito andato incontro da metà aprile al primo storno del listino dopo una corsa lunga tre anni. È la classica trappola del neofita di chi arriva sempre troppo tardi, quando il mercato ha già raggiunto massimi storici. Le probabilità di guadagnare sul breve si assottigliano e aumentano quelle di ritrovarsri con perdite.