Cnf, ecco le priorità: riforma, società, Adr
pCogliere l’opportunità dei sistemi alternativi alla giurisdizione affidati agli avvocati, monitorare la riforma forense sul campo e garantire a tutti l’accesso alla giustizia, senza “scremature” in base al censo. Sono le priorità del nuovo consiglio, che durerà fino al 2019, indicate dal neo presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, inaugurando sabato scorso l’Agorà degli ordini forensi. Un taglio del nastro, alla presenza dei presidenti degli Ordini e delle Unioni distrettuali, al quale ha partecipato anche il vice presidente di Cassa forense, per invitare la rappresentanza istituzionale dell’Avvocatura a recuperare il confronto.
La strada da percorrere per essere operativi è quella dei gruppi di lavoro sulle riforme, nuovo ordinamento forense compreso. Dopo gli sforzi fatti per portare a casa e attuare una legge ah hoc che riconosce le peculiarità della professione è necessario garantirne il buon funzionamento a tutto campo: dalla formazione ai Consigli distrettuali di disciplina, senza escludere, se necessario, correzioni di rotta in corsa.
Diverse le sfide lanciate dal numero uno del Cnf, partendo dalla necessità di riappropriarsi di un ruolo di mediazione tra cittadini e Stato a difesa dei diritti. Un compito che passa anche attraverso l’uso dei sistemi alternativi alla giurisdizione affidati ai legali, a cominciare dalla negoziazione assistita.
Discussione aperta anche sulle società di capitali forensi, chiarendo però che non può passare il modello disegnato dal Dl concorrenza, considerato «un unicum, non accettabile, sia rispetto alle altre professioni ordinistiche sia rispetto a tutti i Paesi Ue».
Il Cnf annuncia anche l’intenzione di farsi promotore di iniziative, legislative e non, per tutelare il professionista quando é la parte debole nel contratto, come avviene ad esempio nelle convenzioni “imposte” dalle banche e dalle assicurazioni.
Per quanto riguarda il principio della trasparenza Mascherin ha assicurato il rispetto del principio da parte degli Ordini, pur precisando che i criteri devono essere attuati tenendo conto della specificità, anche patrimoniale, rispetto agli enti pubblici in genere. All’attenzione dell’Agorà sono stati sottoposti gli schemi dei decreti ministeriali di attuazione della riforma forense sui quali il Cnf si appresta a dare il parere: esame di stato, tirocinio, accertamento dell’esercizio della professione e tenuta e aggiornamento albi. Mercoledì 20 è fissato l’appuntamento con l’Oua e le Associazioni forensi.