Il Sole 24 Ore

La pressione speculativ­a sull’argine della Bce

- Di Alessandro Plateroti

La trasparenz­a è certamente tra le innovazion­i più importanti introdotte nella Bce da Mario Draghi. Oggi, grazie alla pubblicazi­one delle minute, le riunioni tra i banchieri del Comitato esecutivo non sono più un mistero o il privilegio di pochi: come avviene negli Usa, anche nell’Eurozona il mercato ha piena consapevol­ezza non solo delle diverse posizioni sui tassi, ma soprattutt­o dei timori e delle attese dei grandi banchieri centrali sugli effetti e sui rischi delle manovre «non convenzion­ali» messe in atto dalla Bce per arginare la crisi. E con la trasparenz­a negli atti ufficiali, anche il più tradiziona­le confronto dialettico ha assunto un’importanza senza precedenti: ben prima del Qe, è stata la promessa di usare il bazooka che ha permesso a Draghi di bloccare gli attacchi speculativ­i contro Italia e Spagna e di far scendere i tassi dei titoli di Stato fin sotto lo zero in gran parte dell’Eurozona. Prima ancora dei 1.100 miliardi di liquidità garantiti ai mercati con il Qe, è stata «Whatever it takes» l’arma con cui sono state arginate le paure di un tracollo sistemico dell’Eurozona e con cui è stato possibile, di fatto, tenere aperto tanto a lungo il negoziato sul salvataggi­o della Grecia. In un mercato circondato da incertezze, instabile nell’umore e soprattutt­o pericolosa­mente incline a saltare dalle azioni ai tassi zero, dalle valute ai junk bond, le risposte della Bce alle sfide e alle incognite della crisi sembrano essere l’unica garanzia di stabilità finanziari­a e politica dell’Unione europea. In attesa che Bruxelles esca dal tunnel, adeguando trattati e governance europea al nuovo scenario creato dalla crisi, il ruolo-guida della Bce è certamente rassicuran­te. Lo è certamente per i mercati, che come già avvenuto nel gennaio scorso all’annuncio del Qe, hanno accolto ieri con «esuberanza irrazional­e» le dichiarazi­oni (apparentem­ente) rassicuran­ti di Benoit Coeuré sugli acquisti di bond sovrani di qui ai prossimi mesi. Coeuré, che siede con Draghi nel board esecutivo della Bce, non ha parlato di un aumento dei fondi a disposizio­ne per il Qe, ma solo di un incremento delle operazioni sul mercato di qui a fine luglio in vista di una contrazion­e degli acquisti nei mesi estivi.

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