Sulla previdenza primo ok da Bruxelles
pIl governo italiano ha ricevuto da parte della Commissione europea un benestare di massima alla soluzione prospettata dal ministero dell’Economia per risolvere il problema pensionistico provocato da una recente sentenza della Corte costituzionale. La presa di posizione, non sorprendente sulla scia dell’atteggiamento conciliante dei giorni scorsi, dovrà essere confermata da una analisi del testo ufficiale del provvedimento dell’esecutivo.
«La Commissione – ha spiegato ieri Bruxelles in un comunicato – prende nota del decreto leg- ge annunciato dal governo italiano, in rispetto della sentenza della Corte costituzionale sull’indicizzazione delle pensioni. Apprezziamo l’impegno del go- verno a rispettare gli obiettivi di bilancio adottati nel programma di stabilità italiano del 2015. Sulla base degli annunci del governo, la valutazione della Commissione sul programma di stabilità italiano (…) rimane invariata».
Nel contempo, l’esecutivo comunitario ha precisato che «l’analisi definitiva dell’impatto del decreto legge sul bilancio dello Stato, alla luce degli impegni del paese nel rispetto del Patto di Stabilità e di Crescita, verrà effettuata una volta che il testo ufficiale» del documento legislativo «sarà disponibile». La presa di posizione giunge dopo che nelle ultime settimane Bruxelles aveva più volte spiegato che l’Italia doveva compensare eventuali nuovi costi provocati dalla sentenza.
La Consulta ha deciso in aprile di ritenere priva di validità la scelta dell’allora governo Monti di annullare l’indicizzazione di alcune pensioni. La decisione ha obbligato l’esecutivo a rimborsare a migliaia di pensionati la decurtazione provocata dalla scelta del 2011. Due giorni fa, il consiglio dei ministri ha approvato una soluzione che prevede il rimborso quasi integrale della sottrazione per le pensioni più basse, mentre per gli assegni più elevati il recupero sarà minore (si veda il Sole 24 Ore di ieri).
La soluzione del ministero dell’Economia dovrebbe costare alle casse dello Stato circa due miliardi di euro, assai meno di quanto non sarebbe costato un rimborso totale. Il governo ha potuto quindi confermare i suoi obiettivi di bilancio per il 2015 e il 2016. Quest’anno il deficit nominale dovrebbe essere al 2,6% del prodotto interno lordo, con una riduzione del disavanzo strutturale dello 0,25%. L’anno prossimo il deficit nominale è previsto al 2,0%, mentre il calo del disavanzo strutturale è limitato allo 0,1%.
Nelle sue raccomandazionipaese di mercoledì scorso, la Commissione europea aveva dato il suo benestare agli obiettivi di bilancio italiani, confermando il do ut des tra allentamento degli impegni di finanza pubblica e nuove promesse sul fronte delle riforme economiche. A proposito della sentenza della Consulta, l’esecutivo comunitario aveva deciso di attenersi alle promesse del governo italiano di rispettare gli impegni di bilancio (si veda il Sole 24 Ore del 14 maggio).
Bruxelles vorrà comunque toccare con mano il provvedimento legislativo relativo alle pensioni prima di dare il suo pieno benestare, tanto più che la stessa Commissione europea la settimana scorsa si è detta incerta sulla capacità del governo di ottenere nel 2016 un taglio del deficit strutturale dello 0,1% del Pil. La presa di posizione dell’esecutivo comunitario è sembrata a molti osservatori di prammatica, in assenza di una Finanziaria per l’anno prossimo, ancora in fase di preparazione.
SÌ DEFINITIVO IN STAND-BY L’analisi conclusiva dell’impatto del decreto legge sul bilancio dello Stato verrà effettuata quando il testo del decreto sarà disponibile