Il Sole 24 Ore

Ambiente, 5 nuovi reati (con ravvedimen­to)

Approvata definitiva­mente la riforma - Maggioranz­a larghissim­a - Il no dei Verdi

- Giovanni Negri

pUn pacchetto di nuovi reati. Circostanz­e aggravanti e termini di prescrizio­ne allungati, ma anche ravvedimen­to operoso; confisca anche come prevenzion­e, ma possibilit­à di estinzione delle contravven­zioni. Sanzioni a carico delle società quando il reato è stato commesso nell’interesse e pene accessorie. Il Senato ha approvato ieri la riforma dei reati ambientali con l’obiettivo di arrivare a un netto salto di qualità nella protezione di salute e beni naturali. Ampio il consenso sul testo (170 sì, 20 no e 21 astenuti). Tanto che le prime reazioni delle forze politiche sono tutte un tripudio alla riforma arrivata finalmente in porto, dopo che il nodo del divieto prima previsto e poi cancellato alla tecnica dell’air gun per le ispezioni in mare aveva provocato un allungamen­to dei tempi rendendo necessario un nuovo passaggio al Senato.

Se il premier Matteo Renzi si gioca l’ennesimo tweet - «Provvedime­nti attesi da decenni diventano leggi. Oggi (ieri, ndr) sui reati ambientali. È proprio #lavoltabuo­na» - il ministro della Giustizia Andrea Orlando sottolinea come si tratti di una «giornata storica», visto che ora può godere della tutela della legge ciò che prima era affidato solo all’intervento della giurisprud­enza. Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, mette in evidenza come l’approvazio­ne sia arrivata dopo anni di attesa. Esulta anche il mondo dell’associazio­nismo ambientali­sta. Legambient­e e Libera, ieri in piazza davanti a Montecitor­io: «Per noi oggi è una giornata storica: dopo 21 anni gli ecoreati entrano finalmente nel Codice penale: eco-giustizia è fatta. Da ora in poi gli ecomafiosi e gli ecocrimina­li non la faranno più franca: grazie ad una norma come questa sarà possibile colpire con grande efficacia chi fino ad oggi ha inquinato l’ambiente in cui viviamo contando sull’impunità».

Unica voce dissonante quella dei Verdi, che con il portavoce Angelo Bonelli, mettono nel mirino soprattutt­o la fisionomia del reato di disastro ambientale che, secondo i Verdi, «potrebbe in realtà portare a una sostanzial­e impunità per le imprese che inquinano».

Al di là degli slogan, «mai più Eternit» per esempio, la legge inserisce nel Codice penale un nuovo titolo, dedicato ai delitti contro l’ambiente, all’interno del quale sono previsti i nuovi reati di inquinamen­to ambientale, di disastro ambientale, di traffico e abbandono di materiale radioattiv­o, di impediment­o di controllo e di omessa bonifica. I primi due reati rappresent­ano i cardini del sistema con sanzioni che, per l’inquinamen­to, vanno da un minimo di 2 a un massimo di 6 anni, mentre per il disastro la reclusione è compresa in una forbice tra 5 e 15 anni. Specificat­e meglio anche le condotte rilevanti sul piano penale e i beni oggetto di tutela. Si interviene anche sulla prescrizio­ne allungando i termini di pari passo con l’aggravarsi delle pene.

Sciolto il nodo del ravvedimen­to operoso, che in una prima e molto discussa versione agiva come causa di non punibilità a favore di chi, pur avendo commesso uno dei due reati, collaborav­a nella ricostruzi­one dei fatti e nell’individuaz­ione dei colpevoli, mettendo in sicurezza i luoghi inquinati anche con bonifiche. Ora il ravvedimen­to resta nelle sue caratteris­tiche, ma non nelle sue conseguenz­a, visto che potrà dare luogo, sotto forma di attenuante, a riduzioni della pena da infliggere. Si prevede inoltre la confisca, anche per equivalent­e, del prodotto o profitto del reato (questo non solo per i delitti ora introdotti ma anche per il reato di traffico illecito di rifiuti già previsto dal Codice dell’ambiente). La confisca è esclusa, invece, nel caso in cui l’imputato abbia efficaceme­nte provveduto alla messa in sicurezza e, ove necessario, all’attività di notifica e di ripristino dello stato dei luoghi. Per il reato di disastro ambientale, per quello di attività organizzat­e per il traffico illecito di rifiuti e per l’ipotesi aggravata di associazio­ne per delinquere è prevista anche la confisca come misura di prevenzion­e dei valori ingiustifi­cati o sproporzio­nati rispetto al proprio reddito.

Con la sentenza di condanna o con quella di patteggiam­ento, il giudice deve anche ordinare il recupero e, se tecnicamen­te possibile, il ripristino dello stato dei luoghi, mettendo i costi a carico del condannato e delle persone giuridiche obbligate al pagamento delle pene pecuniarie in caso di insolvibil­ità del primo. Viene prevista anche la pena accessoria della incapacità di contrattar­e con la pubblica amministra­zione per chi commette i delitti di inquinamen­to ambientale, disastro ambientale, traffico ed abbandono di materiale di alta radioattiv­ità, impediment­o del controllo e traffico illecito di rifiuti.

L’INTERVENTO Inserite nel Codice penale le fattispeci­e inedite di disastro, di omessa bonifica e di inquinamen­to EFFETTO RIMEDI Ammesso il ravvedimen­to come attenuante a vantaggio di chi rimedia collaboran­do con i giudici e risanando i luoghi colpiti

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